Prologo

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La camera era in penombra come tutte le sere. Violet sapeva che finchè la luce dell'abat-jour sarebbe rimasta accesa, poteva definirsi al sicuro, sotto le coperte colorate del suo letto. Quando però, il buio avrebbe preso il sopravvento e la porta avrebbe cominciato a cigolare, producendo un rumore stridulo, poteva considerarsi spacciata. Nel girone più lugubre dell'inferno.

Le sue mani luride e viscide, con le unghie frastagliate e nere, l'avrebbero toccata, lasciando che le sue fantasie perverse, si materializzassero e prendessero vita. La sua bocca l'avrebbe baciata, sussurrandole all'orecchio ininterrotte parole oscene, che al termine, la lasciavano sporca come non si era mai sentita nella sua vita.

Per Violet era una vera tortura, ed anche se sopportava tutto senza fiatare, sperava solo che tutto quell'incubo potesse finire presto. Peccato che non andava mai così.

A lui piaceva fotografarla con una vecchia polaroid, per poi aggiungere l'immagine alla sfilza della sua collezione. La spogliava molto lentamente, e adornava il suo corpo con dei gioielli, senza trascurare i capezzoli ed anche le parti intime. La fotografava così, come se fosse il suo manichino, e poi le toglieva i gioielli uno alla volta, usando più la bocca che le mani, possedendola per un tempo interminabile. Ignorando le lacrime silenziose di Violet che, ogni sera, finivano per infrangersi contro il cuscino.

Gangsta. || Cody ChristianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora