Il fumo mi riempiva i polmoni.
Il caos si era fatto largo in quella piazza.
Non si vedeva nulla.
Mi accovacciai a terra.
Tra le grida speravo di captare le voci dei miei genitori.
Il mio sguardo vagava senza meta in un mare grigio.
La nube non sembrava volersi dissolvere.
《Non devi scappare》 sentii una voce delicata dirmi qualcosa. Guardai meglio e tra il fumo si vedevano nelle sfere luminose fluttuare tra la gente. Una di quelle si era posizionata proprio davanti a me.
《Non dovresti aver paura di loro. Non ti vogliono far del mare. Vogliono aiutarti.》
《Loro chi? Cosa sei tu?》chiesi cercando di capire se ciò che vedevo e sentivo era realtà o solo frutto della mia immaginazione
《Non importa cosa sono io. Dovevo farti sapere solo che nessuno ti vuole fare del male... per ora.》
《Per ora?》
《Finché non scopriranno chi sei e si saprà in giro》
《Perché, cosa sono io?》
La sfera si allontanò da me lasciandomi così, inerme, spaventato e con un sacco di dubbi.
《Lucifero, respira!》qualcuno gridò molto vicino a me 《non puoi abbandonarci per un po di fumo...》
Una fonte di luce illuminò tutta la piazza facendosi spazio tra le molecole di quel gas e finalmente, chissà come, la nube sparì.
Intorno a me tantissime persone erano svenute, tra cui anche Luca, il ragazzo con cui avevo parlato.
Arrivarono velocemente molte ambulanze che caricarono le persone ferite verso l ospedale, tra le quali riconobbi mio padre.
《Papà, come stai? Rispondimi》 corsi vicino a lui.
《Sì riprenderà tesoro...》 cercò di rassicurarmi mia madre.
Salì sull ambulanza con lui, non potevo lasciarlo solo.
Il viaggio non fu lungo per fortuna e il primo soccorso lo fecero proprio i volontari della croce.
《Voi sapete cos'è successo?》chiesi a chi era con me sull'ambulanza
《No, probabilmente è stata una macchina di quei ragazzini che non sanno neanche come funziona un motore》 mi rispose acido un ragazzo.Arrivati in ospedale portarono mio padre in un corridoio dove avevano messo altre persone ferite.
《Papà, stai bene? Ti aiuteranno vedrai》 gli dissi, ma lui non rispondeva.
Mi girai a guardare chi altro era su una barella e riconobbi Luca. Un dottore gli si avvicinò.
《Lu cosa è successo?》
《Non lo so...》 tossì molte volte e nel frattempo indicava le persone intorno a lui con faccia severa, come per mettere in guardia qualcuno 《non so se sia stato un motore fuso di qualche incapace o altro...》
《C'erano una decina di Fiw che giravano in piazza.》 Continuò Edoardo che era rimasto affianco a Luca
《Cosa ci facevano i Fiw a Verona?》chiese il medico
《Stavano cercando qualcuno. Di certo non sono stati loro però a fare tutto questo disastro...》
《Luca... dici che sono stati i tuoi...》
《Molto probabilmente, ma non ne sono sicuro. Ormai è andata. Adesso pensate a occuparvi di queste persone. Non vogliamo avere problemi lo sai. Qualsiasi cosa sia stato, se qualcuno sta male finiremo tutti nei guai.》
Il dottore fece un cenno di approvazione con la testa e se ne andò.
Edoardo e Luca iniziarono a parlare, questa volta a bassa voce così che io non potessi sentire ciò che dicevano.
Nella mia testa c'erano una marea di domande alle quali però non volevo trovare risposta se non quella che era tutto nella mia testa. Certo, come se fosse possibile, eppure non volevo pensare neanche lontanamente che fosse tutto vero.Passarono due ore e nel frattempo molte persone ferite furono mandate a casa perché stavano discretamente bene. Mio padre invece, pur essendosi svegliato, aveva ancora problemi alla respirazione.
《Dovremo fargli una tac》 annunciò un dottore
《Cosa potrebbe essere? Ha inalato del fumo, ha più di 60 anni, ma non dovrebbe essere in queste condizioni》
《Proprio per questo che vogliano fare dei controlli più approfonditi. Metteremo suo padre in una stanza e lo attaccheremo ad una bombola d ossigeno per aiutarlo.》
Rimasi immobile a guardare mentre lo portavano via. Mio padre stava male e io non potevo fare nulla.
《Sicuramente non è nulla di grave》 mi girai e dietro di me c'era Luca, con un paio di fogli in mano e una felpa sul braccio 《volevo proporti un caffè, appena puoi ovviamente. Dovrò passare a Milano la prossima settimana, semmai chiamami quando sei di nuovo lì. Ti volevo proporre qualcosa...》 mi disse porgendomi un bigliettino su cui c'era scritto il suo numero
《Va bene, allora ti avviso quando torno a Milano》Mi lasciarono da solo, sarei dovuto andare da mio padre, invece rimasi lì, a fissare quel foglietto e a ricordare tutto ciò che era successo.
《Signor Bright, suo padre sta andando a fare la tac, lo vuole accompagnare o lo aspetta in stanza?》
《Lo aspetto...》 risposi facendomi accompagnare dove avrebbe riposato per qualche giorno.
Mandami un messaggio a mia madre dicendo che era tutto a posto ma che avrebbero tenuto papà sotto controllo. Non volevo farla preoccupare.Aspettai su una sedia. Ormai fuori era buio. Mi alzai e andai verso la finestra. Il vedrò rifletteva la mia immagine. Ero un cadavere. Bianco come un lenzuolo.
《Suo padre ha appena fatto la tac. Appena avremo i risultati glieli comunicheremo.》disse un dottore seguito poi da un infermiera che portava mio padre in stanza 《credo che sia meglio che lei vada a casa a riposare...》 si fermò per qualche istante a guardarmi 《Ma lei è anemico? Si sente bene?》
《Io sto benissimo, voglio solo sapere come sta mio padre.》
《Forse dovremmo farvi delle analisi del sangue...》 disse avvicinandosi a me
《Non ho bisogno di niente. Solo sapere che mio padre sta bene e che può tornare a casa.》
《È molto pallido. Se lei sta male non potrà essere d aiuto al signor Bright.》
《Ho detto che sto bene...》
《Come vuole. torniamo appena abbiamo i referti.》Mio padre si mise subito a dormire. Vederlo attaccato alla bombola d'ossigeno mi rattristava parecchio.
Mi guardai le mani e il colore era sempre più bianco. Forse avrei dovuto mangiare qualcosa.
《Anthony, dobbiamo tenere sotto controllo suo padre e fare altri controlli più specifici.》 Il dottore era comparso dalla porta con aria seria 《per stasera può tornare a casa. L'aspetta domani un mio collega. Ci occuperemo noi di suo padre, non si preoccupi.》Sapevo che qualcosa non quadrava ma non potevo fare di più, speravo solo che non fosse davvero nulla di grave. Non c'è l'avrei fatta a perdere mio padre.
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Anthony Bright e la terza specie (IN REVISIONE)
Science FictionANTHONY BRIGHT E LA TERZA SPECIE #20 in Fantascienza --- 2 Marzo 2017 #22 in Fantascienza ---10 Maggio 2017 #29 in Fantascienza --- 9 Maggio 2017 Anthony ha voluto scrivere il libro della sua vita e farlo leggere al mondo intero tramite la mia p...