<<Dame sólo una vez
Sólo quiero otra vez>>In questo periodo non faccio altro che ripetere la stessa frase, sembro un vecchio disco che non riesce a smettere di girare, ma continua a produrre la stessa frase.
Ci penso e ci ripenso, mentre lancio via qualche sasso col piede. Maledetto me, maledetto l'alcol, maledetto quel giorno. Se quella sera non avrei alzato il gomito (cosa che non facevo mai) a quest'ora non sarei di sicuro qua a passeggiare, con la testa tra le nuvole, per le vie di Lisbona, ma sei affianco a quella persona che ora mi evita come la peste.
Ormai erano sette mesi che stavamo assieme e tutto filava liscio come l'olio. Una sera mio fratello, mi ha invitato a bere qualcosa con i suoi amici. Ho alzato troppo il gomito. Era venuto a farmi una sorpresa e invece la sorpresa era quella dove io ero sopra a Gilbert, con la mente non lucida. Che figura."Per favore! Dammi solo un'ultima possibilità!"
"Oh certo, così posso vederti magari con qualcuno d'altro."
Continuo a chiedergli perdono. Un'altra chance. Ma niente. E' molto testardo Allistor e fargli ammettere che mi amava era stata una vera e propria guerra, vinta dal sottoscritto ovviamente. Avendo un carattere "pessimo" (ma dolce!) ogni volta che ci incontravamo dovevo dargli pochi baci, ma sapevo che infondo lui ne voleva molti.
Il giorno dopo di quella famosa e stupida serata, Antonio, mi disse che era arrivato a casa nostra Allistor per farmi una sorpresa, ma poi lo vide correre fuori da casa con gli occhi rossi. Non ci pensai due che volete andai da lui.<<Te juro, me marcho después
No pienso jugar a ser juez
Seducido, yo me rindo a tus pies>>"Ti giuro che poi me ne andrò! Ma prima dammi la certezza che mi ami ancora!"
Arrivai a casa sua. Arthur mi aprì la porta e la sua espressione? Beh, non sapevo come definirla. Era un misto di paura, tristezza, "gioia" e rabbia. Di sicuro si era confidato prima con i suoi fratelli che con me. Mi fece segno di entrare. Entrai e mi diressi verso la stanza di Allistor. Fin lì era tutto come un film, la ragazza tradita scappa da casa del ragazzo, appena lo trova con un'altra. Il ragazzo per farsi perdonare corre da lei, ma agli inizi non ne vuole sapere nulla. Passano i giorni e lei sa che non può vivere senza di lui. Si rimettono assieme e felici e contenti. Ma non era nel mio caso, anzi non è il mio caso. Non mi fece neanche parlare, mi tirava cuscini contro sperando che me ne andassi. Lo feci.
<<Sé que yo lo sé que te lo
Puedo traducir en Inglés
Si quieres I will try>>Non del tutto però. Uscì dalla stanza e chiusi la porta. Mi appoggiai a essa. Iniziai a parlare fuori dalla porta. Ero sicuro che non mi avrebbe fermato, almeno che non sarebbe uscito dalla camera per darmi uno schiaffo o uno spintone.
"Si lo so! Sono stupido! Se vuoi te lo dico anche in inglese! I will try!"
Appoggiai un orecchio sulla superfice della porta, sperando di udire una piccola risata. La senti. Ripresi a fare un pochino l'idiota, finché avrei potuto.
<<Pero prefiero decirte en Francés
Vous, vous, voulez-vous coucher, mon amour?
Dites-moi, c'est moi qui après va partir demain
Il faut t'oublier, je te dis au revoir>>"Però preferisco dirtelo in francese! Vous, vous, voulez-vous coucher, mon amour? Dites-moi, c'est moi qui après va partir demain. Il faut t'oublier, je te dis au revoir"
Ci misi un po' di malinconia, per far capire quanto mi sarebbe dispiaciuto dirgli addio. Riappoggiai l'orecchio sulla superfice della porta. Non udii alcun suono. Avevo campo libero, allora ripresi, facendo diventare le mie parole una specie di canzone.
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Hetalia One-Short Collections
FanfictionQuesto libro parlerà non di una storia, ma di tanti one-short messi assieme in un unico libro. Sarà dedicato solamente a Hetalia.