CAPITOLO 4

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A Luciano squillò il cellulare; rispose ed era il padre che diceva:
«Sto venendo a prenderti, fatti trovare pronto. Fra un quarto d'ora circa, devi essere davanti la Chiesa e mi raccomando, non fare tardi.»
Luciano rispose semplicemente con un: «Sì, va bene papà.»

Al termine della chiamata, salutò me e Andrea, poi passò a casa mia per prendere le sue cose, e salutò nostra madre.
Io rimasi ancora un po' nella stanza di Andrea, a parlare del più e del meno.

Ridendo e scherzando, si fecero le ore 20:30. Era tardissimo. Mia madre mi aveva detto di tornare presto, anche perché stavo lì dalle 16:00, o anche da prima.
Presi la mia borsa, salutai il mio migliore amico con un bacio sulla guancia, aprii frettolosamente la porta della sua camera e mentre stavo per chiuderla, Andrea mi fermò dicendo: «Vuoi rimanere qui a mangiare? Con te il tempo passa subito e mi fai dimenticare di star male.»
Pensai: «Che cucciolo!»
Dopo qualche secondo risposi: «Per me va bene, devo chiederlo a mia madre, aspetta che la chiamo.»

A fine chiamata, dissi dispiaciuta che aveva detto di no, quindi Andrea prese il mio telefono, cercò tra i contatti il numero di mia madre, mi fece uscire dalla sua stanza, la chiamò e la convinse, poi dopo mi disse di poter rientrare in camera e mi comunicò la bella notizia.
Non so proprio come questo ragazzo riuscisse sempre a convincere mia madre; cosa le avrà detto?

Subito dopo Andrea mi disse di aprire la porta della stanza e di chiamare sua madre e così feci. Subito dopo la risposta della madre, Andrea urlò: «Mammaaa, Alessia resta a mangiare qui!»
«Okay, cosa volete da mangiare?»
"Prepara quello che vuoi, tanto ci piace di tutto!"
A quel punto la madre si mise subito all'opera.

Io ero seduta ai piedi del letto di Andrea e stavo chattando un po' con una mia amica, dopo qualche minuto Andrea mi disse qualcosa di incomprensibile, quindi mi avvicinai a lui sedendomi più vicino per capire meglio.
«Che hai detto?»
«Mh, sei bella.»
«Stai delirando, misura la febbre!»
«Ssh, zitta!»
A quel punto sbuffai e andai a prendergli il termometro e mentre glielo stavo portando, notai che mi guardava in modo strano.
«Che hai da guardare?»
«Niente...»
Successivamente gli porsi il termometro, passò qualche minuto e lesse che aveva la febbre a 38.3.
«Andre, hai preso qualcosa?»
«Sì, la tachipirina prima che tu venissi.»
«Si sta alzando di nuovo la febbre, non dovresti riprenderla? Ora vado a chiederla a tua madre.»
Lui non rispose, ma io andai comunque di sotto, ad informare la madre che la febbre si stava alzando; quindi mi diede un bicchiere d'acqua mezzo pieno con un cucchiaino, più una bustina di tachipirina, così la ringraziai e portai tutto ad Andrea.

Entrai in camera sua e gli porsi ciò che mi aveva dato la madre. Qualche minuto dopo, la madre salì in camera e ci portò due piatti di pasta al sugo e la ringraziammo.
Finimmo di cenare in un secondo, era davvero buonissima!
Subito dopo, presi i piatti e li portai giù dalla madre di Andrea, facendole poi i complimenti per come avesse cucinato, successivamente le chiesi se dovessi aiutarla a lavare i piatti, ma lei rifiutò dicendomi di andare da Andrea e così feci.

Entrai in camera e Andrea mi disse: «Devo chiederti una cosa.»
«Dimmi tutto!»
«Vuoi dormire da me? Mi sento solo di notte.»
«Va bene, dillo a tua madre, che io chiedo alla mia.»

*Inizio telefonata*
«Mammaaa! Posso dormire da Andrea?»
«Va bene, ma domani tu vai a scuola, quindi non addormentarti tardi.»
«Sì, tranquilla. Ora vengo a prendere il pigiama.»
*fine telefonata*

«Andreee, ha detto siii!»
«Lo sapevo!»
«Vuoi provare a venire giù, così mi accompagni vicino alla porta? Sai, dovrei andare a casa a prendere il mio pigiamino caldo!»
«Va bene, però mi gira la testa e per le scale mi appendo a te.»
Io annuii, misi il suo braccio sinistro intorno alla spalla e scendemmo le scale. Appena arrivati, poggiai delicatamente Andrea sul divano e poi uscii.

Feci due passi e arrivai a casa, salii le scale e andai in camera mia a prendere appunto il pigiama, ma notai che sotto al cuscino c'era un foglietto, lo presi e decisi di leggerlo a casa di Andrea, poi salutai mia mamma con un bacio sulla guancia e tornai dal mio migliore amico.

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QUELL'INQUILINO DAGLI OCCHI VERDI ||Marco Leonardi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora