Capitolo 21

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POV Giada
Dopo aver chiuso il portone alle loro spalle, i ragazzi camminano per il vialetto sotto la casa. Mi affaccio dal balcone per guardarli scomparire tra i palazzi, e noto che Philip si allontana di colpo. Il fatto in sè non mi insospettisce molto, se non fosse che compone un numero sul suo cellulare e chiama qualcuno.

Conversazione telefonica
"Le ho trovate. Sono qui. Si. Entrambe. ... Non credo che abbia parlato. Va bene. Stasera lo farò."

Incredula di ciò che ho appena udito, spaventata, prendo il cellulare e chiamo Logan.

Conversazione telefonica
"Logan, pronto? Allora, sta calmo e 'ciao Becky'"
Logan è un po' titubante, quindi ribadisco il concetto a denti stretti.
"Ti ho detto di dire 'Ciao Becky'"
"
Ciao Becky"
"Bene. Ascoltami. Inventati una scusa per ritornare a casa. Devo parlarti."
"O-ok"

"Amico, chi era Becky?" sento Kendall chiedere a Logan, il quale risponde incerto
"Un'amica..."
"Si, certo. Maria lo sa?" domanda Carlos divertito.
"Idiota. Sentite, torno un attimo a casa. Ho scordato il telefono"

Bravo, bella mossa, idiota.

"E cos'è quello che hai in mano?"
Oh, andiamo. James!
Logan é impantanato, e io osservo il tutto sporta dal balcone.
"Cioè, é di Maria. Lo abbiamo uguale, per questo ha chiamato una certa Becky, io non ho amiche... Che si chiamano Becky"
La sublime commedia teatrale si interrompe con una risata idiota di Logan. Bravo...
Sale in casa, e ci raggiunge correndo.

"Giada, che é successo?" chiede un Logan affannato e sudato.
"Già, che è successo?" si unisce Maria.
"Ascoltate, ho sentito Philip parlare al telefono... E... E... Dire cose tipo... Le ho trovate, non ha parlato, stasera lo farò... Uff..." mi porto una mano sul viso dalla frustrazione.
"Ehi ehi, sta calma. Mi inventerò qualcosa, e massimo per le sei saremo a casa tutti e quattro. Non vi succederà nulla. Promesso." mi rassicura Logan.
"Aspetta, ma cosa ha detto di preciso?" chiede Maria.
"Te l'ho detto, diceva che ci ha trovate entrambe, che io non ho parlato e che stasera avrebbe fatto qualcosa. E credo anche di sapere con chi stava parlando."
Maria prima pensa, poi sgrana gli occhi.
"Non sarà mica... É lui il mandante? Ma questa é roba di giri veri e propri!"
"Non possiamo escludere che con il passare del tempo, Davide sia diventato un pezzo grosso del traffico. Uff... Dio... Che situazione..."
Sentiamo James urlare da giù.
"Logaaan, andiamo su. Ci stai stasera con Maria."
"Vado, lo ammazzo, e torno." dichiara Logan alzando l'indice.
"Logan, sta attento. Potrebbe farvi del male." gli dice preoccupata Maria.
"Non preoccuparti. É pur sempre mio fratello."

Detto questo, esce dalla casa, e io e Maria rimaniamo sole.
A volte, nei miei esami di coscienza, penso che se non avessi dimenticato di prenotare quel dannato albergo, tutto questo non sarebbe uscito fuori. Ma, nulla accade per caso, perciò, devo supporre che sarebbe andata così comunque. E quello che mi attanaglia è che non so perché.

Maria mi distoglie dai miei pensieri: "Pensi che stasera farà qualcosa?"
"Non hai sentito Logan? Saranno presto di ritorno."affermo cercando di convincere più me stessa che lei.
"Se comunque prova a fare qualunque cosa... Tesoro mio... " faccio una risata malefica... "Dovrà vedersela con questi" dico indicando i miei pugni.
"Non puoi risolvere tutto con la violenza."
"Ah no? E come vorresti risolverla? Pregandolo gentilmente? Maria Grazia... Vai a farti fottere..."
"Con James"
"Cosa?" chiedo stizzita.
"Niente." risponde con un sorrisino.
La guardo torva, e faccio finta di non aver sentito, per conservare i pugni fino a stasera.

9 p.m.
C'è qualcosa che non va. Non é da loro ritardare cosí tanto.
Abbiamo appena finito di guardare un film in TV e Maria non smette un secondo di fissare l'orologio.
"Secondo me é successo qualcosa. Non ritardano mai così. "
Ha ragione.
"Non lo so... Sono ore che provo a chiamarli, e hanno tutti i cellulari spenti." confesso in preda al panico più totale.
"Prova di nuovo." mi suggerisce.
"D'accordo."
Prendo il cellulare e compongo il numero di James. Il cellulare squilla, ma si inserisce la solita vocina snervante.
"Messaggio gratuito. Il telefono del cliente da lei chiamato, potrebbe essere spento o non raggiungibile. La invitiamo a riprovare più tardi. Grazie"
Grazie sto cazzo, avrei voluto risponderle.

"E adesso che si fa?" chiede allarmata quanto e forse più di me.
"Non lo so. Io proporrei di and-"
Va via la luce. Strano, non era mai successo.
"E che é successo ora?" chiede esasperata.
"Si sarà bruciato il contatore."
Mi alzo dal divano,  ed esco fuori a controllare.

Non appena apro la porta, vengo stordita da un pugno sul naso, e cado a terra priva di sensi.

"Cos'è stato?" urla Maria dall'interno della casa.
Non ho la lucidità per risponderle.
La mia faccia viene illuminata dalla luce della torcia accesa da Maria.
"TU?"
Lo ha visto. É sicuramente Philip.
Sento il rumore di un calcio. A dare calci, nessuno é esperto come Maria. In terza media, per averle buttato per terra alcuni fogli, mi diede un calcio che mi spostò le ossa della mano sinistra... Molto carina...

Mi aiuta ad alzarmi, mentre Philip é ancora per terra.
Tocco il mio naso, e non appena mi accorgo del sangue che sta scorrendo da esso, lancio un'occhiata diabolica a Philip, e mi fiondo su di lui, per rendergli venti volte quel pugno.
Maria accende la luce, appositamente manomessa da lui, e lo lega.
"Parla, dove sono loro?" chiedo adirata come non mai.
Lui mi guarda e non risponde, anzi, ride.
"Diciamo che... Non lo so. L'ultima volta che li ho visti, erano in compagnia di alcuni miei simpatici amici, che tra poco arriveranno anche qui."
Mi avvicino a lui, stringendogli il collo.
"Se pensi di farmi paura, puoi anche scordartelo"
"Giada, lascialo" mi intima Maria, io invece stringo ancora più forte, provando piacere nel vederlo respirare a a fatica.
"Giada, lascialo!" stavolta alza il tono della voce.
"No! Deve dirmi dov'è James! Dov'è? Dove sono!?"
Gli urlo in faccia.
Poco dopo, sento un urlo di Maria, e una risata di Philip.
Mi giro e poi... buio.

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora