Capitolo 5

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Marinette si allungò sul letto, osservando incuriosita l’orologio che si muoveva e parlava, chinandosi e studiando gli ingranaggi che si muovevano dietro lo sportellino di vetro: «Sicuro che non posso aprire e dare un’occhiata?» domandò, sorridendo dolcemente e vedendo l’altro allontanarsi di qualche passo, addossandosi contro il bandone finale del letto: «Un’occhiata piccola piccola.»
«Madamoiselle! Io non le chiedo di poter mettere le mani dentro la sua pancia.»
«Se è per questo, nemmeno ce l’hai le mani» commentò Plagg, comodamente seduto sul carrello portavivande e sorridendo divertito quando Marinette acciuffò Wayzz, iniziando a osservarlo da ogni angolazione: sembrava che quella strana ragazza trovasse affascinante tutto ciò che era di metallo, aveva rotelle e sbuffava.
Forse il padrone le sarebbe piaciuto veramente, se visto alla luce del giorno: in fondo aveva parti di metallo, qualche rotella e Plagg era certo di averlo visto sbuffare molto spesso.
Marinette inclinò il povero Wayzz, guardando la parte inferiore: «Come fai a muoverti?» domandò, rigirando l’orologio e picchiettando il vetro del quadrante: «C’è per caso un serbatoio interno?»
«Madamoiselle…»
«Però il candelabro? Il piumino? La teiera?» mormorò Marinette, rigirando nuovamente Wayzz e sospirando: «Possibile che ci siano dei motori così minuscoli che funzionano a vapore?» si domandò, posando l’orologio sul letto e allungandosi, afferrando la teiera e ignorando il singulto sorpreso della povera Tikki: tolse il coperchio, osservando l’interno e vedendo solo il liquido aranciato del the.
«Come fate a muovervi?» domandò, voltandosi verso il candelabro e fissandolo in attesa, quasi aspettandosi una risposta sensata da quest’ultimo; lo vide mettersi in posizione eretta e aprire la bocca metallica, pronto a rispondere alla sua domanda ma la porta della camera da letto si aprì con forza, talmente tanta che andò a sbattere contro il muro; Marinette sussultò, osservando la creatura che aveva incontrato nel bosco, non sapendo dove posare lo sguardo: sul volto dall’aria vagamente umana, completamente sfigurato e con dei tralicci neri che lo attraversavano per metà? Oppure sulle zampe di pelo nero, che sembravano molto simili a quelle di un gatto? Un braccio era completamente di metallo e, ogni volta che la creatura lo muoveva, le giungevano alle orecchie i suoni familiari degli ingranaggi in moto, mentre l’altra sembrava una zampa felina.
Il mostro si avvicinò a letto e lei si ritrasse, addossandosi contro la spalliera del letto e osservando lo sguardo verde che la studiava, mentre le orecchie, simili a quelle dei gatti, si muovevano a scatti, quasi a tempo con la lunga coda nera che frustava il pavimento: «Mettila sul carro e spediscila da dove è venuta» sentenziò la creatura, voltandosi verso il candelabro: «E non pensare mai più di fare una cosa del genere!»
«Ma, padrone, dovete pensare al padre…»
«Il padre è…»
«E’ terribilmente malato, non è vero?» lo interruppe Wayzz, mentre le lancette sul quadrate si muovevano impazzite: «Volete davvero rispedire la figlia da sola, sapendo che il padre giace in quelle condizioni?»
«Cosa?» mormorò Marinette, osservandoli e cercando di capire: «Cosa è successo a mio padre?»
«Lo abbiamo trovato, non molti giorni fa, fuori dal castello» spiegò Plagg, agitando i bracci: «Aveva la febbre molto alta e il padrone l’ha portato nel castello; adesso il nostro sensale se ne sta occupando ma è ancora molto debilitato e…»
«Voglio vederlo!»
«No!» esclamarono in coro Plagg e Wayzz, guardandosi poi l’un con l’altro: «Madamoiselle, vedete lui è molto contagioso. Per voi, ovviamente. Siete umana, mentre noi…beh…»
«Oh! Andiamo!» sbottò la creatura, alzando le braccia con un gesto di stizza: «Voi state…» si fermò, osservando che i suoi movimenti avevano impaurito la ragazza, tanto che si era nuovamente addossata al letto e lo fissava con uno sguardo impaurito in volto: «Fate come vi pare» sbuffò, voltandosi e andandosene con il passo lento e claudicante.
«S-sc-scusate.»
La voce della ragazza lo fece voltare e la osservò mentre, ai piedi del letto, si reggeva a una delle colonnine del baldacchino: «I-io…» la vide fermarsi e respirare profondamente, quasi alla ricerca del coraggio dentro di sé: «I-io p-posso remare…cioè, no…rimavere…rimanere lì...no, qui.»
«Volete restare qui?»
Marinette annuì vigorosamente con la testa: «P-per mio p-padre» balbettò in aggiunta; la bestia sbuffò, scuotendo il capo e andandosene via dalla camera con Plagg che lo seguiva saltellando: Marinette rimase immobile, facendo scivolare la mano lungo la colonnina e abbassando il capo mestamente.
«Quello era il suo modo per dirti che puoi rimanere» mormorò dolcemente la teiera, avvicinandosi con il carrello al letto: «Il padrone non è molto avvezzo ai rapporti sociali.»
«Potrò vedere mio padre?»
«Non appena Plagg e Wayzz diranno che non c’è pericolo, potrai farlo.»

La bella e la bestia || Miraculous Fanfiction {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora