Capitolo 12

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Il campanello della porta suonò. Era arrivato mio padre.
Dalla porta comparve una grossa figura un po' impacciata ma tutto sorridente come sempre.
《Simona, ho trovato cosa fare questa sera.》 Annunciò alzando in aria un foglio tutto colorato come se fosse il biglietto del terno all'otto 《hanno allestito una mostra di auto d'epoca》 sembrava un bambino a cui è stato appena regalato un biglietto per il circo. Infondo mio padre era così, diventava l'uomo più allegro del mondo con pochissimo.
Io ero nel corridoio ad assistere alla scena. Un'aria malinconia mi pervase. Stavamo così bene una volta, eravamo la famiglia perfetta, ai miei occhi da bambino ovviamente. Poi scelsi di andarmene a Milano a spese dei miei genitori e le nostre vite presero inclinazioni sbagliate, molte volte contro la nostra volontà, anche se pensavo spesso fosse tutta colpa mia.
Adesso ad esempio mi ritrovavo a scappare da chissà chi ed egoisticamente stavo in quella casa, ad aspettare che qualcuno facesse del male anche a loro. "Non sarei dovuto venire" mi ripetevo nella testa, ma allo stesso momento sapevo di dover passare un po di tempo con i miei cari, me l'avevano chiesto tante volte.

《Chi si fa vedere dopo tanto tempo》disse mio padre venendomi ad abbracciare sei sempre più magro figlio mio. L'università ti sta prosciugando》 aggiunse ridendo 《ti facciamo mettere su un po di carne noi questi giorni.》
Mia madre aveva già apparecchiato, era tutto pronto per mangiare. Sedermi a tavola con loro mi faceva uno strano effetto.
Mi sentivo come se non appartenessi più a quel ambiente. Mi sentivo inadatto. Una voce dentro di me diceva "non devi stare lì", poi vedevo gli occhi sorridenti dei miei genitori e allora pensavo "questo è l'unico posto in cui ho il bisogno di stare"
"Egoista" continuò la fastidiosa vocina. Cercai di ignorarla facendo finta di niente. Qualsiasi cosa fosse accaduta in futuro i miei genitori avrebbero ricordato questi giorni come momenti felici passati assieme.

Dopo mangiato eravamo già per strada. I miei genitori camminavano a braccetto come due fidanzatini adolescenti. Mi facevano tanta tenerezza.
La mostra non era molto lontana da casa.
《Guarda questa che bella》 urlò mio padre correndo verso un auto 《questa figliolo ce l'avevo io una volta. Ti ricordi Simona come frecciavo per le strade. Tutti l'ammiravano.》disse soddisfatto
《Poi l'hai miseramente distrutta. Come tutte le auto che hai avuto》 aggiunse mia madre.
Il mio sguardo cadde su un cartellone 《ibridi e progetti futuri》quella parola, ibridi, mi fece accapponare la pelle. Come se si trattasse di qualcosa di non umano. Un ibrido.
《Un ibrido è un modello di auto che lavora sia con un motore tradizionale che con un motore elettrico. È molto comodo. "Ibrido" lo puoi usare come aggettivo per descrivere molte cose, non solo per le macchine... magari per degli esseri viventi》 la voce che parlava apparteneva ad un ragazzo non molto alto, con una felpa col cappuccio nera e gli occhi enormi verdi. Lo riconobbi subito : era il giovane che mi chiese una sigaretta alla fermata del tram 《ah ma noi ci conosciamo già vero?》 Continuò tendendomi la mano
《Credo di si. Piacere, Anthony》
《Io sono Luca.》
La cicatrice sul suo volto non era svanita e gli occhi si presentavano molto profondi. Come se non fossero veri. Quasi due cristalli in cui puoi immaginare di vedere l'universo in tutta la sua bellezza.《In questa piazza ci sono esposte le ultime tecnologie in fatto di macchine, dagli ibridi a nuove idee realizzate da giovani ragazzi.》
《Ma non era una mostra di auto d'epoca?》
《Sì, ma noi volevamo includere anche qualcosa di moderno così abbiamo convinto il sindaco a farci fare una piccola esposizione.》aveva una tonalità vocale da narratore. Qualsiasi cosa  riusciva a non farti distrarre.
《Luca, come faccio a spiegare ai bambini che non devono toccare l'auto? Non posso stare a lucidarla sempre》 Luca sorrise leggermente,  forse era più uno scherno.
《Anthony, questo è un mio collaboratore...Eugenio》disse mentre io e quel ragazzo ci stringevamo la mano. Una scarica mi attraversò la spina dorsale. C'era qualcosa in loro, in quel posto, che non andava. Mi sentivo come sotto tiro. Di nuovo trasformato in una bistecca fresca ed invitante in mezzo ad un branco di lupi affamati.
Non so se lo sai, ma noi lavoriamo ad un modello con un motore ecosostenibile》 distrusse quel silenzio imbarazzante il giovane 《ci lavoriamo da un sacco di tempo, ma ancora non è sperimentato se possa funzionare davvero》 indicò con un dito una macchina grigia dal design innovativo e sicuramente molto aerodinamico 《è una macchina ad anidride carbonica.》
《Un auto che purifica l'aria?》
《Esattamente. Almeno...Questa è l'intenzione.》
《È molto bella anche esteticamente》
《Oh si, Rosalba ci ha lavorato tanto...》 il tempo sembrava esserci fermato. Possibile che quel nome mi dovesse perseguitare così?
Poi mi ricordai.  Edoardo e Rosalba erano fratelli, loro due mi avevano rapito.
Una mano mi si appoggiò sulla spalla e io restai fermo come una pietra. Mi aspettavo qualcosa, una loro mossa per farmi di nuovo del male.
《Rosalba, che si è presa una bella vacanza e da più di un mese è in Spagna. Fortunata leim》disse sicuro Luca. Intravidi però uno sguardo severo, come di rimprovero nei confronti del suo collega.
《Sì...è...vero...non la si vede da tanto tempo》risposte quasi con aria terrorizzata Edoardo.

Tornai a respirare. Stavo diventando solo paranoico.
Mi stavo costruendo castelli in aria.
O almeno lo volevo credere.
Volevo credere che tutto fosse nella mia testa.

Mi guardai intorno cercando i miei genitori ma non li vedevo. Ad un certo punto la piazza si ricoprì di fumo per il quale non si riusciva a vedere oltre il proprio naso. Il fumo si faceva largo nei nostri polmoni e questo ci portava a tossire ripetutamente.
《Lucifero! Lucifero!》 Sentì gridare da qualcuno non molto lontano da noi.
In tutta quella confusione quel nome risuonava nella mia mente.
Lucifero.
La mia impressione non era sbagliata. Qualcuno di loro era qui e io dovevo andarmene il più velocemente possibile.

Anthony Bright e la terza specie  (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora