Capitolo 21

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"Ti amo, Ran"

La mia mano si immobilizza sulla maniglia della porta. La mia vita si immobilizza dentro quella stanza. Alzo la testa verso l'alto, strizzo gli occhi, caccio via le lacrime. Perché ha sempre questo potere di stravolgermi la vita? Perché diventa tutto così dannatamente interessante con lui? E' come un magnete, mi attira sempre, costantemente. L'amore ci attira, la paura ci allontana. Però sento sempre qualcosa dirmi che ormai è tardi, siamo troppo diversi. Eppure, sono sicura che se in questo momento mi girassi a guardarlo, troverei le sue braccia forti pronte ad accogliermi. Girarmi significherebbe tornare con lui a qualsiasi rischio e pericolo, non girarmi e uscire di qui significherebbe dirgli definitivamente addio. Ascolto il cuore o il cervello? Il primo mi dice di andare da lui e di non lasciarlo più andare, il secondo mi avverte del pericolo e mi ricorda che non sono sola, ho una figlia a cui pensare e sicuramente Shinichi non è la persona migliore da presentarle. Le distruggerei un eroe, la ferire. Stringo ancora di più la maniglia della porta, nervosa. Ho deciso, vado via. Il mondo degli angeli non deve mischiarsi con quello dei demoni, finisce sempre male. Apro la porta e...

<<Non andartene, Ran! Girati, guardami negli occhi, ancora!>>

<<Se mi giro, non possiamo più tornare indietro. L'hai detto tu, prima il dovere. Shinichi, ci sono cose di me che non sai, io ho certi doveri adesso che non posso trascurare. Non posso pensare solo alle conseguenze che le mie azioni abbiano su di me, adesso devo pensare anche ad altro>>

Lo sento rigirarsi fra le coperte, ha capito che non ho intenzione di sacrificare di nuovo la mia vita per lui. Tiro fuori un sospiro e penso di nuovo a quello che sto per fare: gli sto dicendo addio, ancora e per sempre.  

<<Riusciremo a vederci sempre, ma a non poterci toccare mai? Sarà così facile?>> mi sussurra all'orecchio. 

Le sue mani si posano sui miei fianchi, sento di nuovo i brividi, QUEI brividi. Avevo dimenticato questa sensazione, non la provavo da quando l'ho perso. Nessuno, dopo di lui, è riuscito a farmi stare così bene solo toccandomi, neanche Hayato. E non era perché non glielo permettevo io, ma perché non lo provavo e basta, perché nella mia mente c'è sempre stato solo lui, innegabilmente. 

<<Anche se io decidessi di restare, non potremmo comunque stare insieme>> rispondo, ricordandogli che finirà presto in carcere.

<<Non finirò in carcere Ran, tutto quello che ho fatto in questi anni è servito a portare informazioni fuori. Non ho mai ucciso o fatto qualche crimine grave>> 

Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi, mentre le sue mani rimangono posate sui miei fianchi.

<<Che vuoi dire?>> chiedo.

Mi sento spaesata, non capisco cosa voglia dire. Anche se non ha ucciso, anche se non ha fatto crimini fuori dal normale, fa comunque parte dell'organizzazione criminale internazionale più ricercata nel mondo. Non può fuggire da questa realtà.

<<Ho sempre portato dei danni dentro l'organizzazione, senza far capire niente. Non li ho mai aiutati davvero>>

<<Ma cosa dici?! Ma se stavi rubando quel farmaco senza fregartene di nulla?! Non importa cosa ne avessi fatto dopo, ma lo avresti consegnato a loro se non ti avessi fermato! Non puoi negarlo...>> dico, infine, con un tono di voce basso e deluso.

Lui sposta le sue mani dai miei fianchi e porta la mano sopra la sua ferita per frenare il dolore, lo vedo stringere i denti. Credo gli faccia davvero male, eppure sta in piedi di fronte a me, sopporta per me. Shinichi perché non riesco a capire il tuo gioco?

<<Siediti, lo so che stai male>> gli ordino.

Per la prima volta nella sua vita mi da ascolto e si va a sdraiare di nuovo. Mi avvicino e gli sistemo le coperte. Shinichi mi sfiora una mano ed io sussulto all'istante. 

<<L'ho fatto per te. Il giorno prima che tu arrivassi a Los Angeles, a mia insaputa ovviamente, mi arrivò una chiamata loro. Mi diedero un punto di incontro e dovevo raggiungerli. Pensavo mi avessero ucciso, ed ero terrorizzato. Ma non perché sarei morto, ma perché non ti avevo accanto, non ti avevo mai dimostrato quanto ti amassi. Nel caso in cui te lo stessi chiedendo, fui obbligato ad andare a quell'incontro sotto minaccia. Quando andai mi dissero che ti avevano pedinata a Tokyo e che stavi per venire da me, a Los Angeles. Se non mi fossi consegnato a loro, ti avrebbero uccisa. Per questo sono venuto a prenderti, avevo paura che ti facessero del male in aeroporto. Mi comportai malissimo quella volta, ma tu mi restasti comunque accanto. Fortunatamente sono riuscito a convincerti a tornare a casa e ti ho messa al sicuro, ma sapevo che ti avrebbero uccisa se non avessi fatto quello che volevano, così sono entrato nell'organizzazione e non ne sono potuto uscire più. A questo punto, l'unica cosa utile che potevo fare era cercare di distruggerli dall'interno...anche se ancora non ci sono riuscito>>

Mi spiega per filo e per segno tutto quello che successe allora, più lui parla e più le mie lacrime scendono. Ha rinunciato alla sua libertà per proteggermi. Mi siedo di nuovo e, incredibilmente vergognata, affondo il mio viso nelle lenzuola del suo letto. Ed io che l'ho perfino accusato di avermi presa in giro, sono solo una merda. E' colpa mia se ha dovuto rinunciare a tutti i suoi sogni e adesso si trova in una situazione troppo complessa per uscirne fuori. 

<<Dissi ai miei genitori di dirti che ero morto e poi smisi di farmi sentire anche da loro. Questo è tutto quello che è successo>> conclude.

Gli prendo le mani e lo guardo negli occhi, gli accarezzo il viso e lui mi stringe la mano.

<<Shin, adesso con il nostro aiuto potresti pure uscirne! Non devi stare lì, ormai si fidano di te, non penseranno più a me>> 

<<Ti sembra che io non ci abbia mai pensato a scappare o a chiedere aiuto all'FBI? Non si sono dimenticati di te, in questi anni mi hanno sempre ripetuto che sei sotto sorveglianza. Ran, non ti hanno mai lasciata andare. Se io tornassi da te, loro ti farebbero del male e non lo permetterò mai. Comunque andrà, quando sarò fuori da qui, tu dovrai dimenticarmi. Ti prego, è l'unico modo per restare al sicuro. Anche adesso, se sapessero che ti ho parlato, saresti finita>>

Mi accarezza una guancia e mi sposta una ciocca di capelli dagli occhi, poi mi asciuga anche le lacrime e, sopportando il dolore, si mette a sedere sul lettino. Mi guarda negli occhi e continua ad asciugare le mie lacrime, prende il mio viso con entrambe le mani e continua a guardarmi intensamente.

<<Ran, ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo>>

Si avvicina di più e mi bacia. Sento come un'energia sopraffarmi, dei brividi assurdi percorrermi tutta quanta la schiena. E' proprio come la prima volta, con la stessa ansia e la stessa gioia che danno quel mix di emozioni incontrollabili. Credo che tutto ciò sia magnifico e mi mancava da morire avere le sue labbra sulle mie. Mi mancava da morire la sensazione delle nostre anime in collisione. Si allontana e torna a guardarmi con gli occhi infuocati di passione e amore. Già, è proprio lo sguardo che aveva dentro quello sgabuzzino delle scope, a scuola. E' lo stesso Shinichi e, quello che mi sta dando, è lo stesso amore. No, non abbiamo mai smesso di amarci e questo ci ha portati a distruggerci lentamente, eppure rifaremmo questo sbaglio altre cento volte. 

<<Shin, addio>> gli dico piangendo.

Mi alzo subito dalla sedia e mi catapulto fuori dalla stanza così velocemente da non dare il tempo ai miei pensieri di cambiare idea. Chiudo la porta alle mie spalle e tiro fuori un grande sospiro, ho le labbra totalmente bagnate dalle lacrime. Miwako e Wataru mi guardano confusi e mi vengono subito vicini.

<<Ragazzi, mi dispiace, io non posso continuare più a lavorare a questo caso. Voglio tornare dalla mia bambina>>


Angolo Autrice

Siccome ho visto qualcuno a cui è presa un'ansia assurda per l'attesa di questo capitolo e non voglio gente sulla coscienza (scherzo XD), vi pubblico due capitoletti oggi vah!

Ali


-Non me lo so spiegare 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora