"Signorina Alaska?"
Una voce mi risveglia dai miei pensieri.
"Ha sentito quello che ho appena detto?"
Ci rifletto un po' sù; effettivamente non stavo ascoltando una mezza parola di quello che stava dicendo l'autista."Ehm no, scusi." Faccio la finta dispiaciuta.
"Tranquilla, signorina. Stavo dicendo..." Si ferma e fa un piccolo sospiro.
"Siamo quasi arrivati a casa dei suoi nuovi genitori."
Dice con un luccichio negli occhi che mi fa salire il sangue al cervello.
Potrei urlare da un momento all'altro.Cerco di distrarmi guardando la home di Instagram, quando ad un certo punto sento un sussurro da parte dell'autista.
"Ma che..." Mi volto verso di lui e poi verso la strada. Non faccio in tempo a parlare che gira lo sterzo di colpo facendomi sbattere la testa."Oh Dio, poteva ucciderlo. Torni indietro." Urlo contro lo sguardo spaventato dell'autista, tenendo la mano sulla nuca.
"Torni indietro." Urlo di nuovo.
"Non c'è tempo, siamo già in ritardo. Sono sicuro che stia bene." Dice a denti stretti, così mi butto di nuovo sullo schienale del sedile.
Povero ragazzo, chi sa come mai si trovava lì."Ancora un paio di minuti." Sento di nuovo quella voce insopportabile che mi costringe a restare sveglia, ho così tanto sonno.
"Bene." Rispondo fredda e riappoggio la testa sul vetro freddo del finestrino.Tengo gli occhi fissi sulla strada che scorre, veloce come il vento, finché l'autista non rallenta.
Cosí rialzo la testa e vedo un'enorme casa ed un bellissimo giardino.
I miei nuovi genitori se la passano bene.
L'autista si ferma difronte al garage, scendo dall'auto insieme a lui."I suoi bagagli, signorina." Mi richiama sbattendo le valigie per terra, sembra che lo faccia apposta.
Gliele sfilo dalle mani e mi dirigo verso la porta.
Sto per suonare il campanello ma l'autista mi precede. Dio, che fastidio.
Lo fulmino con lo sguardo.La porta si apre lentamente ed una figura femminile mi si para davanti, ha l'aria gentile.
"Alaska! Finalmente!" Dice con voce squillante per poi saltarmi addosso e circondarmi con le sue lunghe e sottili braccia.
"Oh scusa." Sorride imbarazzata mentre si ricompone.
Quasi mi sento in colpa per non aver ricambiato l'abbraccio.Si scosta per far entrare me e l'autista, ma lui rifiuta usando una banale scusa e se ne va.
Faccio un sospiro di sollievo, non sopporto proprio per niente quell'uomo.
È strafottente."Bene Alaska." Mi richiama quella che dovrebbe essere la mia nuova mamma, mi giro lentamente e me la ritrovo a pochi centimetri da me con un enorme sorriso sul volto.
Se fosse un'altra persona penserei che stia per uccidermi da un momento all'altro.
"Non ci siamo ancora presentate." Mi riporta alla realtà, facendo svanire tutti quei film mentali."Già." Dico imbarazzata, sinceramente non so che fare o dire.
"Io mi chiamo Linda e sono la tua nuova mamma, sono così felice di averti quà. Richard, RICHARD!"
Dice tutto così in fretta che faccio anche fatica a distinguere le parole.
E poi chi è Richard?Vedo un uomo molto alto scendere le scale, per poco non cade all'ultimo scalino.
"Dimmi tesoro, che succede?" Guarda prima Linda e poi si gira verso di me e mi guarda interrogativo.
"Richard, volevo presentarti la nostra nuova bambina." Dice indicandomi e sorridendo come non mai.
Rabbrividisco a quello strano nomignolo: "Bambina.""Oh ciao, piccola. Io sono Richard!"
Cristo, perché usate questi nomignoli?
In che famiglia mi hanno mandata?Lo guardo malissimo appena mi tende la mano, ma senza esitare la stringo. Infondo sono i miei nuovi genitori. Devo cercare di ambientarmi presto, anche perchè lunedì inizierò la scuola e siamo già a sabato.
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•{Alarm}•
Werewolf"Riesco a prendere la palla ed inizio a correre. A correre più che mai, verso la porta. Manca pochissimo; più o meno trenta secondi. Nella mia testa continuo a ripetermi 'ce la posso fare.' Tutti gridano ed esultano, tifano per me. Sono quasi davant...