Giorno 7

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    Questa volta introdursi nelposto da "ricordare" è stato un po' più difficile, o meglio, piùfuori legge, non che per me sia un problema. Mi sono introdotto nella casa diquel tuo ex cliente, il gay che veniva nel locale in cui lavoravi. E' statoterribilmente facile entrare, mi è bastato dire alla portinaia di essere ilnuovo ragazzo di quel gay, di cui non ricordo nemmeno il nome, e di volerglifare una sorpresa per quando sarebbe tornato da lavoro,ma gli ho spiegato che non avevo le chiavi, così dopo un po' di insistenza, haceduto dandomi le chiavi, non prima di aver detto che avrebbe controllato chenon rubassi niente. In ogni caso, non avevo intenzione di derubare quel frocio.Quando sono entrato in quella casa mi sono seduto sul letto, quello dove hodetto per la prima volta che stavamo insieme, che eravamo una coppia, quello dove un tizioaveva detto che ero fortunato ad averti, ora non lo sono più, non sono più cosìfortunato. Ian, non sono sempre così pessimista, ti giuro che a volte sto bene,riesco anche a ridere a delle battute, è solo che ci sono dei momenti chenemmeno le medicine possono curare, quei momenti in cui tutto ciò che c'è disbagliato nella mia testa viene a galla e io non posso fare niente perfermarlo, così mi ritrovo spesso nella mia stanza, in un angolo a piangeresenza un motivo. Ho girato in quella stanza rivedendo il tuo volto sereno sulletto, mentre osservavo tutti gli oggettini disposti sui mobili. Dopo esserestato per più di un'ora in quella casa, sono uscito e ho detto alla portinaiadi averci ripensato e che forse "il mio ragazzo" non avrebbeapprezzato la sorpresa, così ho lasciato le chiavi e me ne sono andato tornandoa casa dove sono ora. Non riesco a crederci che sia passata una settimana daquando ho iniziato a scriverti, già una settimana e io sono ancora al punto dipartenza, come se mi avessi lasciato ieri.    

Guilts || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora