Capitolo 4

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Andreas di alzarsi quella domenica proprio non voleva parlarne.
Dopo aver passato tutta la mattina sul letto decise di continuare qualche suo progetto di videomontaggio. Prese il portatile e si risedette sul letto con quest'ultimo sulle gambe.
Aveva diversi progetti da completare. Gli sarebbe piaciuto un giorno avere il piacere di fare vedere uno di essi a Mika. E in quel momento non potè non pensare a lui e a chissà cosa stesse facendo in quel momento. Al biondo dispiaceva aver mentito, ma proprio quel giorno non se la sentiva di uscire. Dopo una breve pausa per bere un bicchiere d'acqua e sgranchirsi un pò le gambe riprese a lavorare.
Mika invece quel giorno decise di dedicarsi alla sua musica, così uscì di casa con qualche copia di un cd con alcune sue canzoni all'interno e girò tra tutte le case discografiche che conoscesse. "non ci interessa, grazie" "le faremo sapere" ormai le risposte le conosceva a memoria. Stava per tornare a casa quando ricevette una chiamata da una delle case discografiche. Forse la prima che prendeva seriamente la frase del fargli sapere. Rispose immediatamente.
"salve, lei è mika?"
"si, si sono io"
"abbiamo asoltato le sue canzoni ma pensiamo che il suo stile non corrispondi ai gusti del pubblico. Dovresti cambiare, cercare di assomigliare di più a qualche artista famoso"
No, tutto tranne che questo.
Come si poteva copiare qualcun'altro? Non era assolutamente possibile.
Mika gli chiuse in faccia il tefono e iniziò a correre verso casa.
Una volta entato raggiuse la su stanza preferita, era tutta bianca con un bellissimo pianorforte a coda del medesimo colore al centro, e iniziò a suonare. Come faceva tutte le volte che stava male. Come faceva tutte le vote che era felice. Come faceva tutte le volte che aveva qualcosa da dire. Le sue mani andavano da sole, controllate dal cuore. Per la mente gli passavano anche delle parole, così piano piano le metteva insieme. Si era creata una bellissima melodia che innondo non solo tutta la stanza ma anche il resto della casa, che in quel momento era vuota. Michael smise di suonare giusto per appuntarsi le frasi, le note non poteva scriverle, la sua dislessia non gli permetteva di leggere neanche la musica, ma oramai lui si era abituato a ricordare tutte le note.
Una parola dopo l'altra.
Qualche frase sparsa per il foglio.
E tanta voglia di dire quel che a voce non si può, o non si riesce a dire.
Nonostante la rabbia di Mika, la melodia della canzone era molto vivace e movimentata.
Il testo era solo da sistemare, ma le singole frasi erano poesia.
Erano le sette e mezza quando Michael decise di uscire da quella stanza e per raggiungere il salotto e sedersi sul divano. Prese il telefono e decise di scrivere ad Andreas.
"hey Andy, sei vivo dopo il pranzo di famiglia?"
Andreas vide il telefono illuminarsi e notando anche l'ora decise che era il caso di smettere di lavorare. Chiuse il pc e lesse il messaggio. Inevitabilmente sorrise, nonostante i sensi di colpa che aveva, in fondo aveva mentito al riccio,ma si convinse che era una di quelle solite scuse che si dice agli amici quando non si ha volgia di uscure, tutto qui. L'avrebbe dimenticato in neanche due giorni.
"esausto ma vivo. Tu che hai fatto oggi?"
"ho fatto un giro per le case discografiche per fare sentire qualche mia canzone, ma niente, come al solito"
"tu canti? Perchè non ne sapevo niente?"
"non sai tante cose di me biondino, ora devo andare, a domani"
"sappi che non finisce qua, tu mi farai sentire una tua canzone. A domani Mika"
Micheal sorrise, spense il tefono e si avvio verso la cucina per andare ad aiutare la sua famiglia, appena rincasata, preparare la cena.

Al suono della sveglia il riccio fu costretto ad alzarsi e a preparasi per andare a scuola. Doccia. Vestiti. Colazione. Metro. Parcheggio della scuola. Come tutte le mattine. Andreas era già arrivato, si trovava davanti al cancello della scuola e aveva già notato Michael.
"finalmente èh"
"scusa ho perso la metro"
"non ci credo"
"oh e va bene, potrei averci solo messo qualche minuto in più ad alzarmi"
Il biondo guardò Mika con un viso a dir poco divertito.
"chi non muore si rivede frocetto"
Michael si paralizzò improvvisamente. Era girato di spalle ma sapeva benissimo di chi si trattasse.
Andy vide il volto di Mika incupirsi, stava iniziando a preoccuparsi.
"sono finiti i giorni di sospensione"
Il riccio decise di girarsi.
"cosa vuoi da me?"
"lo sai benissimo cosa voglio, per colpa tua sono stato sospeso, ora ne pagherai le conseguenze"
"non è stata colpa mia" rispose a bassa voce, stava per crollare e lo sentiva.
"come scusa frocio? E lui chi è, il nuovo ragazzo?"
Andy non sapeva che fare, il ragazzo palestrato che aveva davanti gli incuteva tantissimo timore. E in più era preoccupato per Mika che aveva abbassato la testa per non farsi vedere che stava piangendo.
Le parole che diceva il ragazzo erano pesanti.
Ecco di cosa parlava quando diceva che gli faceva paura il giudizio della gente. Soprattutto quella parola. 'frocio'. Due effe, due erre, come tutti la pronunciavano per enfatizzare una cosa schifosa.
"dai che c'è, non lo sa ancora che sei finocchio?"
Michael stava per esplodere il dolore che aveva dentro si faceva più grande ad ogni parola e immaginava Andreas che lo guardava con disigusto alle sue spalle.
E a quel pensiero decise che non l'avrebbe mai voluto vedere, sarebbe stato troppo pesante.
E iniziò a correre. Via da quell'idiota di Paul che ormai gli stava rovinando la vita giorno dopo giorno. Via da tutte quelle persone che si erano fermate a guardare. Via da Andy, che era sicuro aver perso. Voleva solo correre lontano e andare via.

Nobody Likes A Loser || mikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora