Pov's Zoe
-Zoe?-
-Mmh?-dico.
-Alzati, sono le 9-
-Cosa?-urlo.
-Sono le 9- dice Maya con una tranquillità inquietante.
-Oddio devo andare a scuola-mi do uno schiaffo in fronte.
-Ma no?-dice Maya ironica.
-E adesso?-chiedo.
-Beh, entri alle nove, quindi prerarati ghiro-.
-E tu?perché non sei a scuola?-chiedo stiracchiandomi.
-Oggi non vado-alza le spalle.-Cosa?!E perché?-
-Perché non mi va-
-Stai cambiando Maya...-sussurro.
Alza le spalle ed esce dalla stanza.
Mi alzo lentamente e prendo dei vestiti.
Vado in bagno e mi preparo.
Preparo,poi, la cartella ed esco lanciando un "Ciao" a Maya.
Scendo le scale e inizio a correre, la mia mente si ferma ad un ricordo in particolare.Inizio flashback
-Zoe aspettami!-urla.
-No!Sei lento-rido mentre i miei piedi toccano la sabbia soffice.
-Guarda che se ti prendo ti faccio il solletico-.
-Noo-dico ridendo.
-Invece si-
Fine flashbackUna lacrima mi riga il volto.
Sono forte, ce l'ho fatta e ce la farò.
Cerco di convincermi,ma so che non è così.
Arrivo alla fermata e pochi secondi dopo passa l'autobus.
Salgo mentre guardo la mia Los Angeles fuori dal finestrino.
Sono talmente concentrata che non mi accorgo che sono arrivata,scendo dal mezzo e mi avvio verso la scuola.Entro dentro e guardo l'orologio.
Sono le nove meno due.
Sono arrivata in tempo, sorrido soddisfatta.
Suona la campanella e mi avvio verso la classe di matematica.Entro nella classe e mi siedo al penultimo banco, i ragazzi iniziano ad entrare.
Prendo quaderno e penna.
In quel momento entra il professore,che inizia a spiegare le equazioni, la mia voglia è zero.Non faccio più caso alla lezione e inizio a scarabocchiare cose senza senso.
Inizio a disegnare qualcosa che piano piano diventa l'origami di Cole,per poi diventare un occhio che mi scruta.
Chiudo il quaderno. Devo smettere di pensare a lui.Mancano pochi minuti alla campanella.
Ovviamente sembra che stiano passando delle ore.Come un miracolo la campanella suona e usciamo in corridoio.
Adesso mi aspetta musica.
Una delle mie lezioni preferiteMi avvio verso la classe, non facendo caso alle ragazze che indicano qualcuno.
Apro l'armadietto per posare i libri.
-Zoe!-
Sento ma non ci faccio caso.
-Zoe!-
Mi giro e lo vedo,Cole.
-Ehi...-dico
-Come stai?-chiede dolcemente.
-Bene, te?-rispondo con lo stesso tono di voce.
-Bene, hai musica con me adesso vero?-dice.
-Si-rispondo.
-Ti va di andarci assieme?-.
-Certo-
Iniziamo a camminare mentre delle ragazze mi lanciano sguardi glaciali.
Non ci faccio caso e seguo Cole.Entriamo in classe, ci sono solo pochi ragazzi.
Ci sediamo vicini.
Chiacchieriamo del più e del meno e la professoressa sgracchiosa entra.
-Ragazzi oggi suoneremo la chitarra-dice con quella voce che ti fa salire l'omicidio.
Non so suonare la chitarra.
-Bene chi sa suonare la chitarra alzi la mano-.
Cole alza la mano, come potrei dimenticarmi di quando andai a casa sua.
-Bene qualcuno è già in banco con qualcuno che sa suonarla, agli altri darò un aiuto.Dovrete lavorare in gruppo, per le persone che non hanno un compagno darò lezioni ogni mercoledì pomeriggio dalle cinque alle sette.-
Suona la campanella e mentre riposiamo tutto Cole dice:
-Senti, domani sera c'è la festa di Andrew in spiaggia, ci sarà un po' di gente, ti va di venire?-dice sorridendo-magari usciamo insieme da scuola, così vieni a casa mia e facciamo le lezioni di chitarra.-conclude.
Detto questo prende il mio telefono e segna il suo numero.Cole ;).
-Ah...e fai venire anche Marika-dice.
-Ehm... si ma lei si chiama Maya-sorrido, mordendomi il labbro per non ridere.
Cole mi guarda le labbra e poi alza lo sguardo.
-Certo, ma l'importante è che ci sarai tu-detto questo mi fa un occhiolino ed esce,lasciandomi sola tra i miei pensieri e i miei dubbi.
Una frase di lui avvolge i miei pensieri:troverai degli occhi che vale la pena guardare per ore, incastrarsi in quell'universo per leggere l'anima di quella persona, mentre lei leggerà chi sei...
Mi riprendo dallo stato di trance ed esco dalla classe.
Penso a tutto, alla mia vita distrutta in un secondo, non ho visto la luce per mesi, ma lui, lui mi ha salvata dall'inferno più profondo, facendomi scoprire che ogni persona è unica e che a volte basta chiudere gli occhi per ritrovarsi nel paradiso con la persona che ti ha portato lì con un semplice gesto.
Entro nella classe di letteratura e,ancora scossa, mi siedo.
La classe inizia a riempirsi lentamente e io inizio a mettere le cose sul banco.Vedo con la coda dell'occhio Cole, che si siede dietro di me.
Il professore entra e chiude la porta alle sue spalle, mette le cose sulla cattedra e dice:-Ragazzi, siete al quarto anno, state maturando, quindi oggi parleremo dei ricordi-si ferma un secondo-oggi discuteremo cosa sono per voi e per la prossima volta dovrete fare un tema,solo con i vostri punti di vista, pensieri, paure...-.
Resto a fissare il vuoto come incantata, mentre le mie ferite passate si riaprono.
-Signorina Mallison, secondo lei cosa sono i ricordi?-.
-Secondo me ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo.
Inoltre, sempre secondo me, il passato non va dimenticato, ma servirà per costruire il futuro. Solo che ognuno di noi sa che in quelle pagine ci sono le proprie paure, i propri incubi e non le vuole riaprire. I giorni importanti nella vita di un uomo sono cinque o sei,il resto fanno volume.
Chi non può o non vuole ricordare il passato è condannato a ripeterlo e quando vai a caccia di ricordi, i belli non puoi ricordarli, i brutti non puoi ucciderli. Ma sono questi, quelli brutti,che ci fanno creare la corazza, anche se dentro di noi sappiamo quali sono le cose che ci rendono deboli, perché noi siamo deboli-dico mentre sento uno sguardo bruciare sulla schiena.
Driin. Tutti si alzano, il professore però resta appoggiato alla cattedra a fissare il vuoto.
Esco dalla classe ma, mentre sto varcando la soglia il professore mi chiama.
-Si?-mi giro.
-Quella che ha raccontato è la sua di storia, vero?-
-Si, ma non ho bisogno di essere compiaciuta-detto questo me ne vado.
Corro per arrivare alla fermata dell'autobus, iniziano a cadere gocce, il tempo rappresenta il mio stato d'animo.
Sento le gambe cedermi, ma il mezzo non arriva.
Mi avvicino ancora tremante al foglio degli orari.
Annullato.
Non ho parole, e adesso come torno?.
Sbuffo.
Una macchina blu notte si ferma.
Inizio ad avere paura, ma le mie gambe non si muovono, nonostante il mio cervello dica di correre, scappare dal mondo fino alla fine delle mie forze.
Il finestrino si abbassa.
-Zoe!-.
Appena riconosco quella voce il mio cuore ricomincia a battere.
Cole.
-Sali ti accompagno a casa!-dice con un sorriso.
Sorrido e salgo sull'auto.
-Grazie e scusa se ti bagno i sedili.-dico.
-Non ti preoccupare-mi sorride per confortarmi.
-Zoe?-
-Mmh?-
-Quello che hai detto in classe rappresenta la tua vita, vero?-
-Si, ma non mi va di parlarne-detto questo accendo la radio che sta trasmettendo una canzone che non conosco.
Il silenzio regna intorno a me, ma nella mia testa sento le urla, i pianti e il dolore che ho provato.
Senza accorgermene, Cole parcheggia sotto casa.
Lo ringrazio velocemente e salgo le scale di fretta.
Apro la porta.
La casa è buia.
Mi avvio verso la camera di Maya, sta dormendo con un sorriso.
Entro allora nella mia camera e chiudo la porta.
Inizio a piangere silenziosamente accasciandomi alla porta.
Mi alzo e mi stendo, senza cambiarmi o struccarmi.
Mi addormento verso l'una, quando il mio pianto sembra finito.***spazio autrice***
Eh...Niente, mlml
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Baci sotto le stelle #wattys2017
RomansaLei, ragazza che viene da Los Angeles, ama l'arte e la notte, nasconde segreti e paure. Lui, ragazzo timido e chiuso, pronto a farsi mille barriere, ama la musica chiudendosi dentro di essa, non ama il buio. Formeranno una coppia distruggendo le pau...