■CHAPTER FIVE■

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<<Smettila deficiente>> Lo sgrido scoppiando a ridere.
Da quando siamo usciti da scuola Ethan continua fare lo stupido cercando di tirarmi su il morale e il bello è che ci riesce pure, anche se sta facendo solo strane smorfie tirandosi la pelle del viso.
Camminiamo uno accanto all'altra lungo la strada diretti a casa mia, mentre ci raccontiamo le ultime novità. Ethan mi racconta del ragazzo con cui ha avuto una storia al campo della parrocchia, mi spiega tutto nei minimi particolari senza tralasciare nulla ed io non posso fare a meno di arrossire.
<<Altro che parrocchia>> Sussurro sorridendo divertita.
<<Come va con i tuoi?>> Chiede poi a bruciapelo.
<<Come vuoi che vada? Va come sempre>> Rispondo restando sul vago <<Ah, a proposito di mia madre, oggi lei e il suo fidanzato resteranno fuori per pranzo e poi andranno a vedere una recita teatrale o una cosa simile, quindi che ne dici di venire da me? È tanto che non passiamo insieme un pomeriggio come si deve>> Propongo, subito dopo, cambiando argomento.
<<Perché no? Sappi però che alle quattro devo andare a prendere mio fratello all'asilo>> Mi informa con un sorriso.
<<Non c'è problema vengo con te, è molto che non vedo Cam>> Esclamo allegramente.

Quando arriviamo a casa mia, la troviamo deserta. Raggiuniamo la cucina e sopra al bancone troviamo un biglietto con la scrittura di mia madre "Siamo usciti a pranzo torneremo questa sera, se hai fame cucinati qualcosa. Mamma" dice.
<<Che stronza>> Sibilo velenosa. Una madre normale se esce lascia qualcosa di pronto nel microonde o almeno si preoccupa che la figlia abbia effettivamente le capacita di cucinarsi da mangiare dopo un'estenuante giornata a scuola.
<<Tutto bene Sel?>> Domanda Ethan preoccupato appoggiandomi una mano sulla spalla con fare fraterno.
<<Si tutto ok>> Rispondo piegando la testa fino ad appoggiare la guancia sul dorso della sua mano al che lui diventa ancora più preoccupato.
<<La mia povera piccola Selena>> Sussurra tra i miei capelli dopo avermi abbracciata, mi lascio stringere per qualche minuto ricambiando il gesto.
<<Che ne dici di prepararci qualcosa per pranzo?>> Chiedo poi sciogliendomi dalla sua stretta.
<<Si, che prepariamo?>> Mi sorride contento.
<<Uhm, patatine fritte e cotoletta alla milanese?>> Propongo con l'acquolina.
<<Va bene, però muoviamoci a cucinare prima che tu finisca per allagare tutta la cucina con la saliva che ti sta colando dalle labbra>> Mi prende in giro ridendo.
<<Ma che simpatico>> Dico facendogli la linguaccia.
Lui ride più forte per poi mettersi a recuperare padelle e pangrattato mentre io prendo il resto.
Finito di mangiare, sparecchiamo e decidiamo di salire in camera mia.
Non appena entriamo Ethan si mette a rovistare nel mio armadio, scuotendo la testa deluso ad ogni capo che passa in rassegna.
<<Cos'è possibile che una ragazza dall'aspetto meraviglioso come te non abbia un minimo di stile?>> Domanda a nessuno in particolare.
<<Che vuoi dire? Io ho stile. Solo che è uno stile tutto mio>> Esclamo punta sul vivo guardandomi le punte dei piedi con fare interessato.
<<Certo stellina, come preferisci>> Mi accontenta sedendosi accanto a me.
Sbuffo infastidita mentre raccolgo i miei lunghi capelli un una coda e prendendo le cuffiette mi sdraio sul letto.
<<Condividi>> Mi ordina strappandomi una cuffietta.
<<Se proprio devo>> Acconsento cliccando play su una delle mie canzoni preferite.
<<Adoro questa canzone>> Esclama cominciando ad intonarla.
<<Per questo sei mio amico>> Gli faccio notare staccando le cuffiette e lasciando che a musica si propaghi per la stanza.

Mi alzo in piedi trascinandomi dietro anche Ethan e iniziando a ballare sulle note di Simphony.

I'm Perfectly FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora