Mi sveglio di soprassalto per il rumore proveniente dalla mia cazzo di sveglia, rispiaccico il viso sul cuscino mentre inizio a tastare con la mano sul comodino in cerca di quel stramaledetto aggeggio senza riuscire però a trovarlo, decido così di mettermi seduta e di aprire gli occhi e alla fine la trovo a terra, le tiro un calcio e finalmente il suono assordante si spegne. Mi alzo dal letto e stroppicciandomi gli occhi vado verso il bagno per farmi una doccia e cercare di darmi una rinfrescata dalla serata di ieri. La testa mi pulsa e quando guardo il mio riflesso nello specchio quasi salto per lo spavento, i miei lunghi capelli neri di solito perfettamente lisci sono ora arruffati e pieni di nodi, sotto gli occhi verdi tutti arrossati ci sono due borse gonfie e nere. Insomma per quanto la mia faccia in questo momento sia pallida e malaticcia sembro quasi Morticia della Famiglia Adams, solo meno sexy e più cessa. Senza indugiare oltre sulla mia orribile figura entro nel box doccia e apro l'acqua, sentire la scia che l'acqua gelida forma sulla mia pelle mi rilassa e subito il dolore alla testa diventa meno forte, come se l'acqua scendendo se lo portasse via.
Dopo essermi lavata mi asciugo i capelli e li stiro con la piastra, mi trucco leggermente e mi vesto. Indosso un paio di pantaloncini in jeans con sotto delle calze a rete e completo il tutto con una t-shirt strappata in vari punti ed il mio solito paio di anfibi neri. Recupero lo zaino e prima di scendere di sotto per mangiare qualcosa, mi guardo allo specchio sorridendo fieramente all'altra me nello specchio.
Qualche secondo dopo quando passo davanti l'entrata della cucina noto il compagno di mia madre comodamente seduto con una tazza di caffè appoggiata sul tavolo davanti a lui ed il giornale tra le mani perciò decido di tirare dritto e lasciar perdere la colazione, ma visto che la sfortuna mi perseguita mia mamma mi vede prima che riesca a svignarmela.
<<Hei buongiorno. Vieni a fare colazione con noi tesoro>> La sento chiamarmi.
<<Cazzo. C'ero quasi riuscita>> Sussurro tra i denti <<Arrivo mamma>> Esclamo poi a voce un po più alta.
Entro nella stanza e mi siedo a tavola, aspetto che mia madre versi, nella tazza che aveva già appoggiato davanti a me, un po di caffè e del latte a cui io aggiungo quattro cucchiaini di zucchero.
<<Ci vuoi anche del caffellatte con tutto quello zucchero?>> Interviene poi Mr Rompicoglioni, guardandomi storto da dietro il quotidiano invece che continuare a farsi i cazzi propri.
<<Ha ha ha mi fai morire Johns>> Esclamo sorridendo falsamente all'uomo che mia madre ha sposato.
<<Selena Benson. Modera il linguaggio>> Strilla mia mamma in preda ai nervi, neanche avessi bestemmiato.
Scelgo di lasciar perdere, quindi tracanno il mio caffellatte e senza dire altro esco di casa con le cuffiette nelle orecchie, direzione scuola.
Arrivo una quindicina di minuti in anticipo così mi siedo sul muretto vicino al cancello d'entrata, mi accendo una sigaretta e tiro fuori dallo zaino il libro che sto leggendo al momento mentre aspetto Ethan, sempre che sia riuscito ad alzarsi questa mattina.
<<Hei Benson>> Qualcuno mi chiama ad alta voce dall'altro lato del parcheggio.
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I'm Perfectly Fine
Teen FictionSelena è una normale ragazza alle prese con l'ultimo anno di liceo e i soliti problemi che affliggono ogni adolescente della sua età, le uniche cose che forse la differenziano dagli altri sono dei genitori che non la calcolano, un migliore amico gay...