Capitolo 13

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POV Maria
Sono quasi le sei, e ancora di James nemmeno l'ombra. É uscito poco fa per andare a fare un po' di spesa e ancora non torna. So che non dovrei pensare cose simili, ma spero tanto che l'uscita salti.
Come non detto. Sento la porta aprirsi. É lui. Prima che possa entrare, lo fermo.
"Io e te dobbiamo parlare"
Lui mi guarda dubbioso, poi entra e chiude la porta alle sue spalle.
"Ti ascolto"

Attacco a parlare:"Come ti é venuto in mente di portarla in un postaccio come quello? Ti sembra il luogo adatto per portarci una ragazza? Ho parlato con Logan, sai? Mi ha detto che posto é."
Con un sorrisetto malizioso, dice:"Ma Giada non é una ragazza come tutte le altre..."
"Che vorresti dire?" chiedo assottigliando le palpebre.
Lui continua la frase. Sono proprio curiosa di sapere a cosa si riferisce.
"Vedi, lei non é come le altre. Lei é forte, sicura di sé, e sono altrettanto sicuro che si sentirà a suo agio in un posto come quello. E' una tipa tosta, o sbaglio?"
"OK, ma tu, presentamela solo con un graffio, e puoi salutare tutti"
"Ti stai riferendo al fatto che possa essere toccata da altri o... da me?" aggiunge con uno strano ghigno stampato in faccia.
Lo prendo per il colletto e lo avvicino al mio volto per parlargli meglio:"Stammi bene a sentire..."

"James sono pron-. Ragazzi, che succede?"
Ci giriamo entrambi, sorpresi, e ci accorgiamo che é Giada. C'è aria di tempesta...
"Che sta succedendo?" sbotta infastidita.
"Stavamo solo parlando..." confesso innocente.
Mi giro a guardare James e, con sguardo omicida, gli chiedo:"Vero che stavamo solo parlando?"
"Si, beh, stavo facendo due chiacchiere con la tua amica. Sai, é molto simpatica..." dice beffardo.
Io lo ammazzo.
"Beh, Maria, adesso ti salutiamo. Noi andiamo a prendere una boccata d'aria." si affretta a dire James.
"Ciao Maria." saluta Giada
"Ciao" rispondo seccata.
E adesso? Che faccio? Sono sola a casa, Kendall é uscito con Jo, e Carlos é andato a lavorare, lui é un impiegato in un supermercato. Sarei davvero curiosa di vederlo all'opera. E Logan, non lo sento da stamattina. Mi siedo sul divano, e penso. A cosa, non lo so.

"Ehi. Ti annoi?"
Mi correggo, non sono sola a casa.
"Si. Per un attimo ho pensato di essere rimasta sola."
"Oh, non mi hai sentito perchè ero chiuso in camera a studiare. Voi, invece quando inizierete?"
"Martedì prossimo dovremo fare un esame di ammissione, per la questione della lingua eccetera eccetera..."
"Sono sicuro che lo supererete entrambe"
Si siede sul divano accanto a me.
"Ma tu, cosa studi?" domando voltandomi verso di lui e il suo bel viso.
"Io sono iscritto in criminologia"
"Forte! E cosa di che si tratta?"
"Mah, innanzitutto si analizza il profilo di un criminale, poi le possibilità in cui può agire, cosa lo ha spinto a fare quello che ha fatto, come si svolgono le indagini e così via..."
"Sembra molto interessante. Per questo guardi CSI?" chiedo con un inevitabile sorriso sul volto.
Lui ride e risponde:"Beh, in effetti é un modo per portarmi avanti con lo studio. E tu? Ieri sera mi hai detto che studi psicologia, ma poi non abbiamo approfondito, per i motivi che sappiamo"
"Si, infatti. Vorrei diventare psicologa"
"Mmh, interessante. Sai dirmi a cosa sto pensando?" chiede alzando un sopracciglio.
"No, la psicologa non legge nella mente altrui, quella si chiama Oracolo"
"Beh, tu provaci lo stesso. Allora, a cosa penso?" chiede avvicinandosi tremendamente al mio volto. Io non so a cosa tu stia pensando, ma so a cosa sto pensando io, ed é meglio non farlo sapere...
"Non saprei" farfuglio imbarazzata "a... una partita di football in cui la tua squadra ha vinto? Di solito voi ragazzi pensate a questo."
"No. Pensavo a tutt'altro. Pensavo che sei davvero una ragazza stupenda"
Mio. Dio. Ho sentito bene? Mi ha appena detto che sono bella? Ma oggi che giorno é? Il 34 brumaio del duemilasperaci?
Non so cosa stia per succedere, ma so per certo che il cuore va a 600 all'ora, e io non ho intenzione di muovermi da qui.

POV Giada
Di sicuro, quelle non erano le facce di due persone che stavano parlando. Voglio vederci chiaro in questa storia.
"James, cosa stava succedendo alla porta con Maria?"
"Ma niente. Stavamo soltanto parlando."
Ma mi prende per cretina?
"Senti, conosco Maria, e so che non stava soltanto parlando" sbotto infastidita.
"D'accordo. Mi ha minacciato di morte se solo ti avessi riportata a casa con un graffio" confessa con un sospiro.
Ditemi che quello che ho appena sentito non é quello che penso di avere appena sentito. Ma se li vuole fare un gran spacco di cazzi suoi?
"Ma dico, ti sembro una ritardata? Una che non si sa difendere? Ho così tanto l'aria da bambina di quattro anni? Non la sopporto quando fa così..."
"É normale che si preoccupi per te, non devi prendertela" cerca di spiegare.
"La stai difendendo?"
"No, io non sto difendendo proprio nessuno." si affretta a specificare.
"Sarà meglio per te."
Mi accorgo di essere stata un po' acida con lui, perciò mi scuso.
"Mi dispiace"
"Anche a me"

Camminiamo ancora per un po', finché non raggiungiamo il famoso biliardo che tanto mi hanno fatto andare di traverso.
Entriamo, James saluta il barista con un cenno del capo, e noto che il locale é strapieno di ubriaconi, ragazze mezze nude in cerca di clienti, e qualche nonnetto che gioca a carte.
Al centro dalla stanza, é piazzato qualche tavolo da biliardo.
"Ci hai mai giocato?" chiede.
"Si. Un paio di volte con i miei amici"

Mi porge una stecca e il gesso. Passiamo il gesso sulla punta dell'oggetto, e posizioniamo le palline.
"Prima le donne"
"Gentile" affermo sorridendo.
Prendo bene la mira, e, dopo qualche secondo, tiro, mandando in buca una pallina.
"Niente male, ma puoi fare di meglio." il solito James che si crede migliore degli altri.
"Vediamo il maestro cosa fa adesso." lo provoco.
Prende la mira, concentrato, e tira.
Impressionante! Ha mandato in buca tre palline in un tiro.
"Visto?" si lascia sfuggire vittorioso, arcando un sopracciglio.
"Bello, non ti vantare così tanto, che ancora non abbiamo finito "
"Rassegnati. Contro James Maslow, non vince nessuno."
"Staremo a vedere" lo sfido e, detto questo, tiro per la seconda volta, mandando in buca 4 palline, inclusa la bianca. Noto che sbianca, e mi guarda incredulo.
"OK OK, la prima bibita te la sei guadagnata" si arrende e ci dirigiamo verso il bancone, ordinando due amari. Quando il barista, un ragazzo sulla trentina, ci porge ciò che abbiamo ordinato, beviamo entrambi, sotto gli occhi di tutti i presenti.
"James, ma che hanno da guardare?" domando leggermente imbarazzata e infastidita.
"Oh, niente. Non sono abituati a vedere ragazze vestite nel locale..."
Capisco. Tutte le ragazze che vedo, sono quasi nude. Davvero brave ragazze devo dire.

"Tesoro, ne offri uno anche a me?"
Una voce femminile mi irrita non poco. Mi giro, e trovo, seduta vicino a James, una bionda in carne e prosperosa, che mi fa rimpiangere la mia terza scarsa, vestita con una specie di sottana rossa, che le copre appena le parti intime. Come se non bastasse, per mettere in mostra quelle cosce di pollo, é seduta a gambe incrociate.
"Hey, dico a te bellezza. Me la offri qualcosa?" continua a chiedere con voce e sguardo languidi a James.
Si che te la offro qualcosa, un bel po' di schiaffi in faccia, così ti strucco un po' quella maschera di Arlecchino che é il tuo volto.

"Su, non fare il timido. Che begli occhi che hai. E non solo. Sei una delizia baby"

OK. Adesso inizio ad incazzarmi.
Seriamente.
James é indifferente per fortuna, e continua a bere come se niente fosse. Deduco che non sia la prima volta. Per forza, é normalissimo che tutte le ragazze gli sbavino dietro, tra cui io...
"Vuoi venire con me in un posticino tranquillo?" chiede avvicinandosi al suo orecchio.
Ora basta.
"Senti, perché non ritorni a rompere i coglioni al bordello da dove sei venuta?" sbraito d'un tratto.
A questa esclamazione, tutti si girano a guardarci. Ok, forse ho esagerato, ma mi ha davvero irritata.
"Scusa, e tu chi saresti?" chiede guardandomi quasi disgustata.
"Sono quella che se non te ne vai, ti fa fare tre mesi di ospedale."
"Sei sicura? A giudicare dal tuo fisico, qui, ad andare all'ospedale non sarò di certo io..." dice alludendo alla nostra mole.
"Vogliamo vedere?" mi alzo dalla sedia, ma James mi tiene per il braccio. "No, fermati" ma non lo sto a sentire e mi libero.
I"Allora, cosa aspetti, vienimi addosso. Non preoccuparti se fai ritardo, puoi lasciare il servizio per dieci minuti, giusto il tempo che ci metto a spaccarti la faccia" urlo avvicinandomi a lei.
"Giada, andiamocene ora. Non mi sembra il caso" sento James alle mie spalle.
"Lasciami stare Maslow. É una cosa tra me e la puttanella"
"Sai, forse sei arrabbiata perché lui non ti ha mai sfiorata, mentre se non fossi intervenuta tu, a quest'ora saremmo già a casa mia a ballare nel mio letto..." afferma trionfante la bionda.

No.

Basta.
Ora
Mi sono
Davvero
Stancata.

Stringo i pugni, e mi fiondo su di lei...

E che Dio l'aiuti, perché sto per farle seriamente male.

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora