Paulo

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Dopo pochi secondi di silenzio, prende la mia mano e si alza.

«Bell re-incontro.» mi dice sorridendo e quasi non svengo lì davanti a lui. Bello come il sole come sempre, quanto mi era mancato.

«Già.. ciao!» dico e devo sembrare una stupida davanti a lui. Ciao? Chi è che dice ciao al proprio ex?

«Emozionata per la partita?» mi domanda mentre si aggiusta il completino e sembra che tra noi non sia mai successo assolutamente nulla.

«Un po' si, tu?» gli domando cercando con gli occhi aiuto. Noto subito Dries che è di fianco a noi che si guarda la scena come se fosse un film.

«Si molto, dopo che fai?» mi domanda e mi giro di scatto verso di lui.

«Penso niente, perché?» gli domando confusa. Mi sta invitando ad uscire?

«Penso che dobbiamo parlare di alcune cose no?» mi domanda ma è come se fosse un affermazione, annuisco velocemente e subito si allontana chiamato dal mister.

«Che ti ha detto?» mi domanda subito Dries con Lorenzo a seguito.

«Che dopo vuole parlarmi.» dico semplicemente, poi vado in tribuna. Sarà una lunga serata.

La partita finisce, il Napoli ha vinto ma Paulo ha fatto anche un goal e non ha esultato, perché?

Vado di nuovo negli spogliatoi e tutti fanno i complimenti ai ragazzi per la vittoria.

«Se continuiamo così le vinciamo tutte!» dice Arek ridendo. Fa ancora strano sentirlo parlare italiano, dato che ha imparato da poco grazie anche ad Abbie.

Sorrido salutando tutti i ragazzi della squadra, vorrei essere felice con loro ma ho l'ansia che mi blocca. Subito dopo mi sento tirare il braccio. Paulo già con la sua solita camicia e pantalone.

«Andiamo?» mi domanda e annuisco, portandolo alla mia macchina. Appena caccio le chiavi della macchina dalla borsa le prende lui e mi fa segno di andare dal lato opposto al guidatore. Annuisco, decidendo di non controbattere, non ho per nulla voglia.
Paulo ricorda il mio indirizzo, quindi passiamo l'intero viaggio in silenzio. Entrati a casa mi tolgo la giacca e decido di parlare.

«Che cosa dobbiamo dirci?» gli domando, prima facciamo prima se ne va.

«Di come mi hai lasciato, forse?» dice come se fosse normale mentre si poggia al bancone della cucina. Smettila di fare il figo.

«Ancora? Sono passati quattro mesi Paulo, diamoci un taglio.» dico non avendo nessuna intenzione di parlare di questo argomento.

«Non mi merito una spiegazione?» mi domanda camminando verso di me. Indietreggio cercando di ristabilire la distanza, ma inutilmente perché dopo pochi passi resto bloccata al muro.

«Non c'è una spiegazione, andava fatto, è stato meglio per entrambi.» gli dico sicura, guardandomi le scarpe. Avrei dovuto lavarle..

«Allora forse mi merito un addio più carino del 'Ciao Pau'.» dice spingendo il suo corpo contro il mio, facendomi sentire chiaramente il rigonfiamento nei suoi pantaloni.

«Non mi sembra proprio il caso..» sussurro poggiando le mani sul suo petto cercando di allontanarlo. Ovviamente Paulo fa l'opposto di ciò che dico e poggia entrambe le mani dietro la mia schiena spingendomi verso di lui.

«Io invece penso sia il caso-» mi sussurra all'orecchio lentamente con voce roca e sto per cedere. «-Regalami un ultima notte e giuro che poi vado via.» mi dice iniziando a baciarmi il collo.

«Poi vai via?» sussurro e lo sento sorridere contro il mio collo, capendo che ormai avevo ceduto.
Mi prende in braccio portandomi verso la mia camera, poi mi stende sul letto e mi sbottona la gonna.

Rivali non nemici; Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora