Erano le 16:00. Visto che ero già pronta e mi annoiavo di stare senza far niente, decisi di andare io a casa di Andrea, anziché di far venire lui da me, più tardi.
Bussai alla porta della sua casa e venne proprio lui ad aprire.
Appena mi vide, disse: «Devo cambiare la maglia, perché l'ho macchiata con il succo di frutta. Vieni in camera mia, così mi aiuti a sceglierne una?»
«Va bene.»Salimmo di sopra e mentre sceglievo per lui una maglia, iniziò a cantare la sua canzone preferita a squarcia gola, facendo fuoriuscire le seguenti parole cantate dalla sua bocca: «I don' fuck with you
You lil stupid ass bitch, I ain't fuckin' with you
You lil, you lil dumb ass bitch, I ain't fuckin' with you
I got a million trillion things I'd rather fuckin' do
Than to be fuckin' with you, lil stupid ass...»«Andre, hai finito?» Gli chiesi interrompendolo.
«Volevo cantare ancora un po' a dir la verità, ma se vuoi, posso smettere.» Mi rispose ridendo.
«Comunque ti ho scelto la maglia. È quella nera, con scritto: "Purpose".»
«Grazie!»
«Tieni, cambiati in fretta che è tardi e fra due minuti dobbiamo trovarci in piazza!» Gli dissi porgendogli la maglia.
«Si, ma tanto lo sai che gli altri non sono mai puntuali.»
«Questo è vero, ma sbrigati comunque.»Mentre il mio migliore amico stava cambiando la maglia, decisi di prendere dalla tasca il mio cellulare e di rileggere i messaggi scritti sul gruppo "Oggi usciamo?" e mentre li stavo scorrendo, mi accorsi che mio fratello li aveva visualizzati, ma non aveva risposto, quindi decisi di chiamarlo.
*Inizio telefonata*
«Ale, dimmi.»
«Ma vieni a fare la passeggiata?»
«Si, sto arrivando, ho appena trovato un passaggio perché mio padre non poteva accompagnarmi, quindi farò un po' tardi. Aspettatemi.»
«Okay, pensavo non venissi, visto che non ti sei degnato di rispondere sul gruppo.»
«Lo so, è che ho avuto molto da fare. Ci vediamo dopo.»
«Ciao!»
*Fine telefonata*
A quel punto, riattaccò lui la chiamata.Subito dopo, Andrea disse che era pronto e che potevamo raggiungere il nostro punto d'incontro.
Scendemmo velocemente le scale, raggiungemmo il portone e uscimmo.
Ci incamminammo a passo medio, quindi arrivammo a Piazza S. Maria alle 16:23 e ci stava aspettando Anna Maria, che subito dopo prese la parola e disse:
«Era ora!»
«Scusa, ma è colpa di Andrea che non si muoveva, pensa che sono andata a casa sua alle 16:00!» Esclamai.
«Cosa avete fatto in venti minuti?» Chiese la mia amica.
«Anna, ho dovuto cambiare la maglietta perché l'avevo macchiata e poi Alessia è venuta a darmi una mano a sceglierne una.» Rispose Andrea.
«Sì sì, okay. Adesso raggiungiamo Raffaele e Luisa!» Disse Anna.
«Non ancora, c'è mio fratello che deve arrivare... oh, eccolo!»
«Bene, ora possiamo andare, visto che siamo tutti.» Suggerì Andrea.
Camminammo a passo svelto, verso la casa di Raffaele, che distava circa sei minuti a piedi e lì trovammo anche Luisa, che era appena arrivata.«Allora, dove vogliamo andare?» Ci chiese Luisa, appena ci vide.
«Non so, andiamo a fare un giro per i vicoletti del paese?» Propose Luciano.
Tutti rispondemmo contemporaneamente: «Per me va bene!»Girammo per tre o quattro volte tutto il paese e, arrivata la sera, eravamo stanchissimi, poiché avevamo percorso tutte le numerose salite varie volte.
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QUELL'INQUILINO DAGLI OCCHI VERDI ||Marco Leonardi||
RomanceAlessia, una ragazza di quindici anni, vive con sua madre ed è la "sorella" di Luciano Spinelli (hanno la stessa madre, ma non lo stesso padre). Si vedono tre o quattro volte alla settimana, spesso direi, ma non parlano quasi mai, Alessia ha sempre...