■ CHAPTER THREE ■

33 2 0
                                    

<<Hei Benson!>> Qualcuno mi chiama ad alta voce dall'altra parte del parcheggio.
Non serve nemmeno che io alzi il viso dal libro che sto leggendo, ho già riconosciuto la voce della persona che ha parlato. Finisco con calma di leggere le ultime righe del capitolo a cui sono arrivata poi alzo finalmente gli occhi incontrando quelli verdissimi di Sebastian Craig che se ne sta in piedi davanti a me, la sigaretta tra le labbra e gli occhiali da sole, ovviamente firmati Christian Dior, elegantemente posati sulla fronte a tenere lontano dagli occhi un ciuffo ribelle.
<<Che vuoi Craig?>> Domando in cagnesco.
<<Mmh, ti ho visto tutta sola soletta e ho pensato di venire a farti compagnia>> Esclama con un tono così melenso da essere per forza falso.
<<Lo sai il detto no?>> Domando sorridendo falsamente <<"Meglio soli che mal accompagnati">> Glielo cito subito dopo senza lasciargli il tempo di dire qualcosa.
Comincio a sistemare le mie cose nello zaino sotto il suo sguardo vigile, e quando spengo la sigaretta faccio apposta a lasciarla cadere sopra la punta delle sue Stan Smith nuove di zecca, al che mi fissa stringendo gli occhi fino a farli diventare una strettissima fessura. Lo sento imprecare mentre mi alzo e dandogli le spalle raggiungo il gruppo di ragazzi che si sta dirigendo in classe.

Anche se è il primo giorno di scuola i professori hanno comunque deciso di iniziare a spiegare a noi ragazzi di quinta prendendosi così in vantaggio per l'avvicinarsi della maturità, comunque per me non è un problema visto che oggi il mio orario è composto solo dalle mie materie preferite e da un'ora di educazione fisica.
Alla prima ho lettere con l'insegnante migliore del Mondo, una donna un po paffuta dai corti ricci rossi che trasuda gentilezza e visto che insegna una delle materie che più mi appassionano, per le successive due ore seguo la sua spiegazione senza mai distrarmi, tranne che per una volta quando Graig entra in classe a metà della prima ora per consegnare qualcosa interrompendo così la signora Rosenberg. Non mi rendo neanche conto che la campanella di fine lezione è già suonata, trovandomi così ad essere l'ultima ragazza ancora in classe.
<<Hai trovato la lezione interessante?>> Mi chiede la professoressa con un sorriso mentre sto raccogliendo le ultime cose sparse sul banco.
<<È stata divina, il modo in cui ha spiegato la tragedia scritta da Shakespeare, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, ero come incantata>> Dico tutto d'un fiato <<Oh mi scusi sto straparlando>> Esclamo imbarazzata subito dopo lasciando perdere tutte le mie cose, la donna invece ride divertita.
<<Ah tranquilla tesoro, sono contenta che ci siano ancora degli alunni che si appassionano alla letteratura in questo modo>> Dice con un sorriso e stringendomi con leggerezza la spalla.
Le sorrido grata e continuo a farlo anche quando lei è ormai uscita dalla classe. Finisco di sistemare le mie cianfrusaglie e preparo i libri per l'ora dopo.
Quando sto per uscire dalla classe un gruppo di ragazzi, probabilmente appartenenti agli studenti che hanno lezione qui dopo di noi, irrompe nell'aula travolgendomi.

I'm Perfectly FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora