Capitolo 4

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Il grande portone del palazzo si aprì con un rumore assordante, che risuonò nell'androne fatiscente, facendo sobbalzare la servitù riunita: Wayzz trotterellò verso l'ingresso, per quanto il suo corpo da orologio da tavolo glielo permettesse, e si fermò a pochi metri dall'uscio, osservando il padrone entrare con una fanciulla fra le zampe, mentre Plagg balzellava allegro e felice ai piedi del loro signore.
«Wayzz, abbiamo un'ospite» dichiarò allegro il candelabro, allargando i bracci e indicando la giovane svenuta.
«Se ne andrà assieme al padre» ringhiò Adrien, osservando il servitore che, senza ascoltarlo, si stava avvicinando al carrello con le ruote e puntava la teiera sopra: «Plagg!»
«Sì, sì. Ho sentito. Se ne andrà, certo. Certo» mormorò il candelabro, sorridendo allegro: «Tikki, il miglior camembert.»
«Vorrei ricordarti che non puoi mangiarlo.»
«Perché devi sempre distruggere le mie speranze in questo modo?»
«Perché a qualcuno tocca questo ingrato compito.»
«Plagg!»
La voce potente del loro padrone fece voltare il candelabro che, sorridente, si voltò: «Sì?» domandò con fare innocente e ignorando il ringhio che uscì dalla gola di Adrien: «Padrone, capisco che vi siete innamorato al primo colpo – oh, il colpo di fulmine! – ma dovete portare quella poveretta nella sua camera...»
«Io ti uccido» ringhiò il giovane, tirando indietro le labbra e mostrando i denti al candelabro che, sprezzante del pericolo, sorrise tranquillo: «Stavolta ti fondo sul serio e ci faccio...»
«Sì, sì. La solita minaccia di fondermi e fare del mio oro un lingotto. Perché poi un lingotto, dico io? Non sarebbe meglio un bel portaformaggio?»
«Perché ogni cosa che ti riguarda è sul formaggio?» sospirò Tikki, osservando poi il proprio signore e la ragazza: «Buon dio, che è successo agli abiti di quella ragazza? Padrone!»
«Non l'ho toccata! Aveva già questa cosa così corta.»
«Ah, va di moda così. L'ho visto a Parigi» dichiarò Plagg, incrociando le braccia e alzando il viso: «Siete tutti così fuori moda...oh, e poi c'erano quelle forme di camembert così perfette, che mi fissavano da dietro la vetrina di un negozio...»
«Wayzz! Libera il padre e...»
«E' scappato, signore!»
Adrien chiuse gli occhi, inspirando profondamente: «Come è scappato? Era in una cella, in cima alla torre nord. Come ha fatto a scappare?»
«Come ogni fuggitivo, padrone» dichiarò Plagg, agitando le braccia nel vuoto: «scassina una serratura, fare una fune di lenzuola. Io l'avevo detto che dovevamo metterlo in una delle camere degli ospiti? L'avevo detto? Sì, che l'avevo detto. Ma mai nessuno che da retta al candelabro...»
«Io lo uccido.»
«Povera piccola...» mormorò Tikki, spostandosi sulla cima del carrello e dando così il via al movimento di questo: «E' venuta fin qua da sola...»
«Ehi, c'ero io con lei!»
«...e suo padre è fuggito. Cosa faremo adesso?»
«L'abbandoniamo nel bosco?»
«Padrone!»
«D'accordo. D'accordo, la metto nella torre nord...»
«Oh, ma che problema ha con quella torre?» sbuffò Plagg, scuotendo il capo: «Tikki, abbiamo una camera degli ospiti pronta per madamoiselle Marinette?»
«Marinette?»
«E' il nome della tipa le cui cosce state palpando da mezz'ora, padrone» Plagg scosse la testa, sospirando: «Non vi ho proprio insegnato niente? Prima di toccare, chiedere almeno il nome.»
«Padrone...» mormorò Tikki, dolcemente: «Avete la mia benedizione per il suo omicidio, ma prima direi di portare madamoiselle Marinette nella camera rosa.»
Adrien osservò la teiera, annuendo poi con la testa e spostando l'attenzione sulla giovane svenuta fra le sue braccia: gli artigli delle sue zampe – quelli animali e quelli metallici – risaltavano contro la pelle nivea delle gambe, aveva gli occhi dello stesso colore del cielo e i capelli erano scuri come la notte.
Era graziosa.
Veramente graziosa.
Inspirò, salendo le scale e tenendo la ragazza contro di sé con delicatezza, sentendo Tikki ordinare a qualcuno di portarla di sopra: Marinette. Anche il suo nome era grazioso, ora che lo notava.
Chissà quanti anni aveva? E cosa faceva a Parigi?
E perché indossava quelle vesti così corte?
Era cambiata così tanto la moda da quando lui aveva avuto ancora contatti con il mondo?
Si fermò, alzando la testa e incontrando il suo riflesso in ciò che rimaneva di uno specchio: chi voleva prendere in giro? Lei aveva urlato di paura non appena l'aveva visto, come chiunque altro. Plagg era semplicemente un sognatore, che ancora sperava di riacquisire la forma umana.
Era un mostro.
Nessuno lo avrebbe amato.
Plagg si stava sbagliando. Su tutto quanto.

La bella e la bestia || Miraculous Fanfiction {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora