Perché?

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Un giorno mi chiese:
« Perché voi artisti siete sempre così strani? Siete sempre tristi, eppure avete tutte le doti di questo mondo...»
Noi fui capace di dare una risposta a quella domanda.
« Te lo spiegherò.» dissi.

E adesso nella mia testa ancora e solo quella domanda vagabonda senza meta.

Probabilmente lascerò in sospeso anche questo punto interrogativo fino a quando non mi renderò conto di aver avuto la risposta sotto il naso per tutto quel tempo; ma sarà troppo tardi.
Qualcun altro avrà risposto alla domanda che mi fu posta e che io poi posi a me stessa.
Qualcun altro avrà scritto sui puntini al di sotto della domanda la risposta che cercava; che cercavo io.

« Perché non apri gli occhi? Guardati intorno: sei circondata da persone che non hanno la più pallida idea di chi tu sia e si vantano in giro di essere presenti nella tua vita come 'importanti', 'indispensabili'...»

Già, me lo diceva tante volte.
Mi ricordava di continuo che avrei dovuto circondarmi di persone dall'intelletto superiore, di sentimenti sani e altre caratteristiche troppo poco concrete per essere trovate in ogni individuo che conosco.

Probabilmente, però, dovrei aprire gli occhi.
Dovrei farlo.
Troverei qualcuno con cui parlare delle mostre d'arte, dei libri, di quanto siano belle le biblioteche piene di gente alla ricerca di nuove conoscenze o semplicemente per studiare nel silzioso fuscio delle pagine dei libri sfogliati, pagina dopo pagina.

Ma no, non voglio farlo.
Perché dovrei?
Fingermi felice di una vita che non sarebbe come la vorrei, non sarebbe la soluzione ideale.
Perciò continuerò a state con loro: i miei piccoli attimi di felicità.
Perché con loro mi sento a mio agio, anche se non amano le mostre d'arte come le ami io; anche se odiano la musica classica tanto quanto la ami io; anche se non divorano libri tanti quanti ne divori io...

Loro mi fanno sentire a casa.
Loro sono la mia casa.

Probabilmente ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora