Capitolo 7

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Due giorni dopo...

POV GIADA
"Le hai prese le valigie?" ed ecco l'ennesima domanda in un lasso di tempo di circa... 10 secondi. Roba da guinnes dei primati...
"Siii"
"Il borsone?"
Sbuffando rispondo, al limite della pazienza:"Si che l'ho preso..."
"E i biglietti, i biglietti li hai presi?"
"Si, ho tutto, non preoccuparti..." rispondo per farla zittire. Carico tutto nel bagagliaio e ci dirigiamo all'aeroporto, dove prenderemo il volo che ci porterà nel luogo in cui la nostra vita assumerà una svolta radicale. Los Angeles... Io non riesco ancora a metabolizzare la notizia!

Facciamo il check-in, e saliamo a bordo dell'aereo, pronte a iniziare una nuova vita.
"Vi annunciamo che l'aereo sta per decollare. Vi invitiamo ad allacciare le cinture di sicurezza e a spegnere i cellulari..."
La voce dell'hostess mi distoglie dalla mia fifa di volare. Nonostante non sia la prima volta che salgo in un aereo, in quanto per andare a Verona dalla Calabria avevamo utilizzato questo mezzo, ancora ho un paura matta di volare...

Ad un tratto sento l'aereo che si stacca da terra e per poco non mi acchiappa un infarto.
Se non altro la faccenda di Los Angeles ha un lato positivo: non devo necessariamente dirle di Philip... O forse si... Non ci sto capendo più un corno... Anche se so che non é giusto da parte mia, sapendo che lei si fida ciecamente di me e pensa che io le dica tutto, però penso che alla fine dei conti sia meglio cosí, per entrambe. Anche perché non so come potrebbe prenderla. Dubito che risponda sorridendo:'Oh, OK. Allora salutami Philip e digli cortesemente di smetterla di seguirci per tutt'Italia'

"Dio, come sei bianca. Sei sicura di essere viva?"
"Ah ah, spiritosa, vorrei vedere te al posto mio..."rispondo simulando una risata.
"Ma io sono al posto tuo. Ti ricordo che anche io sto su un aereo, ma non per questo ho una faccia verde, sintomo che sto per vomitare..."
"Ma non era bianca...?"
Maria mi guarda scettica, e poi mi dice: "Come vuoi... Comunque il sacchetto é proprio davanti a te, se hai bisogno..."
"La pianti? Se non ti guardo non mi viene da vomitare..."
"Gentilissima..."
"Grazie, é sempre un piac-"
Ad un tratto l'aereo attraversa una fase turbolenta... Oh mio Dio... Sento la torta di stamattina... Accidenti a me. Se so di avere una fifa tremenda dell'aereo, ora vorrei sapere: come cazzo ho fatto a mangiarmi mezza torta al cacao? Ditemi COME, HOW, COMMENT... e altre diciotto lingue...

POV Maria
Quella turbolenza l'ha davvero spaventata. Stringeva la sua mano a quel sedile che era una chela di granchio.
Ad un tratto il suo volto assume il colorito tipico di quello della pelle di Hulk quando cade in preda ai suoi attacchi di isteria... (Ci tengo a precisare che io odio i supereroi in genere, ma, avendo una migliore amica che li adora, con cui condivido la casa, e quindi anche la TV, non posso fare a meno di conoscerli).
"Maria, prendi il sacchetto..." supplica con un filo di voce, con gli occhi sbarrati al massimo e con le unghie conficcate nella stoffa del sedile, ormai bucato.
Mi affretto ad afferrare il sacchetto di carta attaccato sul retro del sedile di fronte a me, e lo porgo alla ragazza al mio fianco, che non appena lo afferra, comincia a vomitarci l'anima per dieci minuti di seguito...
Certo che un po' se l'é cercata... Cavolo, se sai che hai paura di volare, per quale motivo poche ore prima del volo vai a scofanarti mezza torta al cacao? Mah... Misteri della psiche umana... Credo che Giada sia un soggetto interessante per i miei studi psicologici, in quanto la sua mente é davvero indecifrabile...

Quando finalmente esce la testa dal sacchetto, si alza e va in bagno per gettarlo... Poverina...

POV Giada
Mio Dio... Che figura di merda... Sono certa che quella che ho vomitato sia la torta di stamattina...
Ho lo stomaco attaccato alla spina dorsale.
In un momento di volo lineare, slaccio la cintura di sicurezza e mi alzo dal sedile per gettare nell'immondizia questa porcheria.
Quindi mi dirigo in bagno. Cerco la pattumiera e ci infilo il sacchetto. Mi guardo allo specchio e... sembro davvero la moglie di Bruce Banner, meglio conosciuto come l'incredibile Hulk.
Sciacquo il viso sotto il lavandino, finché assumo un colorito più o meno normale, e ritorno al mio posto, dove trovo Maria che con aria preoccupata mi chiede:
"Tutto posto?"
Io, con la mia solita gentilezza da scaricatore di porto, rispondo a mia volta:
"Tutto a posto un cazzo, ti sembro una che sta bene?"
E così facendo attiro l'attenzione degli altri passeggeri, mentre mi siedo e mi allaccio la cintura.
" Ma si può sapere perché cazzo sei sempre irritata? Ti ho soltanto fatto una domanda perché mi preoccupa vederti in questo stato..."
Vorrei prenderla a sberle in questo preciso momento, ma so che l'ha fatto perchè mi vuole bene, quindi le chiedo scusa.

Dopo una lunga agonia durata ben 7 ore, atterriamo a Los Angeles. Mentre sto dormendo, con le cuffie al massimo (si, lo so, sembra strano ma io riesco a dormire anche con la musica rock), ricevo una leggera gomitata sulla spalla da Maria, facendomi notare che siamo arrivate a destinazione. Sbadiglio, tiro giù le cuffie e slaccio le cinture di sicurezza. Mi alzo e aiuto la mia amica a portare i bagagli.

"Molto delicata..." dice prendendomi in giro dopo che ho fatto cadere uno dei bagagli per terra sgraziatamente.

"Quando per magia diventerò 1.80 m, allora potrò prendere i bagagli come piú ti piace."

Scendiamo dall'aereo, e rimaniamo incantate dalla vista notturna che si presenta ai nostri occhi.
La città é... é... viva. La città vive, in questo preciso istante. Tutto si muove veloce. Dalle auto, ai passanti, alle insegne luminose, le luci all'interno degli enormi e spaventosi grattacieli...
Io e Maria ammiriamo estasiate la scena che si presenta al di fuori dell'aeroporto. É semplicemente spettacolare...
"Dovremmo chiamare un taxi e raggiungere l'Hotel..."
"Quale hotel?" chiedo ingenuamente.
"Quello che hai prenotato ieri, no? Ah, a proposito. In quale via si trova?"
No.
Non é vero.
Ditemi che non é vero.
Ditemi che tutto questo é solo un maledettissimo incubo e che adesso sono nel mio letto a russare come mio padre...
"Beh, ecco... "
"Allora, la via? Te l'avranno detta per telefono... O l'avrai vista su internet"
Ecco perché é da tutta la mattina che ho come la sensazione di aver dimenticato qualcosa... Maria mi aveva detto di cercare su internet un albergo a buon prezzo ed, eventualmente, se il prezzo fosse stato conveniente, di chiamare e prenotare la camera... Ma dato che io sono una gradissima emerita testa di cazzo, ho risposto "Si si si, lo faccio subito" quando invece ho continuato a guardare 'Rocky 4' su internet, lasciando uscire le parole di Maria dall'orecchio opposto dal quale mi erano entrate. Il problema é che nel loro passaggio, le parole non erano stazionate nel cervello, perché ero troppo presa dall'ultimo round decisivo tra Rocky e Drago...
"Beh, io non..."
Eccola che sgrana gli occhi e sbianca.

"No. Dimmi che quello che sto pensando non é vero, dimmi che é uno scherzo... Cioé... TI SEI DIMENTICATA DI PRENOTARE L'ALBERGO? E ADESSO DOVE ANDIAMO A DORMIRE, NELLA STALLA CON IL BUE E L'ASINELLO?"
"Si, ma non c'è bisogno di fare così, non é mica la fine del mondo..." cerco di sdrammatizzare la situazione, ma con scarso successo.
"Ah, certo. Siamo da sole in un città enorme, di sera, non abbiamo niente da mangiare, né un posto dove dormire... Non é la fine del mondo... È una situazione assolutamente normalissima... Sai, capita tutti i giorni..."
Possibile che non ne combino una giusta? E adesso, cosa si fa?

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora