Quarta Parte

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Strano oggetto lo specchio.
Riflette la realtà.

19 Aprile 1999

La scuola sta per terminare, sta per arrivare l'estate. Saranno tutti eccitati per questo.
A me non fa né caldo né freddo. Abito vicino al mare, ma non ci ho mai messo piede. Stare a contatto con le persone mi fa sentire a disagio.

Entro in classe ma nessuno se ne accorge e sento quello che non avrei dovuto sentire.
" Ma lo sai che Mila l'ha fatto con il suo ragazzo? Non so come faccia Noah a stare ancora con quella ritardata. Ma perché è così? Non si cura minimamente sembra un sacco della spazzatura."
"D'altronde l'hanno trovata proprio nella pattumiera, i genitori l'hanno abbandonata quando era neonata"
"Ah ora si spiegano molte cose"
E scoppiano a ridere.
Invece io ho nient'altro che disgusto verso di loro. Permettersi di parlare in quel modo di me e dei miei genitori.
È veramente troppo, ho sopportato troppe cose nel corso degli anni.
Prendo quelle due papere dai capelli e le sbatto contro l'armadietto presente nella nostra aula.
"Dovreste vergognarvi, io non avrò i genitori, e posso anche essere stata trovata in un cassonetto, ma almeno un minimo di buonsenso ce l'ho, se dovete parlare dei cazzi miei almeno assicuratevi di non avere nessuno attorno. Ah e si, io e Noah scopiamo già da un po' di tempo, intanto voi siete ancora due verginelle  del cazzo, fatevele due domande."
Con questo esco da quella scuola, chiamo Noah che non era ancora arrivato in classe e gli dico di venirmi a prendere.
Voglio andare via da qui.

8:40

Noah arriva e io non posso fare altro che piangere sulla sua spalla. Siamo ancora nel cortile della scuola, ma poco mi importa. Lui non dice niente, semplicemente non esita a portarmi nella sua macchina e rimaniamo abbracciati per tutta la mattina.

Noah aveva una macchina terribilmente piccola, per questo non ci era mai nemmeno saltato in mente di fare l'amore lì. Però ne abbiamo entrambi  bisogno e piano piano mi abbassa i leggings e le mutandine e lui fa lo stesso con i suoi jeans neri, si infila il preservativo e intanto mi accarezza dolcemente, per poi penetrarmi e lo fa in modo più veloce e violento rispetto alle altre volte, era quello che volevo e lui mi capiva sempre.
"Grazie. È talmente bello"
"Sei fantastica, cazzo"
"Anche tu lo sei "ansimavo e facevo versi strani.
"Sto per venire Mila" dopo questa frase viene dentro di me e io lo seguo, lui continua ad accarezzarmi i seni sotto la maglia, le sue mani sono sempre fredde e questa cosa mi eccita più di qualsiasi altra cosa.

Dopo aver fatto l'amore abbassa lo schienale del sedile e mi accoccolo su di lui, accende la radio e mette il CD dove c'era la nostra canzone.
"La vie en rose"cantata in inglese.

Hold me close and hold me fast

La prima frase, la nostra frase, indicava quel momento.

Stringimi forte, stringimi presto.

Lui alza la testa, come se si fosse accorto di qualcosa, esce dalla macchina e vedo che si abbassa per raccogliere qualcosa. Quando torna, ha una rosa gialla in mano e mi dice.
" Questa sei tu, sei la mia rosa preferita"

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