POV Maria
Cinque giorni. Cinque giorni senza alcuna sua notizia. Neanche la polizia ha saputo darci risultati significativi. E l'ansia e la disperazione fanno da capolino in questa casa. Ormai non c'è più un orario, non si mangia, non si dorme, e James... beh... lui é messo peggio. In questi ultimi giorni si é lasciato andare tantissimo, non si rade neanche la barba. E gli altri ragazzi, sono più disperati che mai. Non si parla, non si ride, non si scherza, si sentono solo i nostri respiri pesanti e gli squilli dei telefoni.
Dove sei amica mia?
Dove sei?
Dove sei sorellina mia?POV Giada
Qui sono due le cose: o trovo un modo per scappare, o divento anoressica, così riesco a passare dalla serratura.
Non ce la faccio più a stare in questo posto.
É tutto buio qui, e umido. Deve essere una specie di magazzino, non saprei, non ricordo nulla.
Ricordo che stavo fuggendo, stavo correndo, sotto la pioggia, da tutto il male che mi é stato fatto, dalla persona che mi ha fatto più male. James. Quanto vorrei averlo qui con me in questo momento.
Mentre fuggivo, inciampai su qualcosa, battei la testa, e mi risvegliai in questo posto, in questo schifo. Non ho ancora capito come sono andate le cose, ma ci scommetto la testa che in tutta questa storia c'entra Davide. E su questo, non ci piove. Solo che vorrei sapere PERCHÉ NON MI LASCIA IN PACE.
"Eccoti la cena, e fattela bastare perché non credo che ce ne saranno altre."
Detto questo, un omone poggia su un tavolino al centro della stanza un vassoio, con una poltiglia verdastra, il cui odore farebbe vomitare persino una capra.
Guardo la poltiglia, o quello che dovrebbe essere il mio pasto, e la rabbia mi acceca completamente.
Prendo il vassoio, e lo tiro verso quell'uomo con tutta la forza di cui sono dotata.
Egli si gira, togliendo col dito un po' di quella poltiglia che si ritrova addosso, e mi guarda con occhi assassini.
"Brutta figlia di puttana, adesso impari"
Si avvicina a me, mentre io indietreggio rapidamente.
Vengo afferrata per la gola, e la presa fa male, eccome se fa male.
Non respiro più, non riesco a respirare, non riesco neanche a pensare."Alex! Fermati"
Una voce proveniente dall'esterno della stanza, incita il mio aggressore a fermarsi.
"Non ora Philip. Non mi fermerò finché non l'avrò strozzata per bene"
"Ho detto di fermarti. Il capo vuole parlarle."
A queste parole, il mio aggressore rivolge il suo sguardo a Philip, e poi a me, finché non si decide a togliere quelle luride mani dal mio collo.
Gli lancio un'occhiata di ghiaccio, e mi dirigo verso Philip, che, afferrandomi per un braccio, mi guida in un labirinto di corridoi, verso una stanza ben precisa, luminosa, dove trovo Davide, seduto su una poltrona, con una sigaretta in mano, e con un sorriso da bastardo stampato sulle labbra.
"Che cazzo hai da ridere?" sbotto infastidita.
"Modera il linguaggio" Philip mi strattona, e si guadagna un'occhiata fulminea.
Davide incomincia a scuotere il capo, e, alzandosi dalla poltrona, dice:"Ancora non hai imparato come si trattano le donne, Philip?" Con un gesto della mano, mi fa segno di accomodarmi sulla poltrona sulla quale era seduto lui fino a poco tempo prima.
Io non mi muovo, e continuo a fissarlo, finché non mi stanco del silenzio opprimente, e lo rompo:"Che diavolo vuoi da me?"
"Cara ragazza, e chi ti ha detto che io voglio te? O la tua amichetta?"Sbarro gli occhi dopo aver capito tutto il loro gioco.
"Cosa vuoi da loro?"
Incredibile, per tutto questo tempo ho sempre pensato che i bersagli fossimo io e Maria, invece é tutto il contrario! Noi siamo soltanto un mezzo per condurli al loro vero bersaglio, i ragazzi...
"Se non te l'avranno già detto, sappi che sono delle spie, e anche brave. Non lo sapeva nessuno, neanche Philip, che per giunta é il fratello di uno di loro. Buffo, vero? Per intenderci, l'unico ostacolo che mi separa dall'arrivare in Columbia, e dal diventare il trafficante più potente d'oltremare sono quei bastardi. E grazie a te..."
Si avvicina, sfiorandomi il viso con la mano.
"... Porrò fine a questa situazione, e non ci sarà più nessun ostacolo a porsi davanti a me"
Scanso il mio volto, e rispondo.
"Cosa ti fa pensare che loro verranno qui, e che tu potrai ucciderli?"
"Sarai tu, a farli venire qui"
"Te lo scordi. Potrai minacciarmi quanto ti pare, ma non lo farò mai"
"Sicura?" detto questo, tira fuori un revolver, e lo punta alla mia testa.
"Credo che ti convenga obbedire al mio ordine, se non vuoi che ti faccia saltare il cervello."
Momento. Io sono l'unico mezzo per far sì che i ragazzi vengano qui, e non credo che Davide sia così stupido da far fuori l'unica persona che gli serve.
"No, mai"
"Conterò fino a tre. Se ancora non ti sarai decisa, dirai ciao a tutto il mondo.""Uno..."
"Due..."
Toglie la sicura dalla pistola.
Chiudo gli occhi, forte, quasi strizzandoli.
"Tre"
Un proiettile esce dalla canna del revolver, per penetrare in un fianco.
Lancio un'urlo disperato e di dolore. Un male atroce, come se fiamme si fossero insinuate dentro di me.
Cado a terra, tenendomi la ferita con una mano, ormai rossa di sangue, e, piegata in due, ormai sconfitta, rispondo.
"D'accordo"
Davide sorride.
"Bene. Sapevo che eri una ragazza intelligente. Tutto quello che dovrai fare é chiamarli con questo telefono, chiedere aiuto e dargli l'indirizzo di questo posto. Dopo di che, troveranno alcuni dei miei uomini, che avranno in servo per loro... una sorpresa con i fiocchi."
Piangendo a dirotto, sia per il dolore lancinante al fianco, sia per il pensiero che sto per garantire la morte a coloro che mi hanno voluta così tanto bene, mi dirigo verso il telefono che Davide mi porge.
Lo prendo, con mani tremanti, e li avvicino al mio orecchio.
Squilla, due, tre volte.
Fa che non risponda.
"Pronto"
Una voce al di là della cornetta mi rimbomba nell'orecchio.
"Pronto!" rispondo.
"Cristo, Giada, dove sei?" é James. Mio Dio. Perché?
Guardo Davide, supplichevole, e lui mi mostra una nota con scritto l'indirizzo.
"Dimmi dove cazzo sei, che ti veniamo a prendere!"
Strizzo gli occhi, lasciando cadere due lacrimoni, e non appena Davide mi punta di nuovo quell'aggeggio, notando che non parlo, rispondo a James:"Pronto? James?"
"Giada, sì, dove sei? Dove sei?!"
"James, mi trovo nella Biron avenue."
"D'accordo, arriviamo. Tieni duro"
Davide sorride soddisfatto, e allontana l'arma dalla mia tempia. Ma non posso farlo. Non posso.
"James, é una trappola, vi uccideranno!"
"Come?"
"Non venit-"
Davide mi tappa la bocca con la mano, ed ecco che un secondo proiettile si insinua nel mio corpo, stavolta nel petto. E questo fa più male di prima.
Cado per terra, perdendo i sensi e poi, non lo so.POV James
Mentre frugo in mezzo alle scartoffie di Giada, sperando di trovare qualche indizio che mi aiuti a capire dove possa essere, ecco che il mio telefono squilla. Mi alzo dal letto, e prendo in mano l'oggetto, che intanto continua a squillare.
Mi sorprendo nel vedere che il numero che mi sta chiamando non é nella mia rubrica.
Sono incerto se rispondere, ma... e se fosse qualcuno che chiama per Giada?
"Pronto"
"Pronto?" la sua voce mi risveglia del tutto, e in un attimo sono vigile e desto.
"Cristo, Giada, dove sei?"
La mia voce risulta piú preoccupata di quello che pensavo.
Non risponde... Quindi ripeto la domanda.
"Dimmi dove cazzo sei, che ti veniamo a prendere!"
"Pronto? James?"
"Giada, sì, dove sei? Dove sei?!"
"James, mi trovo nella Biron avenue."
"D'accordo, arriviamo. Tieni duro"
Sto per mettere giù il telefono, ma lei continua parlarmi.
"James, é una trappola, vi uccideranno!"
"Come?"
"Non venit-"
Qualcuno le tappa la bocca, e poi si sente uno sparo.
La telefonata viene chiusa.
Trasalisco e sussulto al rumore dello sparo.Anche se é una trappola, come ha detto lei, non mi importa, non mi importa, lei é la mia Giada.
E se quello sparo fosse stato indirizzato a lei?
Balzo fuori dalla camera, e avverto gli altri della chiamata.
"Ragazzi, so dove si trova Giada"
Tutti balzano in piedi, e mi fissano. Maria mi si avvicina, mentre io prendo le chiavi dell'automobile, deciso più che mai a portarla in salvo.
"Dov'è?"
"Mi ha dato l'indirizzo, forza, salite tutti in macchina"
Scendiamo le scale, ed entriamo in macchina. Premo del tutto l'acceleratore, e corro a più non posso.
Maria mette la testa tra i due sedili, e domanda:"Almeno sta bene?"
Ripenso allo sparo udito nella chiamata.
"Non lo so, a fine chiamata qualcuno ha sparato"
Logan balza sull'attenti: "Come sparato?"
"Sparato! Logan, quanti significati conosci per la parola 'sparato'?"Guardo la strada, ma i miei pensieri sono tutt'altro. Come sta? Perché é stata rapita? E soprattutto, é viva? Questa é la domanda che mi prende più di tutto, e della quale risposta ho più timore. E se non lo fosse? Se fosse troppo tardi? Non me lo perdonerei mai.
Freno bruscamente dopo aver raggiunto l'edificio, e scendo velocemente dall'auto.
Mentre gli altri mi seguono, mi avvicino a loro.
"Sentite, per telefono, Giada mi ha detto che é un'imboscata, che é una trappola."
"Non mi interessa, noi la tireremo fuori, e la faremo pagare a quei pezzi di merda lì dentro" risponde Carlos risoluto.
Annuisco, e, insieme, determinati e uniti più che mai, entriamo in quest'edificio spettrale.
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SHOW ME • James Maslow & Logan Henderson
FanficUn viaggio inaspettato, un passato burrascoso ripercorso sul presente, un incontro "quasi" fortuito e la nascita di fiamme ancora incerte. Sono questi gli elementi alla base del cammino, a tratti comico e a tratti doloroso, che le migliori amiche Gi...