Credevo che le loro voci potessero essere le ultime cose che avrei ascoltato nella mia vita.
Mi ritrovavo accovacciato su un pavimento grigio. Grigio come i capelli di Rosalba.
Il pavimento si estendeva all infinito, avrei potuto fare un passo e vedere se ci fosse qualcun altro, anche se mi sarei accontentato di trovare un gatto in fin di vita. Invece non riuscivo a muovermi. Mi guardai le gambe ed ero legato, legato al pavimento tramite delle manette. Non avrei comunque potuto cercare nessun gatto. Neanche un fungo se proprio avessi voluto vedere almeno un qualcosa di completamente inanimato.
Iniziai a dondolarmi avanti e indietro abbracciandomi le gambe. Tutte quelle sensazioni di paura si erano trasformate in un attacco di panico. Nella mia testa risuonavano i rumori della grande città, i clacson, la musica, le grida delle persone di prima mattina. Sentivo anche gli odori delle fogne e quelli di marcio che c'erano sui tram.Capii più tardi che quello in cui mi trovavo si chiamava "sogno lucido" che però non riuscivo a controllare.
Infatti iniziai a vedere strane immagini, come zombie che volevano aggredirmi e molteplici onde mi travolsero lasciandomi addosso un senso di soffocamento.
Una volta apparì anche mia madre, mi guardava da lontano senza muoversi, poi la vidi impiccarsi ad un albero spuntato dal nulla.
Chiusi gli occhi per non vedere più niente e mi misi a canticchiare una canzone a caso. Volevo svegliarmi e ritrovarmi a casa mia, con mio padre che prepara i fucili per andare a caccia e mia madre che fa il caffè. Invece sapevo che se mi fossi svegliato sarei stato ancora in quella stanza bianca, senza riuscire a parlare e neanche a muovermi.
Allora l unica soluzione e lasciarsi morire.
Magari se fossi rimasto fermo in quella situazione di stallo non mi sarei mai più svegliato, forse se mi fosse apparso un coltello non molto distante da me...
Poco dopo apparve appunto un luccicante coltello, abbastanza vicino da essere afferrato. lo guardai più e più volte. Mi guardai anche il braccio, era così rosa, così tenero. Magari essere lacerato da una lama non era così brutto, infondo avevo conosciuto tante persone che si infliggevano delle lesioni alle braccia per sfuggire al dolore dello spirito. Magari avrei potuto provarci anch'io. Magari avrei potuto andare più in profondità con la lama e lasionare anche dei nervi o direttamente la vena. Non deve essere così male infondo...
La punta del coltello toccò la mia pelle. Ormai non mi sarei più fermato. Avevo voglia di farmi del male...《Negativo...》sentii dire da Rosalba. Ero di nuovo tornato alla realtà purtroppo, o per fortuna.
《Cosa intendi dire per negativo?》chiese Eugenio
《Non ha nessun riscontro con i DNA di razze aliene》
《Non è possibile... eppure... Lucifero non può aver sbagliato》
《Era tutto una coincidenza, non è uno di noi. Dobbiamo lasciarlo andare.》
《Come mai non parla? Questo non te lo spieghi?》
《Un sintomo da shock. Ti per ogni evenienza fagli la fiala GB009.》
《Va bene sorella... però non capisco...》
《Non c'è niente da capire. Vado a dare i risultati delle analisi a Liam, tu fai quello che ti ho detto.》Poco dopo sentii pizzicare tutto il corpo e mi venne l'istinto di grattarmi, ma non potevo farlo.
《Ci hai messo nei guai Anthony. Adesso chi glielo dice a Lucifero.》Caddi di nuovo in un sonno profondo. Quando riaprii gli occhi però mi ritrovavo sullo sporco e puzzolente divano di casa mia. Davanti a me era seduto Gregorio che leggeva ancora il suo libro.
《La bella addormentata si è svegliata finalmente》
《Come sono arrivato qua?》 Chiesi spaventato. Avevo un leggero tremolio alle mani ma quello era l ultima cosa a cui dovevo pensare.
《Ti sei addormentato, non ti ricordi? Sei tornato stanco morto dalla spedizione con i tuoi amichetti e sei collassato sul divano.》
《No...non ricordo》
《Male, male... l università ti sta facendo impazzire. Hai mai pensato di prendere qualche settimana di pausa?》
《Ma quale pausa. Io devo laurearmi prima dell'estate.》 Urali alzandomi di botto. La testa iniziò a girarmi.
《Non mi dovresti urlare contro, perché non hai più rispetto verso di me?》 Disse guardandomi fisso. Iniziò ad assumere una strana colorazione, quasi verdastra.
《Cos'hai Giorgio?》
《Oh... nulla》disse guardandosi le mani per poi correre nella sua stanza.In cucina rimasi io con il suo libro. Mi avvicinai ad esso. Aveva una copertina rigida di colore nero. Nessun titolo. Solo un segnalibro dorato che spuntava dalle pagine. Aprii in una pagina a caso ma non ci trovai scritto nulla. Tutte le pagine erano completamente bianche, eppure lui passava ore e ore su quei fogli di carta.
Ormai dopo tutto ciò che avevo vissuto, o solo immaginato nella mia mente, non mi importava più di nulla. Nè del motivo per cui il mio coinquilino fosse diventato verde e neppure come mai leggesse un libro senza che si fosse scritto qualcosa.
Volevo solo dimenticarmi di tutto e tornare alla mia normalità, fatta di calcoli infiniti, di ricerche e studi sui meteoriti con il professor Genovese.
E sopratutto, conseguire l esame di laurea senza finire in psichiatria.
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Anthony Bright e la terza specie (IN REVISIONE)
Science FictionANTHONY BRIGHT E LA TERZA SPECIE #20 in Fantascienza --- 2 Marzo 2017 #22 in Fantascienza ---10 Maggio 2017 #29 in Fantascienza --- 9 Maggio 2017 Anthony ha voluto scrivere il libro della sua vita e farlo leggere al mondo intero tramite la mia p...