07

562 37 13
                                    

| capitolo sette.

« léo! » la voce squillante del ragazzo gli arrivò immediatamente. phineas alzò in alto la propria mano, agitandola nella direzione del ragazzo dai capelli rossi, e facendogli cenno di mettersi a sedere al posto di fianco a lui, che era rimasto libero.

non che il ragazzo avesse molta scelta. era il suo posto quello. condivideva il proprio banco con phineas da ormai qualche mese, e anche se avesse avuto voglia di cambiarlo c'erano ben poche persone che lo avrebbe voluto affianco a loro. léo era così riservato da non suscitare nemmeno curiosità, da parte delle altre persone. il numero di quelle con cui léo era solito ad avere qualche discorso si potevano contare su una mano. seguì comunque ciò che phineas gli aveva detto, e si sistemò al posto accanto al ragazzo, lasciando il proprio zaino sul banco. 

una volta che si fu accomodato, allungò le proprie braccia sulla superficie del tavolo e si allungò su di esso. era stanco, molto stanco, le sue palpebre erano pesanti ed i suoi occhi facevano male nel tenerli aperti. li chiuse, allora, sospirando. poggiò la propria testa sulle braccia, usandole come cuscino, e prese a fare diversi respiri lenti.

phineas osservò il proprio amico. era quasi confuso nel vederlo in quello stato. « sei ancora più pallido del solito, credevo fosse impossibile » scherzò, mentre abbassava il capo per guardarlo meglio. 

il suo compagno di banco era un ragazzo abbastanza alto, anche se léo non credeva lo fosse tanto da essere alto quanto damian. aveva i capelli dello stesso colore del miele, pettinati in modo pessimo - anzi, léo credeva che non ci provasse nemmeno a fare un tentativo con la spazzola. un ciuffo biondo gli ricadeva sulla fronte, finendogli a metà strada tra i suoi occhi azzurri. anche poco curato, phineas era così pieno di tratti pieni di bellezza da non poterlo vedere brutto. catturava lo sguardo e ti rendeva impossibile spostarlo, gli bastava fare un sorriso per farti venire voglia di regalargli tutto ciò che possedevi. 

quello che era più strano era come, un ragazzo tanto attraente e sicuramente abbastanza simpatico da non avere problemi a raggiungere la popolarità, fosse comunque un stretto amico di léo, l'unico che forse quest'ultimo considerava tale. si era affezionato a lui sin da subito, agganciandosi a lui come un mollettone. da allora, era sempre stato al suo fianco. léo mugugnoò piano, tenendo ancora gli occhi chiusi. « non ho dormito » disse, ricordando quella notte che gli era parsa infinita « sento la testa che sta per esplodere. »

phineas accolse con sorpresa quell'informazione, e cominciò a picchiettarsi il mento con il proprio indice mentre la elaborava con attenzione. gli occhi finirono al soffitto mentre pensava, e se léo avesse aperto gli occhi probabilmente avrebbe riso alla vista di tutta quella serietà da parte di phineas per una tale sciocchezza. ma phineas era così, se lo avessero disegnato non sarebbe mai stato tanto iconico quanto già era. « ho capito! » esclamò « sei innamorato! » continuò, con grande entusiasmo. 

léo si affrettò ad alzare la testa dal banco, con gli occhi sbarrati, e alzò una mano per colpire la testa dell'altro. « sei forse cretino? » sbottò, imbarazzato. la sua voce era più stridula del solito e parlava più veloce, come faceva ogni volta che era a disagio. 

phineas si prese la lingua tra i denti e si lasciò scappare una piccola risata colpevole. era facile far sentire léo a disagio, e anche se era suo amico e teneva a lui non gli dispiaceva farlo ogni volta che poteva. portò via lo sguardo dalle guance dell'amico, che stavano imitando la tonalità dei suoi capelli, e si mise ad osservare la figura di un albero fuori dalla finestra dell'aula. le sue foglie erano cadute ormai, e circondavano il suo tronco sull'erba attorno a lui. « allora, dimmi un po', lei com'è? » chiese.

« "lei" chi? » farfugliò léo, sentendo la situazione fari sempre più ridicola. la sua gola si fece schiacciata, e il ragazzo provò come se il colletto del golf che indossava quella mattina come uniforme si fosse fatto improvvisamente più stretto. non sapeva perché phineas lo stesse stuzzicando così tanto quel giorno, di solito era consapevole quando era il momento di finirla coi giochi, ma quando lo guardò negli occhi capì che quella mattina era serio. si alzò di scatto dalla sedia. « vado in bagno » disse, affrettandosi con la scusa che voleva andare prima che iniziasse la lezione.

ever after  - in revisione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora