2/2 Time

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Erano passate due settimane da quando Maya aveva ricevuto la foto di Josh, in quell'arco di tempo non aveva lasciato foto a nessun altro.
Era il momento di lasciare a qualcuno il prossimo miraggio.

Rimase ad osservare le lancette di quel vecchio orologio per qualche secondo dopo aver scattato la foto.
Erano ferme, completamente, in un modo che quasi suscitava ironia, era incredibile pensare a come il tempo continuasse a scorrere nonostante la loro immobilità, a come anche loro avessero subito su loro stesse il corso del tempo e la sua fine.
Decise di consegnare quella foto subito, dopo aver scritto sul basso.
"Non è un'illusione. È un miraggio."
Era un riferimento ad un'affermazione di Einstein: "Il tempo è un'illusione" cinque parole, un uomo, infinite interpretazioni.
Al primo udire, questa frase non lascia spazio alla fantasia, sembra avere un significato, uno soltanto, ma riflettendoci, che cos'è un'illusione?
Che differenza c'è tra illusione e miraggio? Importa tanto saperlo?

Non sapeva perché aveva scelto quel ragazzo come destinatario della foto.
Forse perché infondo sembrava che il suo tempo -anche essendo lo stesso a disposizione degli altri- scorresse più velocemente, con più agonia.
Come se il dolore picchiasse più forte tra gli spazi senza nome presenti tra i secondi, spazi apparentemente vuoti, il mezzo inesistente tra fine si un secondo e inizio di un altro, che invece si rivelano essere parte integrante dei secondi stessi.

Che cos'è il tempo? Ci sono numerose definizioni e rappresentazioni di esso, ma come può qualcosa di così astratto essere definito?

Si dice sia il tessitore dalle mani mute, uno dei tiranni peggiori di questo mondo insieme al caso.
Si dice sia un dono, un dono che spesso viene gettato via.
Il tempo è un chiedere risposte all'universo, un qualcosa che l'uomo cerca racchiudere in intervalli, periodi, ma esso non ha un inizio o una fine, è l'uomo a volerla porre.
Il tempo è morto fintanto che è scandito da piccoli ingranaggi. Solo quando l’orologio si ferma il tempo prende vita. Aveva sentito dire, esso va ben oltre le lancette di un orologio.

Non lascia un segno sulla nostra pelle permanente come invece noi tutti sosteniamo, siamo noi a farlo.
Il tempo non ha un'esistenza ben definita, dietro a noi abbiamo i ricordi, davanti a noi i sogni, esso è solo il filo conduttore che sta nel mezzo.

Il tempo vola, ma noi ne siamo i piloti, anche se di questo Maya era ben poco convinta.
Tutto quello che dicevano i grandi filosofi, i libri, per lei erano solamente grandi idiozzie.
Trovava stupido che qualcuno usasse dire 'Ammazzare il tempo', ma c'era ben poca scelta, ammazzare il tempo o venire ammazzati da esso.

Tutti desiderano altro tempo e egoisticamente anche lei lo faceva, desiderava anche che qualcuno desse a lei il suo tempo, ma se ne rimproverava, perché proprio quando finalmente qualcuno sembrava farlo lei si sentiva in dovere di fermarlo.

Però tutto ciò che la portava ad odiare questa grande astrazione allo stesso modo l'affascinava.
Aveva riflettuto a lungo sulla teoria della relatività, in cui non esiste un unico tempo assoluto, uguale per tutti, ma ogni singola persona ha una propria misura del tempo, che viene influenzata da dove esso si trova e da cosa sta facendo. In parole povere, c'è molta differenza sull'aspettare qualcuno seduto su un divano davanti alla tv o su una panchina gelida fuori ad una stazione.

Maya non voleva che Nicholas pensasse che il suo tempo stesse finendo, lei desiderava che lui pensasse di avere tutto il tempo che voleva, data l'inesistenza stessa di esso.
"È patetico" si era rimproverata, guardando un'ultima volta la fotografia prima di nasconderla sui fiori che avrebbe fatto portare in modo anonimo a Nick. Ma ormai era tardi, patetico o no, sarebbe stata la reazione di Nick a dare la decisione definitiva. Solo che lei non aveva intenzione di guardarla.

Nella tasca destra del suo zaino Maya portava ancora la foto di Josh, che sarebbe stato ancora a casa Matthews per un paio di giorni.
Voleva buttarla, liberarsene, perché dentro di lei c'era ancora qualcosa, una speranza che tutto il miraggio attorno a lei e alla sua vita potesse diventare reale.
Aveva in una tasca la foto di Josh e nell'altra la prossima che avrebbe consegnato, due mondi paralleli e contrastanti tra loro divisi da un filo su cui Maya continuava ad essere in bilico.

"Ehi" si sentì chiamare, sulla strada che portava a casa.
Alzò lo sguardo incrociando quei due occhi che la rassicuravano tanto, per poi forzare un sorriso.
"Ciao Shawn" salutò di risposta "Stai già tornando a casa?"
L'uomo annuì, affiancandosi a lei "Josh mi ha lasciato una cosa per te al negozio oggi, mi ha detto che dovevo consegnartela io perché da lui non l'avresti accettata" le porse una busta bianca "Non l'ho aperta, mi ha detto di non farlo, ma anche se come amico di Cory mi sento davvero felice che quel ragazzo sia in contatto con te -trovo che sia adorabile- invece come tuo padre pretendo di sapere cosa c'è al suo interno" la intimò, aprendo la porta di casa.
"Tranquillo, gli avevo chiesto un appunto per la scuola e credo me lo abbia mandato" mentì.
"Certo" appese le chiavi al loro posto dietro alla porta "Quindi tu avresti avuto improvvisamente voglia di studiare e avresti chiesto una mano a Josh" annuì andando in cucina "Farò finta di crederci"
Maya ridacchiò andando in camera sua. Si sedette davanti alla scrivania, osservando la busta da lettere bianca.
Sulla busta c'era un'iscrizione: "Non chiedermi come ho fatto a scoprire il tuo prossimo soggetto. Sto solo cercando di capire come ragioni."
Maya alzò gli occhi al cielo, aprendo la busta.

C'era una foto di Riley e Maya sedute sul divano a ridere.
Sul fondo una scritta in piccolo "Misura i tuoi giorni in ricordi e opportunità, non in tempo. Il tuo tempo inizia insieme alla tua vita"
In alto c'era una minuscola freccetta che indicava di girare la foto.
Un'altra iscrizione.
"Non dire che non hai abbastanza tempo. Hai esattamente lo stesso numero di ore in una giornata che è stato dato a Michelangelo, Pasteur, Madre Teresa, Leonardo da Vinci, Thomas Jefferson e Albert Einstein.
ps: sì, è una citazione, non sarei stato capace di scriverti una cosa del genere da solo."

Mirage ➳ JoshayaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora