Capitolo 36

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POV James
Cautamente, camminiamo, attenti a non far rumore e guardandoci continuamente intorno.
Una luce, in fondo ad un corridoio, attira la nostra attenzione.
Intravedo una figura accasciata al suolo, grondante di sangue da due punti distinti del corpo.
Guardo meglio, e... oh no! NO!
"No, ti prego!" urlo iniziando ad avanzare rapidamente verso di lei.
Corro da lei come un disperato, ma qualcuno mi sorprende, e mi colpisce in pieno viso.
Maria si avvicina al corpo di Giada, e la prende in braccio, portandola fuori.
Stordito e dolorante, cado a terra, e ritrovo davanti a me due omoni grossi il doppio di me.
"Oh cazzo" esclamo.

Ma, ripensando a quello che le hanno fatto, pensando al fatto che quel fragile corpo potrebbe essere inanimato, e lo potrà essere per sempre, mi viene una forza inaspettata, e con una rabbia che non ho mai provato in vita mia, mi fiondo addosso ad uno di loro, mentre i ragazzi vengono in mio aiuto.
Mentre colpisco il volto di quest'uomo, più e più volte, scarico la mia rabbia.
"Dov'è Davide?"
Non risponde. Gli do un altro colpo.
"Dimmi dov'è!"
Comincio a stringere il suo collo, sempre più forte, finché non cede e risponde.
"Nella stanza in fondo al corridoio di destra" risponde rosso in volto e senza più aria nei polmoni.
Intanto continuo a stringere.
"James" mi chiama Logan
Io continuo a stringere.
"James!" continua a riprendermi, stavolta più forte, e così, mollo la presa.

Corro verso la stanza indicatami, ma mi fermo, nel vederlo insieme a Philip, armati, parati di fronte a noi. Forse stavano scappando.
Davide si avvicina a me, sorridente.
E a me viene l'istinto di ucciderlo all'istante, ma non posso, perché passerei i miei guai, nonostante sia una spia.
"James... La spia più spietata del gruppo. Non è così?"
Davide mi ai avvicina, mentre io lo fisso stringendo i pugni.
"Vediamo se sei tanto spietato anche con i miei uomini"
Detto questo, dietro di lui, vedo arrivare alcuni ragazzi, palestrati e possenti, mentre lui se la svigna, vigliacco quale é.

Inizia così una carneficina, una battaglia, dove l'unica regola da seguire é colpire.

Mentre mi libero dagli scagnozzi, seguo Davide, e, appena individuato, mi avvicino a lui e lo colpisco nello stomaco.
Lui mi restituisce il colpo, in faccia, e afferra una pistola, che mi punta addosso.
"Sai,  non credevo di farti fare la stessa fine della tua ragazza, ma ve la siete cercata. Allora, le tue ultime parole?"
Il cuore mi batte all'impazzata.
Alzo lentamente lo sguardo di ghiaccio verso di lui, uno sguardo carico di odio, e con un tono estremamente intimidatorio, gli rispondo:"Vaffanculo"
Afferro l'arma e la lancio via. Continuo a colpirlo, finché, esasperato, cade per terra sconfitto e dolorante, per via dei colpi subiti.

Afferro la pistola, e la impugno.
Mi avvicino al suo corpo, steso per terra.
Sorride.
"Cos'hai da ridere? Brutto stronzo"
Cautamente mi volto, notando che il suo sguardo é rivolto verso qualcosa dietro di me.
Philip, punta la sua arma sulla mia testa.
"Adesso posa quell'arma, e nessuno si farà male"
Getto l'arma per terra, e alzo le mani.
Davide si rialza, ed entrambi si parano davanti a me, armati.
"Se non altro, raggiungerai la tua amata." afferma con un sorriso beffardo sulle labbra, il che non fa che aumentare il mio odio e la mia rabbia.

"NON OGGI"
Carlos salta addosso a Davide, mentre gli altri due si fiondano su Philip.

Kendall si alza, dopo averli legati per bene, e mi si avvicina.
"Credevi che ti avremmo lasciato solo?"
"Grazie"
Ci uniamo in un abbraccio fraterno. Non sono amici per me, sono di più, sono fratelli.

Ma, un momento.
"Giada, come sta?"
Mi stacco dall'abbraccio
"É di fuori, insieme a Maria"
"Ma, é... é viva?"
La mia voce si incrina a questa domanda.
"Maria ha chiamato l'ambulanza, che arriverà tra qualche minuto"

"Va' da lei" dice Carlos

Incomincio a correre, per raggiungerla. Raggiungo l'uscita dell'edificio, e la trovo. La vedo, distesa per terra, tra le braccia di Maria, in un lago di lacrime.
Giada, immobile, con gli occhi chiusi, le labbra violacee, il colorito quasi trasparente, due fori addosso, uno sul fianco, e uno nel petto. E questo mi fa preoccupare.
Maria alza lo sguardo, ha gli occhi gonfi. Chissà quanto ha pianto.
Mi inginocchio davanti a lei, scoppio a piangere anch'io.

"Non puoi farmi questo. Non tu."
La stringo tra le mie braccia, mentre verso lacrime di dolore e di rimorso, perché non ho fatto in tempo a dirle quanto tenga a lei.
La stringo al mio petto, mentre piango per lei.
"Non puoi, ti prego, svegliati. Svegliati!"
Mille gocce cadono calde dal mio volto al suo.

"...James..."

Riapro gli occhi, e la vedo, debole, ma sveglia.
"Giada, Giada, sono qui. Sono qui con te"
"Ti prego, resta qui"
"No, non me me vado"
"Maria..."
"Sono qui Giada." risponde con voce tremolante.
Tossisce.
"Ho fatto un casino. É tutta colpa mia, vi ho coinvolto in questa storia"
"No, ma che dici, tu non c'entri nulla. É mia la colpa." rispondo guardandola, mentre piango, ancora, come un bambino.

Ad un tratto inizia ad agitarsi e amuoversi furiosamente.
"James, sto male. Non riesco a respirare"
"No, sta calma, sta calma, é tutto a posto, ce la farai. Non puoi lasciarmi cosí, non puoi abbandonarmi."
"Perché, perché?" mi chiede mentre umide lacrime le solcano il volto.
"Perché, ti amo, e se vuoi che te lo dimostri,  potrei anche morire per te, in questo momento"
"James, non devi dimostrare proprio niente, sono stata una stupida a dubitare di te"
La sua mano gelata mi accarezza il volto.
Io gliel'afferro, e la stringo nella mia più calda.
Poi aggiunge:"Ti amo"
Detto queste ultime parole, la sua presa diminuisce, e chiude gli occhi, accasciandosi a me, a peso morto.

"Che diavolo ha?" esclama Maria preoccupata.
"Giada!" la scrollo.
"GIADA!" niente. Non una reazione.

Nel frattempo arrivano i ragazzi.
"Come sta?"
Si affrettano a chiedere.
Maria scuote la testa mentre udiamo in lontanza la sirena dell'ambulanza.
Oh Giada, quanto vorrei essere io al tuo posto.
I ragazzi non la prendono affatto bene.
Carlos cade in ginocchio, e inizia a singhiozzare, tirandosi i capelli con le mani.
Logan sgrana gli occhi, inizia a piangere silenziosamente e Kendall alza lo sguardo al cielo, cercando si nascondere le lacrime che numerose permeano il suo volto.
A questo punto, niente ha più importanza. L'unica persona importante veramente nella mia vita, se n'é andata, e il resto non conta più nulla per me.

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora