Capitolo nove

48 10 22
                                    

Addie guardò di nuovo Il ragazzo che aveva davanti: assomigliava così tanto a Jeffrey, eppure non lo era.
Le scappò una lacrima che scivolò lentamente lungo il suo viso. Jeffrey la guardò stupito, si avvicinò ancora di più e prese la lacrima sulla punta del coltello.
"Non ti ho mai vista piangere, Alice. Sembri un angelo..."
Addie si strofinò gli occhi con la manica, rabbiosa, e gli sputò, centrandolo sulla spalla.
"Sembro ancora un angelo?"
Jeffrey scoppiò a ridere.
"Ho detto che sembri un angelo, non che lo sei."
Quattro minuti. Doveva solo prendere tempo.
Il telefono, al piano superiore vibrò.
Jack: ehi, Addie, faccio un po' tardi, ci metto             ancora dieci minuti, mi dispiace!

"Perché?"
"Perché cosa, Alice?"
"Perché hai fatto tutto questo. Perché hai ucciso mamma e papà?"
Jeffrey sorrise, ciocche di capelli scuri che gli cadevano sugli occhi. Era la copia in miniatura di suo padre, si rese conto Addie.
"Perché sono pazzo, Alice."
Addie spalancò gli occhi: certo lo sapeva, che lui era impazzito, ma non si sarebbe mai aspettata quell'ammissione.
"Il progetto originale era di ucciderli insieme, ma mi si è presentata quell'occasione a Brooklyn e non ho resistito. Poi ho cercato di uccidere mamma, ma c'eri sempre tu nei paraggi e non volevo causarti traumi."
"Perché così è meglio, invece?" Chiese Addie con evidente sarcasmo, il petto che stava per scoppiare.
Jeffrey sorrise di nuovo.
"Ovviamente no. Ma oggi era necessario raccontarti tutto. Sai, oggi c'è la Luna di Sangue."
"E allora?"
"E allora, Alice, è l'unico momento dell'anno in cui puoi diventare una di Noi. E tu sei destinata a diventarlo."
"Noi chi?" Chiese la ragazza, curiosa e spaventata allo stesso tempo.
"Noi creepypasta, ovviamente." Disse Jeffrey e la guardò sorpreso.
"Mi sembrava di averti parlato di Noi." Aggiunse il ragazzo, guardandola fisso.
"Le Creepypasta del tipo Homicidial Liu, Sally The Killer e Slenderman?" Chiese Addie dubbiosa. La storia si faceva intrigante.
"E del tipo Jeff The Killer?" Chiese Jeffrey, con un tono divertito nella domanda.
"Sì. No. Forse."

"Allora, Alice, sì o no? Ti ho parlato di lui?" Chiese di nuovo il fratello, un'onda di impazienza nella voce.
Dovrebbe già essere qua. Perché non arriva?
"Sì, mi hai parlato di lui. Di te."
"Esattamente. Il tipo impazziva, uccideva i genitori e il fratello e scappava, diventando un killer, una leggenda. Del tipo che si raccontano ai bambino per fargli paura."
"E non è così?"
"No, Alice. Non sono un mito. Sono davanti a te."
"Ma... è solo una storia!"
"Alice... Tutte le storie sono vere."
Addie spalancò gli occhi e lo fissò.
Se lui era Jeff The Killer... in pratica lei era Homicidial Addie.
Jeffrey sorrise di nuovo.
"Oh, no, non sei tu Homicidial Liu. Il mio caro fratello è già diventato ciò a cui era destinato. Adesso passa le sue notti a cercarmi e impedire di fare lo stesso con la sua... gemella."
"Che cosa?!"
"Tu e Liu siete gemelli. Certo, siete molto diversi dato che lui ha occhi verdi e capelli scuri, ma siete gemelli. Stesso giorno, stesso mese, stesso anno."
Addie precipitò ancora di più nel suo personale trauma familiare.
Otto minuti. Cazzo, perché non è qua?! Ho bisogno di lui!

Jack suonò il campanello, e quando nessuno arrivò ad aprirgli prese le chiavi di riserva da sotto lo zerbino, come gli aveva detto Addie qualche giorno fa.
Entrò con un sorriso, trovando sangue per terra.
Non era decisamente ciò che si aspettava.
"Addie, se sei... sai, in quel periodo e non hai le cose che ti servono, perché non chiedi a Fery?"
Addie sentì la voce forte e squillante del ragazzo e si rannicchiò ancora di più nell'angolo della cucina.
Testa di cazzo. Come può scherzare in un momento simile?!
Jack superò il salotto e andò subito in camera di Addie e Fery, pensando di trovarla là. Ma non fu così. Solo una scatola di cartone abbandonata per terra, piena di peluche e, sopra tutto, due pezzi di carta.
Jack decise di rimandare la lettura dei fogli. Prima voleva trovare Addie.
Scese di nuovo le scale, dopo aver controllato la camera della madre di Addie e il bagno.
Restava solo la cucina.
"Addie, per favore, dimmi che sei qua." Disse Jack, quasi disperato.
Qualcosa mugolò. Jack si avvicinò al suono e trovò la sua bella, bellissima Addie rannicchiata nello spazio tra il frigorifero e i fornelli.
Stringeva un coltello. Un coltello sporco di sangue.

My killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora