Capitolo 5

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I loro sguardi continuano ad essere come preoccupati o sconvolti da qualcosa. Sento dei passi salire dalla rampa di scale, sta arrivando l'agente speciale. Forse è proprio lui a creare questo senso di timore nel loro occhi, magari non è proprio una persona affabile. Ci manca solo un secondo Kuroda anche qui. Però questo spiegherebbe solo lo sguardo degli agenti, ma il capo è pur sempre il capo, non dovrebbe avere il timore di un agente che, per quando possa essere speciale, è sempre al di sotto di lui. Ma il momento di riflettere è finito, hanno bussato alla porta, scopriremo presto chi è questa persona così temuta. Shuichi Akai si siede di nuovo in maniera composta e in stanza regna di nuovo l'ordine.

<<Avanti>> dice il capo della divisione. 

Ci giriamo tutti verso la porta. Il tempo sembra fermarsi, si apre lentamente, sento come una strana sensazione, come se la persona che sta per spuntare non mi causerà pochi problemi. Chiudo un attimo gli occhi, sento la porta aprirsi del tutto e richiudersi, apro di nuovo gli occhi e mi concentro sulla figura che ho davanti. Mi ritrovo davanti l'ultima persona che avrei davvero potuto immaginare: Eisuke Hondou. Ricordavo volesse entrare a far parte della CIA, non dell'FBI. E' lui, ne sono sicura, lo riconoscerei fra mille. Mi sta davanti con una faccia sconvolta, immobile davanti la porta. Ci credo, non ci vediamo da undici anni, ricordo che era innamorato di me, gli piacevo davvero tanto. 

<<Eisuke! Quanto tempo!>> mi alzo dalla sedia e gli vado vicino ad abbracciarlo.

Lui stracontento ricambia subito l'abbraccio e mi da una pacca sulla schiena. Prende posto vicino a me e spiega a tutti come ci siamo conosciuti.

<<Eravamo compagni di liceo, ma essendomi totalmente allontanato, non sapevo fosse entrata in polizia. Giuro, mi sarei aspettato chiunque tranne te, Ran. Ho scelto l'ispettore Sato e l'ispettore Takagi perché mi ricordavo bene di loro, sapevo che sono davvero in gamba, ma devo farti davvero i complimenti agente Starling, ottima scelta!>> dice mettendosi a ridere felice.

Le risate si allargano in tutta la stanza e l'aria si alleggerisce un po'. Vedo le facce degli altri agenti molto rilassate rispetto a prima, però non mi spiego la loro tensione di poco fa. Non credo più fosse timore, nessuno può avere paura di Eisuke dai! Sarebbe ridicolo!

<<Scusate, posso chiedervi perché quelle facce poco fa?>> intervengo bloccando le risate.

Gli agenti si guardano in viso con aria mortificata e poi l'agente Jodie si rivolge a me:

<<No niente Ran, solo un malinteso. Vedi, quando hai chiamato l'organizzazione "uomini in nero", l'abbiamo subito ricollegata all'agente Hondou che è l'unica a chiamarla così, quindi abbiamo pensato che la persona che avevate detto uccisa dall'organizzazione fosse lui, che è vivo. Perdonaci>> 

Ecco spiegato tutto, effettivamente c'era qualcosa che non capivo. Beh no, la persona a cui mi riferivo io è davvero morta e non può entrare da una porta come Eisuke...non può farlo più. Fortunatamente Eisuke mi distrae dai miei pensieri richiamandoci al motivo per cui siamo qui.

<<Allora, vi spiegherò io cosa faremo di preciso. La nostra prima missione sarà all'alba, fra due giorni. Pensiamo che gli uomini in nero attaccheranno proprio un laboratorio medico in periferia. Dobbiamo coglierli sul fatto. Ovviamente verremo aiutati da dei nostri agenti sotto copertura. Tutto chiaro?>> chiede. Dopo aver ricevuto dei segni di sicurezza, prosegue con il suo discorso.

<<Ovviamente andremo armati e con i giubbotti antiproiettile, naturalmente voi indosserete quelli delle polizia giapponese. E' giusto far capire ai mib che sono accerchiati anche dalla polizia giapponese. Mi raccomando, non dovranno scapparci per nessuna ragione al mondo!>>

<<Si signore!>> rispondiamo tutti all'unisono. 

La seduta giunge al termine e finalmente possiamo ritirarci in albergo. Quando sto per andare, Eisuke mi chiama. Dico a Wataru e sua moglie di passare avanti ed io mi fermo ad aspettare Eisuke, ma lo vedo capitombolare giù dalle scale come una palla. All'interno della centrale partono subito le risate di tutti, comprese le mie, anche se trattenute. Eisuke sbuffa sentendosi preso in giro, non è cambiato per nulla, è il solito imbranato. Mi raggiunge e sale con me in ascensore.

<<Che ne dici se stasera ti raggiungo in hotel? Così parliamo delle cose successe negli ultimi anni e ceniamo insieme. Ti va? Se sei stanca facciamo un'altra volta>>

<<No tranquillo, puoi venire. Mi farebbe molto piacere a dir la verità! Sai, non mi aspettavo proprio di vedere spuntare te ahahah>> 

<<La cosa è reciproca - dice ridendo - allora a stasera. Tranquilla, l'hotel l'ho scelto io, quindi so dov'è>> mi dice.

Ci salutiamo e raggiungo i miei colleghi che mi aspettano con Camel che ci accompagnerà in hotel. Beh è stata una giornata ricca di emozioni direi.

-Non me lo so spiegare 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora