Essere il qualcosa di qualcuno

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La vita, che ribrezzo.

Fino a poco tempo fa provavo davvero questa sensazione, come se il mondo mi stesse stretto e non volessi provare a farmelo andare a genio.

Non avevo voglia di fare anche le cose più banali, figuriamoci di parlare.

Mi ero chiusa in un mutismo personale e essenziale al mio ritiro.

Tutto fino a ieri, quando dopo molto tempo passato con la bocca cucita, le parole mi sono uscite dalla bocca e mi sono presentata ad Isacco.

Un nome così non si dimentica facilmente.

Dovevano esserci le telecamere o dei testimoni quel giorno perchè è stato a dire poco stupefacente.

Per tutto il giorno non ho fatto altro che pensare al mio esordio con lui e alla fiducia incondizionata che gli avevo permesso senza dover chiedere niente o stipulare alcun patto.

Dentro di me sentivo come se stesse avvenendo una piccola e silenziosa rivoluzione e per la prima volta dopo molto tempo la stavo lasciando avvenire, senza freni e paure.

Volevo rivedere la guida della mia rivolta interna?

Scelgo di non rispondere a questa domanda.

Il giorno dopo decido che devo presentare il mio biglietto da visita migliore, il CD più bello della mia collezione ma chissà quale scegliere e se gli piace.

Mentre cerco di venire a capo di questo enorme e gravoso problema vedo dalla finestra di camera mia un piccolo puntino azzurro che si avvicina sempre di più, finchè non appare chiaramente.

E' arrivato e io non ho scelto niente.

Fanculo, andrò di improvvisazione come ho fatto da 17 anni a questa parte.

Scendo in spiaggia e lui appena mi vede accelera il passo, arrivandomi vicino.

"Ciao Celeste"

"Ciao Isacco"

Ha la testa bassa e non riesco effettivamente a vedere come sia sotto il cappuccio e i capelli arruffati.

Avvicino la mano al cappuccio e glielo tiro giù, solo che lui mi blocca e mi stringe piano la mano.

Gli sposto i capelli perchè ha mollato la presa e lui alza la testa.

Ha un grossissimo livido sull'occhio destro e porta gli occhiali, con una montatura degli anni 70.

Lo guardo e lui intuisce la mia curiosità.

Sposto lo sguardo per non sembrare invadente e mi metto a sedere sugli scogli li vicini.

Lui si viene a sedere accanto a me e insieme fissiamo il mare.

"E' per i miei libri"

Lo torno a guardare.

"Il livido dico. Sta mattina volevo portarti dei miei libri per...non so bene il perchè, sta di fatto che mi ha viso uno a cui non sto molto a genio e ha cominciato a chiedermi dove andassi in giro come una fighetta con dei libri in mano. Io gli ho risposto abbastanza male devo dire la verità e niente...visto che soffre di leggera schizofrenia mi è saltato addosso e mi ha dolcemente picchiato".

Si gira e mi guarda con un sorrisino sarcastico.

Fisso il suo livido e torno a guardare il mare.

Improvvisamente mi viene un'idea.

Mi levo la felpa e comincio a spogliarmi.

Lui mi guarda stranito.

"Non è quello che pensi, porco. Fallo anche tu".

Tentenna ma dopo vari "Dai" da parte mia alla fine anche lui lo fa e mi segue quando mi alzo in piedi.

"Non vorrai mica buttarti? Sai quanto sarà fredda l'acqua?"

Ha ragione sotto tutti i punti di vista ma in quel momento non ci penso e lo torno a guardare.

Si rassegna e viene vicino a me.

"L'acqua salata cura ogni male"

"Non è che se mi citi la Blixen allora sto più tranquillo"

Chiudo gli occhi e prendo la rincorsa. 

In un secondo sono in acqua e Isacco con me.

E' gelida e comincio a tremare.

"Cosa ti avevo detto?"

Mi viene vicino e non mi sposto.

"Sei sicura di stare bene? Sembri una fogliolina al vento"

"Sto bene" gli rispondo con i denti che battono come un martello pneumatico "Piuttosto pensiamo al tuo occhio"

Prendo dell'acqua in una mano e gliela verso addosso.

"Cazzo brucia!"

"Stai fermo che se no non funziona"

Ed è lì che lui mi prende le mani e me le blocca.

Mi guarda, forte, diverso dal solito e non so a cosa pensare in quell'istante.

Poi però comincia a schizzarmi dritto in faccia e io allora alzo le mani per proteggermi.

Comincio a schizzarlo anche io e andiamo un po' più a largo, per poi tornare indietro.

Rido, rido tantissimo fino a che gli angoli della bocca non mi fanno male, fino a che io non sto male.

Comincio a indietreggiare schizzandolo ancora fino a che non tocco lo scoglio con la schiena.

Lui continua a schizzarmi e io pure, facendosi sempre più vicino.

"Ok ok basta!" urlo alzando le mani al cielo e ridendo ma lui è già a pochi centimetri da me e me le prende stringendole con più forza del solito.

Abbasso le mani, strette ancora fra le sue e le poso in acqua.

Lui invece si avvicina e mi stringe a se, piano come se non volesse rompermi.

Gli poso le mani sul petto e le nostri fronti si toccano.

Respiriamo, forte per lo sforzo con gli occhi chiusi.

Questi respiri sono come parole che non ci siamo mai detti, discorsi interminabili sulle nostre vite.

Riapro gli occhi e lo guardo e lui guarda me.

"Io di te mi voglio fidare" mi dice con lo sguardo.

Sposto le mani sul suo collo e siamo ancora più vicini.

Lui non invade i miei spazi, sta li fermo perchè sa che farebbe la cosa sbagliata baciandomi.

"Si può appartenere a una persona?" sussurro piano.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 06, 2017 ⏰

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