Capitolo 24

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Quindici anni dopo.

<<Buongiorno a tutti ragazzi, mi chiamo Manami e sono qui per raccontarvi la storia di un amore che ha resistito contro il tempo e contro tutti i grossi problemi che la vita gli ha messo di fronte>>

Erano passati quindici anni dalla morte di Shinichi e Ran. Manami era cresciuta, adesso aveva ventuno anni e, grazie al suo mestiere, faceva delle campagne di sensibilizzazione nelle scuole superiori contro le organizzazioni criminali e la violenza. Aveva aperto un'associazione insieme ai nonni materni e hai nonni acquisiti: Yukiko e Yusaku. Ad appoggiarla ci fu anche il padre, Hayato, che andava sempre con lei per le scuole e che la aiutò a decidere il nome dell'associazione: Ran. Aveva come simbolo un'orchidea. Adesso, Manami, si trovava proprio ad uno dei suoi incontri. Aveva davanti tutti i liceali pronti ad ascoltarla e lei stava per raccontare la storia d'amore più bella di sempre.

<<Mi scusi - disse un ragazzo - ma cosa c'entra una storia d'amore con la criminalità?>>

<<Oh, lo scoprirai presto>> rispose Manami, sorridente come sempre.

<<Conoscevo una donna, si chiamava Ran. Alla vostra età, più o meno, s'innamorò di un ragazzo che era appena arrivato al liceo, un ragazzo molto bello e intelligente, lui si chiamava Shinichi e faceva il detective. Aveva sempre vissuto a Los Angeles anche se era di Tokyo, ma ebbe una brutta esperienza che lo portò di nuovo a Beika. Infatti, a causa del suo lavoro, finì nei guai con una brutta organizzazione criminale ricercata in tutto il mondo>>

I ragazzi non dicevano niente, la storia iniziava ad appassionarli ed erano tutti molto attenti alle parole della ragazza che avevano davanti. 

<<Shinichi era fidanzato con una ragazza di nome Sawyer che, purtroppo, venne uccisa da quegli uomini e lui, distrutto, tornò a Beika per riuscire ad andare avanti. Qui incontrò Ran e si innamorò follemente di lei, ma aveva paura che la ragazza non accettasse il suo passato, quindi, decise di tenerla lontana. Ma l'amore, ragazzi, può tenere due persone lontane solo fisicamente, ma non può tenere lontane le loro anime, i loro cuori, e i loro pensieri. Shinichi raccontò tutto a Ran e lei accettò la sua storia perché lo amava>>

<<Ma Shinichi le disse dei criminali?>> chiese una ragazza con un fiocco rosa fra i capelli.

<<Lo venne a sapere dopo, ma l'organizzazione criminale aveva già minacciato Shinichi di uccidere anche Ran, proprio come Sawyer. Il giovane detective, però, amava troppo Ran per permettere questo e decise di partire e stare lontano da lei per salvarla. Purtroppo, però, non ci riuscì perché quegli uomini lo chiamarono e gli dissero che avrebbero comunque ucciso Ran, a meno che lui non fosse diventato uno di loro, gli dissero pure che lei stava per raggiungerlo. Shinichi andò a prenderla all'aeroporto, fortunatamente il giorno dopo riuscì a convincerla e a rimandarla a Tokyo. Passò poco tempo e a Ran venne detto che Shinichi era morto ucciso da quegli uomini. Gli anni per Ran passarono in modo molto doloroso, non riusciva a dimenticarsi di Shinichi. Non si metteva mai con nessuno, solo storie occasionali. Da una di queste le nacque una bimba, ma non disse niente al padre. La bambina diventò per Ran la cosa più importante che aveva nella vita e l'aiutò a riprendersi dalla morte di Shinichi, ma continuava a pensare costantemente a lui. Undici anni dopo la morte di Shinichi, lei era ormai una poliziotta affermata e, insieme a due suoi colleghi, le venne dato un incarico importante che riguardava proprio l'organizzazione che gli avevo portato via il detective. Partì per New York e iniziò a collaborare con l'FBI. Ma, proprio in un attacco diretto all'organizzazione, scoprì che Shinichi non era morto, ma che faceva parte di quei criminali, chiamati uomini in nero>>

Dal pubblico di ragazzi si sollevò una grande esclamazione sorpresa. Non se lo aspettavano per nulla, esattamente come non se lo aspettava Ran.

<<Ran soffrì molto per questo e decise che lo avrebbe catturato. Decise di andare dai genitori di Shinichi per scoprire se loro sapevano che fosse vivo. Proprio sull'aereo che doveva portarla a Los Angeles, incontrò il padre di sua figlia e, scoprendo che lui l'amava ancora, gli disse della bambina. L'uomo prese subito un volo per tornare a Tokyo e andò a conoscere sua figlia. Ran, fiera della decisione che aveva preso, andò dai genitori di Shinichi e scoprì che loro non sapevano che il figlio fosse nell'organizzazione e non lo sentivano da undici anni>>

<<Quindi sapevano che era vivo?>> domandò un ragazzo, mentre giocava con una penna.

<<Esatto - rispose Manami, e continuò - Proprio mentre stava per tornare a New York, l'FBI la raggiunse lì perché dovevano bloccare un attacco degli uomini in nero. Proprio durante quell'attacco, Ran rivide Shinichi. Cercò di essere indifferente a lui, cercò di spegnere il suo cuore, e di comportarsi da poliziotta. Per fermarlo dal fuggire, gli sparò. Credeva di averlo ucciso e pianse per tutta la notte e parte del giorno dopo, finché non le venne detto che era vivo. Si fece portare subito in ospedale e lì riuscì finalmente a farsi spiegare tutto da lui. Shinichi non aveva mai smesso di amarla, la adorava. Si scambiarono un bacio dopo undici anni e le loro emozioni erano anche più forti di prima. Il tempo non aveva ucciso il loro amore. Si erano amati sempre, un angelo che amava un demone. La vita li aveva allontanati, l'amore no. Lui aveva sacrificato tutto per vederla stare bene e per salvarla, però doveva continuare a farlo. Così il detective chiese a Ran di stargli lontana e di salvarsi. Lei, capì che era la scelta migliore per entrambi e andò via. Decise di tornare da sua figlia e di abbandonare la missione. Ma, proprio mentre stava per salire sull'aereo, le arrivò una chiamata in cui le venne detto che lui era stato preso come ostaggio. L'organizzazione parlò direttamente con Ran e le venne detto di andare da loro se voleva vederlo vivo. L'FBI la accompagnò e si nascose con l'ordine di fare irruzione solo se avessero sentito uno sparo. Ran trovo Shinichi legato ad una colonna lignea, con loro c'erano due uomini. Ran provo a fare di tutto per salvare l'uomo che amava, ma venne ucciso da uno degli uomini che era lì. L'FBI entrò subito dentro la fattoria in cui si trovavano e provò ad aiutare Ran che, però, venne uccisa da un colpo di pistola dall'altro uomo>>

Molti ragazzi piangevano già, insieme a Manami, la cui voce si era fatta debole e tremante. Raccontare la storia della madre la rendeva sempre così debole. Anche i professori che l'ascoltavano avevano gli occhi pieni di lacrime, stessa cosa per Hayato. 

<<Ran, con le sue ultime forze, prese la mano di Shinichi e morì insieme a lui. Dopo qualche mese l'organizzazione venne fermata grazie proprio al coraggio di questa coppia che aveva permesso l'arresto degli uomini più forti che, dopo qualche giorno, diedero il nome del boss e il luogo in cui si trovava. Ragazzi, la mia associazione si chiama Ran, e lei era mia madre>>

FINE.

-Non me lo so spiegare 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora