Capitolo otto

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Addie si svegliò presto, come sempre. Rimase un po' a crogiolarsi nel tepore delle sue coperte. Sorrise nel vedere le due forme scure rannicchiate l'una contro l'altra nel letto di Fery.
Sakura stringeva in un abbraccio la ragazza che era voltata contro il muro.
Controllò la sveglia sul cellulare: le 8:00 in punto. Decise che Fery aveva dormito abbastanza, così svegliò prima Sakura per non farle venire un infarto mentre svegliava Fery, poi prese fiato per gridare.
"Non. Ci. Provare." Sussurrò Fery, per poi mettersi a sedere, sorridendo a una Addie alquanto scioccata. Fery si era svegliata presto di sua spontanea volontà. Caspita, il mondo doveva star per andare in rovina!
"Come mai cosi mattiniera?" Chiese Addie stupita. "Non ho dormito stanotte." Rispose Fery, senza badare allo sguardo diffidente di Addie.
"CHI SEI TU? RIDAMMI FERY!" Esclamò Addie, picchiettando sulla testa di Fery come a dirle: sei in casa?
Fery sorrise e scese a fare colazione con l'amica al seguito.

"Fery tu dormi sempre." Disse la bionda, dopo qualche minuto di silenzio.
"Grazie mille, Addie." Sorrise ironica la mora.
"No, scusa, intendevo come mai non hai dormito stanotte! Di solito per svegliarti ci vogliono le cannonate!" Disse Addie, aspettando una risposta dall'altra.
"Oh, ehm, ho bevuto troppo caffè."
"Ma tu non bevi mai caffè!" Esclamò Addie, cercando di capire cosa la mora non volesse dirle.
"Ma ieri l'ho fatto per riprendermi dallo shock di Sally." Disse Fery, chiudendo il discorso mentre l'altra la guardava sospettosa.
Dopo una conversazione piuttosto lunga con Fery sul perché non fosse stato BB a uccidere Sam, Addie si decise a chiederle qualcosa.
"Hai... scoperto qualcosa del Mangiareni?" Chiese Addie, esitante. Fery annuì.
"Molto probabilmente lavora con il Killer di Los Angeles."
Addie impallidì. Quella notte le era strisciato un dubbio nella mente. La sostanza nerastra che ricopriva i reni trovati sulle scene del delitto del Mangiareni, da dove veniva?
Aveva ripercorso mentalmente l'ultimo assassinio compiuto dal Killer, e si era concentrata sul rene che era stato ritrovato: la sostanza assomigliava in modo preoccupante a quella che ricopriva le orbite di Jack.
E poi... quest'ulteriore conferma: Mangiareni e Los Angeles lavoravano insieme.
Jack e Beyond stavano sempre insieme.
Jack le aveva rivelato di essere un assassino.
E se fosse lui il Mangiareni?, si chiese Addie. Devo parlare con Jack.

Sakura fu reclamata da alcuni amici dell'orfanotrofio e uscì per tornare all'ora di pranzo.
Fery dovette uscire per andare a dire chissà cosa a Beyond. E Addie chiamò Jack.
"Jack. Devo parlarti. Tipo ora. Subito. Dovevi essere già qua." Disse la ragazza con tono freddo.
"Okay, Addie, arrivo. Cercherò di infrangere la barriera del suono se ti fa stare meglio."
Addie annuì anche se lui non poteva vederla.
"Ci vediamo tra pochissimo allora."
"Dammi cinque minuti."
Addie riattaccò e salì in camera sua, prendendo da sotto il letto una scatola di cartone.
La aprì e sentì subito l'odore di suo padre: un misto di rose e polvere che insieme stavano benissimo.
Sua madre era sicuramente uscita a fare shopping, dato che la mattina non aveva urlato a Addie e Fery di parlare piano, quindi poteva avere in tranquillità il suo attacco di panico.
Certo, era stata molto stupida ad aprire la scatola proprio in quel momento, quando aveva scoperto che il ragazzo che le piaceva era quasi sicuramente l'assassino di suo padre, proprio ora che aveva un equilibrio emotivo così precario, ma doveva controllare una cosa: si rifiutava di credere che fosse stato Jack a uccidere David Woods.

Cercò di respirare regolarmente e scavò nei ricordi di una bambina di quattro anni, fino ad arrivare a quello che cercava: due ritagli di giornale, Uno del 29 dicembre 2005, l'altro del 7 gennaio 2006.
Il primo parlava dell'assassinio di un giovane uomo sui quarant'anni, capelli neri e occhi chiarissimi. Ucciso dal Mangiareni. David Woods.
Addie non lo guardò per più di un istante, concentrandosi sul secondo foglio.
Amanda Frison. Trentacinque anni, capelli rossi e occhi castano scuro. Uccisa dal Mangiareni. L'omicidio dopo quello del padre di Addie.
"...in un angolo della stanza è stato ritrovato il caratteristico rene della vittima precedente, David Woods, che però non riportava nessuna cicatrice riconducibile a un trapianto di reni, solo un sottile taglio ai lati della bocca, assomiglianti a un sorriso.
E il rene ritrovato sulla nuova scena del delitto non era mangiucchiato, né ricoperto da una sostanza nera."
Addie spalancò gli occhi, la crisi cessata nel momento in cui aveva cominciato a leggere. Perché non aveva prestato attenzione a quelle notizie? Era così chiaro! Non era stato il Mangiareni ad uccidere David Woods. Era stato incastrato.
Il campanello suonò. Addie si precipitò al piano inferiore, sicura che alla porta ci fosse Jack, ma non fu così.
"Ciao, Alice."

"Jeffrey!!" Urlò Addie, saltandogli al collo.
"Mi sei mancato! Non ti vedo da due settimane! Avverti prima di sparire!"
Jeff sorrise, ma non il solito sorriso felice e spensierato. Un sorriso inquietante, maniacale.
"Alice. Dov'ero il 29 dicembre del 2005?" Chiese lui, e a Addie si strinse lo stomaco.
Pensò fosse un attacco di panico, ma si rese conto che era perché non lo sapeva. Non sapeva dove fosse stato Jeff il giorno in cui suo padre era stato ucciso.
Non ci aveva mai pensato.
Sapeva che era fuori casa, ma... non ci aveva mai pensato. Sapeva che non era là ad abbracciarla o a consolare sua madre o a piangere per il papà.
Sapeva solo quello.
"N-non lo so... dov'eri?" Chiese.
"A Brooklyn." Rispose lui, sempre lo stesso sorriso da psicopatico sul volto.
Addie strabuzzò gli occhi.
"Come?! Aspetta solo che lo venga a sapere mamma!" Urlò la ragazza, scioccata.
Un attimo. Brooklyn? E che ci faceva a Brooklyn?
"Oh, mamma non lo verrà a sapere. È andata a dormire..." cantilenò Jeff, avanzando verso la ragazza e costringendola ad arretrare.
Quanto tempo era passato? Due, forse tre minuti. Jack non era ancora arrivato.
"In... in che senso?" Chiese lei, terrorizzata dalla risposta.
"Nel senso che l'ho uccisa!" Disse il pazzo, scoppiando a ridere istericamente, per poi smettere all'improvviso e fissarla spaventato.
"Aiutami, Alice! Sono... sono loro a volere questo! È colpa delle voci! Sono state loro a dirmi di ucciderlo!" Sussurrò il ragazzo disperato.
"Uccidere... chi?" Chiese di nuovo Addie, sempre più terrorizzata. Era sull'orlo delle lacrime e stava per avere un attacco di panico, molto più grave degli altri, amplificato dal fatto che tornava con quello che aveva combattuto quando aveva tirato fuori la scatola di cartone.
"Papà, ovviamente!" Disse Jeff, con tono ovvio, come se lei avesse dovuto prevedere tutto quel macello.

AngoloAutricia:
Ma buonsalve gente! Ho deciso che spezzerò questo capitolo in due, anche se originariamente era unico. Credo che sia già abbastanza scioccante così.
Vi lascio con la suspance di cosa succederà dopo...
Intanto OkamiGirl19  dovrebbe essere contentissima perché SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE e con una lunghezza di capitolo discreta...
Adesso vado perché credo che abbiate qualcosa di meglio da fare il sabato sera😂.
Baci e che i pandacorni vi benedicano!
Annabeth Woods

My killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora