Capitolo sei

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"Te l'ho detto che tra poco cominciano le vacanze estive? Sole, mare, spiaggia, caldo e vacanze! Pochi compiti! Che bella la vita."
"Sì mi hai accennato questa cosa circa trenta volte. Questa è la trentunesima."
"Devo arrivare assolutamente a trentatré." Asserì Addie.
"Ti diverti a tormentare le tue amiche eh? Sei proprio una peste!" Ridacchiò Jack scompigliandole i capelli mentre la ragazza diventava rossa.
"Perché arrossisci?" La punzecchiò Fery.
Addie avrebbe tanto voluto ucciderla ma decise di risparmiarselo, dato che quel giorno si sentiva particolarmente pigra.
Fery ridacchiò e le due entrarono nel luogo, tanto odiato dalla maggior parte degli studenti, per l'ultima volta in quell'anno scolastico.
"Ehi, Kaminari!" Urlò una voce maschile dalla fila in fondo dei banchi.
Addie alzò gli occhi al cielo, mentre Fery gli rispondeva a tono.
"La cosa non finisce qua."
"E invece sì." Chiuse il discorso Beyond.
"Zitto, Pivello."
"PIVELLO A CHI?! GIURO CHE TI AMMAZZO PERSONALMENTE SE LO RIPETI!" E questo lo disse quel pezzo di pane di Fery.
Addie rise, divertita.
"Fery, le buone maniere?" Chiese, sempre ridendo, per poi scambiare uno sguardo d'intesa con Jack.
"Hai preso le difese di Beyond?" Chiese il castano mentre Fery arrossiva.
"Lui difende me e io difendo lui." Asserì la ragazza, ancora rossa.
"Ma sembrate fidanzati!" Si intromise Addie, con un ghigno sul volto.
"Parla la coppietta 'Stiamo sempre insieme e ci diamo appuntamenti romantici!'" Ridacchiò Fery, fissandoli con sguardo di sfida, e fu il turno di Addie di arrossire.
"Ap-appuntamenti romantici? Ma che dici? Ci siamo visti solo in gelateria!" Rispose Addie, a metà fra lo stupito e l'imbarazzato.
"Ed eravate sempre soli..." insinuò Beyond, mentre Jack scoppiava a ridere e diceva: "Che coppia di matti!"
"Parla lui!" Rispose Beyond, scoppiando a ridere pure lui.
Le ore passarono, Addie e Jack che ridacchiavano e Fery e Beyond che parlavano a bassa voce.
Poi arrivò la fine della quinta ora, il momento tanto aspettato da Addie che si precipitò fuori urlando: "YEEEEE!"
Jack scoppiò a ridere per poi mettersi al suo inseguimento. "Aspettami!"
Ed entrambi lasciarono indietro Beyond e Fery, mentre si dirigevano chissà dove a fare chissà cosa.

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"Due biglietti per 'Animali Fantastici e Dove Trovarli', grazie." Chiese Addie con una gentilezza che non era da lei.
Jack aspettava che la ragazza fosse pronta, un po' distante da lei e immerso nei suoi pensieri.
Potrei dirle che sono io il Mangiareni. Ma poi mi odierebbe, ed io non voglio perderla.
Fino a qualche giorno fa potevo anche farlo, potevo perdere la sua fiducia, ma ora no. Ora... credo di non poter stare senza di lei.
In effetti il ragazzo si svegliava sempre con un nome e un volto inciso in testa: capelli biondi, occhi azzurri e pelle pallida. Addie.
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da qualcosa che gli tirava una manica della sua felpa blu preferita. Addie.
"Ehi, andiamo! Dobbiamo prendere i pop-corn e il film sta per iniziare!"
Mentre Addie lo trascinava su per le scale fino al bancone delle schifezze che facevano ingrassare, Jack fece un fatale errore: "Potremmo evitare i pop-corn dato che inizia tra poco."
Addie si girò lentamente, stile serial-killer e lo guardò malissimo.
"Ho capito. Niente pop-corn, niente film." Riformulò il ragazzo, dopo lo scivolone.
Lei annuì senza però cambiare l'occhiataccia che aveva sul volto.
"Se ti pago i pop-corn mi perdoni?" Chiese Jack, e odiò quel suo tono implorante: ecco, signori e signore, il famoso serial-killer di Brooklyn, schiavizzato da una ragazza di quindici anni.
Pietoso.
Ma le comprò i pop-corn lo stesso.

Il film finì, Addie che applaudiva senza ritegno, trascinando l'intera sala in un applauso collettivo. Jack la guardava e sorrideva; solo lei riusciva a fare certe cose: convincere qualcuno che non voleva fare qualcosa a farla.
Persuasiva, pensò osservandola. Lei è una Persuasiva. Sarebbe bravissima.
Addie si voltò e lo guardò, un sorriso stampato in faccia, lo prese per una manica e lo trascinò fuori dalla sala ridendo.
Jack non capiva cosa stesse succedendo, ma si lasciò portare e scoppiò anche lui a ridere senza motivo.
Ora stavano camminando sulle sponde del lago in cui avevano fatto il bagno il giorno prima. Addie lo teneva per mano, mentre osservava il cielo e il sole già basso nel cielo.
E Jack fece un altro errore fatale. Molto più grave del primo.
"Addie... com'era tuo padre?"

"Com'era tuo padre?"
Addie sentì distintamente quella domanda entrargli nella mente e farsi spazio, solo quella che rimbombava cancellando il cinguettio degli uccellini e lo scrosciare dell'acqua.
"Lui... aveva i capelli neri e i miei stessi occhi... era simpatico, intelligente... quando ero piccola mi portava sempre in spalla... e poi... era andato a Brooklyn... diceva che ci avrebbe portato un pupazzo, al ritorno... invece non... non tornò."
Addie rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, ripetendo compulsivamente 'Non tornò, non tornò'.
Poi prese ad ansimare e si piegò in due, cascando per terra, le gambe molli e troppo deboli per reggere il suo peso.
"F... Fery. Mi S-serve Fery..." sussurrò Addie, ormai stesa per terra e gli occhi fissi sul cielo azzurro, giallo e arancione. Si avvicinava il tramonto, un tramonto bellissimo, e suo padre non avrebbe potuto vederlo.
Sentì che qualcosa la sollevava e poi che la posava su una superficie che poteva essere una panchina.
"Addie. Guardami." Quella voce penetrò la barriera che aveva scavato la frase 'Com'era tuo padre?'.
La voce di Jack superò tutte le barriere e le ruppe. Adesso sentiva di nuovo.
"Conta con me, Addie. Un respiro. Due respiri. Tre respiri..." Quattro respiri, cinque respiri, sette respiri...
Dopo qualche minuto Addie stava meglio. Strano, pensò, di solito solo Fery riesce a calmarmi.
"Stai bene?" Chiese Jack, e solo ora Addie si accorse di essere sdraiata su una panchina, la sua testa in grembo a Jack e il volto del ragazzo a pochi centimetri dal suo.
"Meglio." Sussurrò Addie con voce roca.
Jack annuì. "Menomale."
Poi si chinò e la baciò.

Fu un bacio leggero, uno sfioramento di labbra lieve come le ali di una farfalla, eppure fu perfetto.
Perfetto.
Visti da lontano potevano sembrare una coppia di fidanzati che si divertivano su una panchina, eppure là, nella loro personale bolla di sapone rosa che il bacio aveva creato, erano solo loro due e il loro dolore, la loro paura, la loro voglia di vendetta.
Jack... lui voleva vendicarsi. Di Jenny. Era stata lei a renderlo un demone, l'ultima a chiamarlo Jack. E poi era arrivata Addie che era entrata nella sua vita come una palla da demolizione, rompendo tutte le barriere che aveva eretto, sfacendo le reti in filo spinato e arrivando al suo cuore.
Ma non pensò a quello, durante il bacio.
Pensò a quanto fosse bella Addie con gli occhi chiusi, pallida e fragile, fatta di porcellana.
Perfetta.
Ma lei. Lei lo avrebbe odiato se avesse saputo la verità. Se avesse saputo di aver baciato l'assassino del padre.
Così Jack decise di non dirle che era lui il Mangiareni. Forse poteva dirle di essere un assassino ma niente di più.
Anche se nel profondo sapeva che non bisognava nascondere la verità alle persone amate.
E sì, Jack credeva di essersi innamorato di Addie.

"Ti porto a casa?"
"Sì." Sussurrò Addie, appoggiando la testa alla spalla di Jack, afferrandogli la mano come se lui fosse la sua ancora in un mare di lacrime e dolore. Ma lui non era un'ancora, non lo era affatto.
Camminarono in silenzio, Addie con gli occhi chiusi per la stanchezza e Jack che guidava entrambi.
Lei si fida di me.
Si fida e io le sto mentendo.
'Stupido! Questa è 'omissione' non 'bugia''
Ecco, Jack Aggiratore aveva ragione.
State zitte, altre personalità di Jack.
Per ora andava bene così.
"Ehi, Addie. Guarda là, ci sono Fery e Beyond."
Addie aprì gli occhi e lo guardò, come a chiedergli il permesso di andare e lasciarlo là da solo.
Jack annuì per concederle il permesso immaginario e Addie fece per andare, per poi tornare indietro e stampargli un bacio sulla guancia.
Poi corse da Fery e la abbracciò, cercando di reprimere le lacrime. Lei non c'era stata ma Addie era riuscita lo stesso a superarne uno.
Jack le osservava da lontano e Beyond lo raggiunse.
"Oggi non ho molta voglia di andare a caccia, Beyond."
"Neanche io. Jack."
Jack sorrise, si voltò e andò a casa insieme a Beyond. Come tutti i giorni.

"Hai avuto un attacco di panico, vero?" Chiese Fery preoccupata.
"Sì, ma per una sciocchezza, davvero. E comunque mi ha aiutata Jack, ha usato i tuoi metodi" e anche qualcos'altro, pensò Addie, "ed è andato tutto bene. Sul serio, non devi preoccuparti."
"Mm. Sarà meglio." La riprese Fery, e si distese sul suo letto, già mezz'addormentata.
"Buonanotte, Fery."
"'Notte Addie."
E Fery si addormentò, proprio mentre Addie aggiungeva nel buio: "Mi ha baciata."
Ma ormai Fery era troppo lontana nel mondo dei sogni per sentirla.

AngoloAutricia:
Ma buonsalve gente! Awe, che romanticona che sono! No, non è vero. Mentre scrivevo questo capitolo ho vomitato per il troppo dolciume.
Questo non vuol dire che non mi piaccia, anzi! È il capitolo che finora mi è piaciuto di più.
Mi sembra di averlo descritto molto bene (si sono vanitosa, egocentrica e egoista, ma soprattutto moooooolto modesta) e mi piace un sacco.
Adesso vado a fare i compiti delle vacanze.
Baci e che i pandacorni vi benedicano!
Annabeth Woods

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