Come rose dopo esser sbocciate

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Prologo

Era il suo primo giorno fuori da quel posto, che aveva sentito parte di sé da cinque anni a quella parte.

Già, erano passati cinque anni dalla prima volta che aveva messo piede all'interno di quell'edificio e si era sentita protetta, amata per quello che era e non per quello che gli altri volevano lei fosse.

Il profumo della brezza marina la riscosse facendola svegliare e tornare al presente dal passato.

Il panorama che si prospettava davanti a lei era meraviglioso e pauroso allo stesso tempo.

Era su uno scoglio a picco su quell'immensa distesa blu alla quale non riusciva a trovare una fine neanche sforzandosi.

Quel giorno una tempesta incombeva rabbiosa e faceva scontrare le onde sugli scogli con una potenza immane.

Nonostante questo le onde non si stancavano mai e continuavano ad infrangersi prepotenti contro gli scogli, come per dimostrare a tutti di non aver ancora finito, di star ancora lottando per i propri obiettivi.

Anche se impossibili.

Per lei, quello era uno spettacolo che la natura offriva alle persone che popolavano la Terra, solo che molte non ci prestavano attenzione pensando fossero solo catastrofi per la vita che si svolgeva regolarmente.

I piccoli piedi della ragazza che si aggrappavano stoicamente al terreno, stavano poco a poco diventando blu dal freddo, ma lei non vi badò intenta com'era a captare, senza però ascoltare veramente, i suoni che la circondavano.

In quel momento non era quello l'importante.

Vi erano suoni dolci come il canto degli uccelli che richiamavano la sua attenzione, sembrava che la stessero chiamando, sovrastando gli uni con gli altri, lei però rimase ferma dov'era.

I rami secchi crepitano al passaggio di qualche altro animale, magari una volpe in cerca di cibo, o uno scoiattolo alla quale era caduta una nocciola, qualcosa però era là, ma lei non si girò per guardare cosa potesse essere.

Il vento, quasi annoiato, andò verso gli alberi e fece muovere loro le fronde, cosicché le foglie si scontrassero creando un'armoniosa melodia, ma lei non vi badò.

Non stava più ascoltando ciò che le accadeva intorno, si stava solo godendo quell'attimo di solitudine.

Le sembrava di essere sott'acqua, tutti i suoni o rumori per lei erano irrilevanti.

Riusciva a sentire solo ciò che accadeva all'interno della bolla che si era creata con fatica durante quei cinque anni, una bolla che l'avrebbe protetta come un'armatura. In quel modo nessuno le avrebbe mai fatto del male, non più perlomeno.

I battiti del suo cuore erano più veloci del solito, perché era eccitata dal fatto di essere fuori da quelle mura che l'avevano protetta per tanto tempo.

Si mise seduta sul bordo della scogliera con le gambe a penzoloni, alzò le sue esili braccia verso il cielo e guardò lassù.

"Cosa c'è oltre il cielo?" si domandò senza però dirlo ad alta voce continuando a guardarlo.

Un posto per lei esisteva?

Si sarebbe mai sentita giusta da qualche parte?

Non sapeva dare una risposta a quelle domande, ed eppure con tutta se' stessa sperava vi fosse un'affermazione positiva, anche se non ci credeva.

Adesso avrebbe avuto inizio una nuova grande avventura, e tutto ciò che aveva passato doveva metterlo da parte cercando di ricominciare.

Ma come poteva fare ciò? In fondo il passato di una persona, crea la persona stessa.

Rimuginando su questi pensieri piano piano ripercorse mentalmente i passaggi fondamentali che l'avevano fatta diventare ciò che era.

Dei sorrisi si stavano per creare ma ancor prima che succedesse ciò appassirono, lentamente, come una rosa dopo esser sbocciata.

Strinse le mani in pugni fino ad impiantare le unghie nei palmi e farli sanguinare.

Lei ci sarebbe riuscita.

Sarebbe uscita da quel limbo che la teneva imprigionata.

A qualunque costo ma ci sarebbe riuscita. Era una promessa.

In un attimo il corpo si irrigidì per la tensione che aveva accumulato, ma subito riuscì a rilassarsi aprendo gli occhi e vedendo le onde.

Quelle stesse onde che le infondevano speranza e coraggio, quelle stesse onde che come lei ancora non si erano arrese.

Allungò una mano verso l'orizzonte, il sangue che prima le era uscito ora si era sparso su tutta la mano creando righe rosse su tutta la superficie disponibile.

Strinse ancora di più la mano e vide una goccia cadere verso il mare e ricongiungersi ad esso.

Ciao a tutti cari lettori e lettrici.
Spero che come inizio sia abbastanza carino e che possiate continuare a sostenermi, nel prossimo capitolo!

Luce nell'Oscurità   [ScoRose]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora