CAPITOLO 1

368 92 7
                                    

Mi chiamo Alessia, ho 15 anni, vivo con mia madre e sono la "sorella" di Luciano Spinelli (Abbiamo la stessa madre, ma non lo stesso padre). Quando viene a trovarmi, lo accompagna sempre suo padre, che impiega circa quindici minuti a raggiungermi con la macchina. Ci vediamo tre o quattro volte alla settimana, spesso direi, ma non parliamo quasi mai. Ho sempre avuto l'impressione che lui mi odiasse, infatti non abbiamo mai legato, perciò non lo conosco molto bene.
Il mio migliore amico si chiama Andrea Santin e ci conosciamo da quand'eravamo piccoli, perché le nostre madri sono sempre state molto amiche, quindi Andrea veniva sempre a casa mia con sua madre. Adesso abita alla casa attaccata alla mia, mentre prima, era poco più distante di ora. Tutte le mattine prendiamo l'autobus insieme; di solito siedo vicino a lui. Una mattina, però, non fu così.
Salii sul bus da sola, perché stranamente, il signorino Andrea non si presentò alla fermata, così gli mandai un messaggio e la risposta non tardò ad arrivare: disse di aver preso l'influenza. Appena salita sull'autobus, vidi che non c'erano più posti liberi, quindi dovetti viaggiare all'impiedi, ma per poco. L'autobus, dopo quindici-venti minuti fece la seconda fermata e scese una ragazza, così andai ad occupare il posto liberatosi. Guardai un po' chi saliva sull'autobus, e c'era una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere lì sopra... era Luciano. Cosa ci faceva lì? Non doveva prendere un bus diverso dal mio? Noi non eravamo mai saliti sullo stesso bus, non capivo.
Lui si diresse verso di me, io lo salutai con tono freddo, e con lo sguardo rivolto verso il basso, ma lui mi alzò la testa, mettendo due dita sotto il mio mento, fece segno gentilmente di alzarmi ed io lo feci subito, senza neanche pensarci. Si sedette al mio posto e sistemò il suo zaino, mentre io ero impegnata a guardarlo con aria interrogativa. Dopo un po' mi disse di siedere in braccio a lui, ed io annuii. Mi sedetti, e mi teneva stretta a lui, come se volesse proteggermi da qualcosa, o da qualcuno.

Dopo qualche secondo, tutti i ragazzi e le ragazze che erano lì presenti, iniziarono a fissarci e anche a prenderci in giro, iniziando a dire che io e lui fossimo fidanzati e cose simili, ma li ignorammo. Nessuno lì dentro, sapeva che io e lui fossimo "fratelli" e non potevano nemmeno immaginarlo, perché non ci assomigliavamo per niente, eravamo l'uno opposto all'altro, io bionda, lui moro, io con gli occhi chiari, lui con gli occhi scuri.

Finalmente, dopo una lunga ora, ci separammo per andare a scuola, visto che frequentiamo Istituti diversi. Non sopportavo più tutta quella gente che parlava di noi ridacchiando.

Arrivata in classe, c'era la professoressa di matematica, ma non riuscivo a restare concentrata nemmeno per un minuto; qualcosa mi distoglieva l'attenzione, o meglio, qualcuno...

Vi piace? Se vi va lasciate una stellina!★

QUELL'INQUILINO DAGLI OCCHI VERDI ||Marco Leonardi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora