Capitolo 5

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6 luglio 2017

21:30

Ero pronta, ero pronta a finalmente parlare con quel ragazzo. Non potevo negare il fatto di aver pensato tutta la notte e il giorno al modo in cui mi sarei dovuta comportare e di cosa avrei dovuto dire, ma penso sia normale dato che dovevo parlare con una persona totalmente sconosciuta e un po' di ansia potevo anche accettarla.

Sembrava un ragazzo con molti pensieri e come mi ero già detta milioni di volte mi incuriosiva e volevo avere una conversazione decente con lui.

Avvisai i miei genitori che avrei fatto una passeggiata vicino a casa e, dopo i discorsi preoccupati di mia madre, aprii la porta di casa e mi avviai al molo che mi aspettava con i suoi famosi rumori inquieti.

Lui era lì e mi stava aspettando e rigorosamente con lo sguardo rivolto verso l'acqua.

Flashback

''Chris ho paura, non voglio che tu te ne vada'' diceva una bambina in lacrime

''Shh, stai tranquilla, tornerò presto e staremo insieme per tutta la vita...'' rispose il ragazzino cercando di fermare le sue lacrime e consolandola accarezzando la sua pelle

Fine Flashback

Mi fermai all'improvviso. Ero scossa. Quel ricordo mi aveva scossa. Mi sentivo male per una cosa sconosciuta e che non avevo mai provato. Non riuscivo a capire. Non riuscivo a capire; come ogni volta che avevo quei flashbacks.

Tirai su lo sguardo e notai che Luke mi stava guardando stranito con la fronte corrucciata. Come me, non stava capendo niente. Mi ricomposi, sforzai un sorriso, e andai a sedermi accanto a lui, esattamente come la sera precedente, senza però dire niente.

Dopo un paio di minuti in cui il mio cervello era ancora immerso in quel vivo flashback, Luke prese la parola.

''Ehi, tutto bene?'' mi chiese sempre con sguardo preoccupato.

No, non andava proprio ''tutto bene'', inconsciamente stavo ancora pensando a tutto ciò che era successo minuti prima e avevo sentito a malapena la voce di Luke che cercava di parlarmi.

Pensai che non aveva senso rimuginare su una cosa che effettivamente non centrava nulla su me e sulla mia vita, scossi la testa e risposi.

''Ehm, sì, sono solo un po' stanca. Tu come stai?'' risposi cercando di non sembrare una depressa o una in lutto. Immaginai avesse capito che stessi mentendo data la sua faccia confusa.

''Anche se so che stai mentendo, io sto come al solito'' rispose molto velocemente e voglioso di sapere di più.

Io non risposi. Lui iniziò a fissarmi cercando una risposta nei miei occhi, che però tardava a venire. Troppo in soggezione dal suo sguardo mi arresi.

''E' vero, sto mentendo'' confessai sapendo che lui volesse di più.

Passarono secondi interminabili fino a quando il suo viso si illuminò.

''Senti, dato che non vuoi dirmi niente facciamo un patto'' disse deciso aspettando una mia risposta.

Era così tenero in quel momento che non potei oppormi.

''Sentiamo''

''Tu mi dici cosa ti turba e io ti dico perché sono qui e il motivo per cui sono sempre su questo molo'' disse cercando di essere convincente.

Cosa mi turbava. Come facevo a spiegare qualcosa se neanche io ero sicura di quello che veramente sentivo? Anche se avessi avuto in bocca tutte le parole del mondo non sarei riuscita ad assimilare una frase sensata che potesse far capire ad un'altra persona cosa provavo in quel momento.

The missing boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora