Capitolo 9

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Non appena tornò a casa dalla lunga e stancante passeggiata con Lola, si gettò a peso morto sul letto. Guardò il soffitto per una manciata di minuti, mentre la cucciola si sistemò comodamente tra le coperte.

Finalmente aveva un nome. Non che fosse di vitale importanza, ma dopo tanto tempo poteva dire di conoscere almeno una parte dell'enigma, che era Cody Christian. Non sapeva bene cosa c'entrasse quella ragazza con lui, ma la frenesia si stava impossessando del suo corpo, così lasciò da parte qualsiasi pensiero ed accese il portatile.

Digitò velocemente i tasti, che uno dopo l'altro, diedero vita al nome "Lilith Peterson", e premette invio, senza troppi convenevoli.

I risultati non tardarono ad arrivare e quello che lesse la fece sussultare sul posto. Fissò intensamente la sua foto, accorgendosi solo in quel momento di quanto fosse veramente bella: capelli lunghi e scuri, con occhi da cerbiatto, costellati da pagliuzze sui toni del caramello.
Scese sempre più giù con il cursore, trovandosi faccia a faccia con altre raccapriccianti immagini, che cominciarono a farle battere il cuore ad un ritmo più rapido del normale. Così dopo aver finito di leggere tutto l'articolo, chiuse immediatamente il computer. 

Ora sapeva cos'era successo a Lilith, ma ancora non smetteva di domandarsi perché Cody andasse a farle visita. Cosa c'entrava con tutta quella storia? C'era forse una sorta di collegamento che lei non riusciva a cogliere?

Si massaggiò le tempie e si infilò sotto le coperte, senza nemmeno indossare il pigiama. Era l'ultimo dei migliaia di pensieri che affollavano la sua testa.
Si rannicchiò nel letto, accanto a Lola, che dormiva beata già da molto e lasciò l'abat-jour accesa, permettendo alla sua mente di vagare ed immaginare. Chissà se Cody avrebbe mai acconsentito a raccontarle ciò che era successo, e chissà se anche altra gente fosse a conoscenza di quell'accaduto. Forse avrebbe fatto meglio a crogiolarsi nella sua ignoranza, a non impicciarsi, ma la curiosità ormai aveva preso il sopravvento ed era certa che placarla sarebbe stata un'impresa.

 Forse avrebbe fatto meglio a crogiolarsi nella sua ignoranza, a non impicciarsi, ma la curiosità ormai aveva preso il sopravvento ed era certa che placarla sarebbe stata un'impresa

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<< Non dimenticarti di darle da mangiare, lei adora le sue crocchette. Sono nel mobile più alto della cucina. >> si sistemò la borsa in spalla, per niente entusiasta di dover lavorare quella sera. << Oh, è una coccolona, quindi più la accarezzi e la baci, meglio è! Ah.. non farti venire strane idee, come quella di tingerle il pelo. >>

<< Si mamma! >> esclamò l'amico, con una voce particolarmente stridula. << Starò bene con lo zio Kevin! >> prese una zampina di Lola tra le mani e la agitò, in segno di saluto, per poi mettere in moto e dirigersi verso casa di Violet. Non voleva che trascorresse la sera tutta sola, in fin dei conti era ancora una cucciola. Pregò con tutta sè stessa che Kevin non le incendiasse l'abitazione o che combinasse altri casini, ed a passo svelto si diresse allo strip club.

 Pregò con tutta sè stessa che Kevin non le incendiasse l'abitazione o che combinasse altri casini, ed a passo svelto si diresse allo strip club

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Gangsta. || Cody ChristianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora