"Aly!" Esclama Selene saltandomi addosso. "Che ne dici se andiamo in biblioteca?" Continua, la guardo confusa. "Che devi fare in biblioteca? Non dirmi che c'è un ragazzo carino, Selene!" La fulmino con lo sguardo, forse non ha capito che in biblioteca si va per leggere. "No, giuro. Non succederà mai più." Dice, unendo le mani e pregandomi. Io accetto senza troppi giri di parole, è da tanto che non vado in biblioteca, non mi farà di certo male passare questo pomeriggio da sola con Selene.
Usciamo dal cancello della scuola e ci dirigiamo verso la Alvar Library, prendiamo la chartres street e in circa venti minuti siamo lì."Mi raccomando, non lasciarmi da sola com'è successo l'altro giorno, alla galleria d'arte." Dico riferita alla mia amica, che mi guarda ridacchiando.
Entriamo dentro la biblioteca, era davvero da tanto che non ne vedevo una, guardo la mia amica che sembra interessata a qualcos'altro o meglio a qualcun'altro. "Mi aspetti quì? Torno subito." Mi dice di fretta e senza lasciarmi il tempo di parlare; è già sparita alla ricerca di quel ragazzo. Sempre la solita. Faccio un giro tra gli scaffali per cercare qualcosa di interessante da leggere, anche sull'inghilterra visto che domani lascerò la mia adorata America per andare a Croydon da mia sorella e ritornerò questo lunedì.Disperata mi siedo ad un tavolino, niente d'interessante. Forse dovrei chiedere ad un bibliotecario. Mi rialzo e mi dirigo verso una ragazza dall'aria strafottente. "Mi scusi?" Schiarisco la voce per farmi sentire dalla ragazza. "Si, dimmi ragazzina." Dice mentre si gira, sembra più grande di me. "Mi chiedevo se mi potesse dare o dire qualche libro interessante." Dico velocemente, il rumore che fa mentre mastica la sua chewing-gum mi da sui nervi.
Si gira verso la piccola libreria che ha dietro le spalle e tira fuori un libro, si rigira nuovamente verso di me. "Eccoti, è un bel libro, stessa storia. Ragazza timida, ragazzo puttaniere. Insomma hai capito." Dice annoiata, facendo ancora quel rumore fastidioso. Mi allontano senza dire nulla e mi siedo di nuovo al tavolino per leggere. Effettivamente la ragazza aveva ragione, è sempre la stessa storia. Questi libri dopo un po' stancano.
Inizio a leggere ma vengo interrotta da un uomo che posa un libro sul tavolino dove sono seduta. Guardo prima quel libro e poi l'uomo che si allontana a passo lento; lo guardo attentamente e riconosco chi è. "Papà..." Sussurro alzandomi.Inizio a correre nella direzione in cui sta andando, ma lo perdo di vista quando sparisce fra gli alti scaffali. Mi intrufolo anch'io per cercarlo ma vado a sbattere addosso ad un ragazzo. "Oddio, scusa. Non volevo, stavo cercando una persona." Farfuglio, iniziando a muovere le mani per aria. Il ragazzo mi blocca i polsi ed inizia a fissarmi negli occhi. Inizio a ricordarmi di lui, al parco e lunedì a casa mia; il ragazzo delle pizze. "Ma io ti ho già visto." Dico sorridendo, lui mi lascia i polsi di colpo facendomi male. "Non dovresti starmi così vicina." Dice per poi andarsene. Ritorno al tavolino per continuare a leggere, ed intanto mi massaggio i polsi; sono diventati rossi per quanto li ha tenuti stretti.
Mi siedo e prendo quel libro lasciato sul tavolo da quell'uomo, davvero credevo fosse mio padre. Anzi, ne sono più che sicura.
Leggo il titolo: 'Obscure Unknown.' Che strano, perchè avrebbe dovuto lasciarlo proprio sul mio tavolo?
Lo apro ed inizio a leggerlo, parla di creature soprannaturali, erbe strane. "Me che roba è?" Dico confusa e sento qualcuno dirmi di fare silenzio, chiedo gentilmente scusa e ritorno a leggere. Questo libro parla di cose strane e faccio anche fatica a capire la scrittura che hanno usato per scriverlo. Parla di licantropi, volpi, creature oscure. "Banshee?" Dico in alta voce, ma subito dopo mi tappo la bocca con la mano ed il libro mi scivola, cadendo a terra. Lo rialzo delicatamente, questo libro sembra così fragile. Lo apro di nuovo sulla pagina che parla delle banshee, ma è diventato completamente bianco, le parole sono scomparse. Strizzo gli occhi, magari sto sognando, ma niente. Il libro continua a restare bianco. Lo infilo nella borsa insieme a tutte le altre cose della scuola e prendo il cellulare.Mia madre mi ha chiamata un sacco di volte e ha lasciato dei messaggi in segreteria.
Le scrivo per dirle che sono in biblioteca, mi era passato di mente avvertirla che oggi pomeriggio non sarei tornata a casa; sono già le cinque così decido di cercare Selene, che è ancora in giro per la biblioteca con quel ragazzo. Passo un po' fra gli scaffali, chi sa dove si è cacciata. "Sel!" Inizio a correre verso la mia amica, agitando la mano in aria. Selene si gira ed io le finisco addosso. "Alaska, mi hai fatto male." Dice massaggiandosi il didietro con una mano. La gente intorno a noi si gira incazzata e ci guarda male, usciamo dalla biblioteca ridendo per la figura di merda appena fatta."Che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa da bere?" Mi chiede Selene sorridente. "Certo, Satsuma Café?" Dico rivolgendole un sorriso malizioso. "Ovviamente!" Esclama battendomi il cinque.
Passiamo per la Dauphine Street ed in pochissimo tempo siamo dentro quella piccola caffetteria a bere le nostre bevande calde, io il mio thè e lei la sua cioccolata calda. "Allora?" Le chiedo guardandola negli occhi, lei fa una faccia interrogativa. "Con il ragazzo...quando mi hai lasciata sola nella libreria dicendo che saresti stata con me tutto il tempo e che non saresti scappata per andare dietro ad un ragazzo. "Le spiego ma non riesco a trattenere una risata e così finisco per ridere seguita da lei.
"Comunque, ho rimediato il suo numero." Dice tutta feria, sventolandomi un fogliettino davanti la faccia. "Scommetto che finirete subito per fare qualcosa, eh?" La mia amica mi guarda disgustata ed io mi metto subito a ridere. "Forza andiamo, si sta facendo buio." Dice Selene alzandosi e prendendomi per un braccio. Usciamo dalla caffetteria e ci dirigiamo verso le nostre case, lei abita vicino il Tigermen Den, quindi mi vedo costretta a fare un pezzo di strada da sola. Ci salutiamo e prometto a Selene di chiamarla appena arrivo a Croydon.
Mentre cammino verso casa sento qualcuno dietro di me, mi giro a guardare, ma non vedo nessuno; così continuo per la mia strada senza pensarci tanto.
Entro in casa e mia madre ha già preparato la cena. "Alaska, sei tornata!" Mi madre mi corre incontro e viene ad abbracciarmi. "Mamma, mi soffochi." Dico senza fiato. "Oh scusa." Si stacca e si sistema il vestito. "Ho preparato la pizza." Dice per poi sorridere.
Corro a sedermi a tavola, mio padre non c'è; sarà ad una di quelle cene dei professori. Mangio velocemente e vado subito a letto. Non vedo l'ora di incontrare mia sorella domani.
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•{Alarm}•
Werewolf"Riesco a prendere la palla ed inizio a correre. A correre più che mai, verso la porta. Manca pochissimo; più o meno trenta secondi. Nella mia testa continuo a ripetermi 'ce la posso fare.' Tutti gridano ed esultano, tifano per me. Sono quasi davant...