2/2 Dreams

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Come si suol dire 'avere un sogno nel cassetto' è una cosa comune a tutti.
Ma per Maya era letteralmente così, il suo album, i disegni, i fogli ancora vuoti, erano chiusi nel cassetto più basso della sua scrivania da mesi ormai.
Non che le fosse passata la passione per il disegno, ma aveva cominciato a chiedersi il perché farlo.
Perché sprecare del tempo a disegnare come volesse realmente il mondo se la sua visione non si sarebbe mai realizzata?
Poteva disegnarsi con il suo padre biologico, immaginare che non se ne fosse andato, o desiderare uno stipendio migliore per sua madre, ma i problemi non si risolvevano il quel modo, e guardare quei pezzi di carta non aveva fatto altro che ricordardarglielo.
Davanti a quei pensieri Maya era sicura che Riley si sarebbe opposta, che le avrebbe detto che stava sbagliando, ma in quel momento lei ci credeva fermamente.

Era appena tornata da scuola quel giorno, ma aveva già preparato la foto per la persona successiva.
Aveva dovuto rinunciare al voler mandare le foto di volta in volta a una persona sempre più vicina a lei, perché questa volta la foto era stata scattata ad un suo disegno, e chiunque la conoscesse avrebbe capito che era lei la ragazza dei miraggi, così aveva dovuto scegliere una ragazza che abitava nella stessa strada dove era situata la sua vecchia casa.
La stradina era molto povera esteticamente, ma quella famiglia -la famiglia della ragazza alla quale avrebbe dato la lettera- era di reddito abbastanza alto.
Valerie, la figlia maggiore, suscitava in Maya una grande ammirazione, lei sapeva cosa voleva fare nella vita, studiava danza e violino da anni e aveva da poco fatto domanda alla Julliard per l'anno successivo.
Era l'esatto contrario di Maya, probabilmente non sapeva nemmeno chi fosse.
Non si salutavano quando si incrociavano per la strada, non si sorridevano quando si notavano in lontananza e lei non sapeva che Maya si fermava alla sua finestra ad ascoltarla quando suonava.
Non sapevano niente l'una dell'altra eppure Maya era sicura che fosse così, si sentiva diversa e completamente fuori luogo.
Sapeva di star ingigantendo le cose, ma le importava poco di ciò, se non nulla, avrebbe solo voluto sentirsi più simile agli altri.
Avrebbe voluto parlarne con gli altri, magari con la sua migliore amica, ma dopo che la brunetta era stata bullizzata e aveva dichiarato di voler star fuori dal mondo di Riley non le sembrava adatto.
Riles l'aveva chiamata poco prima, informandola dell'imminente arrivo di Josh, inizialmente ne era stata entusiasta, anche se aveva cercato di non darlo a vedere, ma poi si era resa conto che non era poi così positiva come cosa.
Quando lei e Josh passavano anche cinque minuti insieme il silenzio prendeva posto nella stanza.
L'ultima volta che si erano incontrati avevano iniziato a giocherellare con un vecchio puzzle di Auggie che era stato lasciato sul tavolo, nell'attesa che Riley tornasse con lui da casa Morgenstern.
Maya aveva iniziato ad osservare come alcuni pezzi combaciassero perfettamente tra loro, mentre altri sembrassero essere destinati ad essere lontani, per essere ravvicinati solo dalle dita di un bambino distratto, per errore.
Josh se n'era accorto e aveva sorriso impacciatamente "Se due pezzi non combaciano è perché non li hai forzati a farlo" aveva detto.
"E se fossero completamente diversi tra loro? Se non avessero niente in comune?" aveva ribattuto.
"Difetti di fabbrica" scrollò le spalle il ragazzo, sapevano entrambi che a quel punto non si parlava più di quei pezzi di cartone sparsi tra il tavolo e il pavimento "Ma non vedo perché dovrebbero stare divisi per gli errori degli altri"
La loro conversazione si era fermata lì, non avevano più parlato.
Quel giorno stavano per parlare di nuovo e Maya ne aveva paura.

Quando entrò in casa Matthews Maya si limitò a rivolgere un sorriso forzato a Josh.
Voleva dire a Riley di non lasciarli mai da soli, perché era sicura che lei avesse un intento completamente contrario, ma non ne ebbe il coraggio.
Josh fu subito trascinato da Auggie in camera, e Maya fece di tutto pur di evitare di entrare lì.
Non voleva parlargli, non adesso che aveva paura di poter rovinare ogni cosa.
C'era quasi riuscita, aveva passato tutto il tempo a studiare con Riley, quando il ragazzo si era offerto di accompagnarla a casa.
Era stata indubbiamente un'idea di Riley, anche se la sua teoria sul fatto che 'le strade fossero più pericolose in quel preciso giorno del mese per una ragazzina indifesa come Maya' non era del tutto attendibile, Josh aveva preferito non fare storie e concludere velocemente la faccenda.
Gli piaceva stare con Maya, ma le cose erano cambiate e lo sapevano entrambi.
"Comunque la cosa del puzzle è stata stupida" fu la prima frase che Maya gli rivolse lungo la strada verso la metropolitana.
"Le riflessioni non sono mai stupide, si fanno per un motivo" Josh evitò di incrociare il suo sguardo "Non avresti detto così fino a qualche tempo fa, si può sapere cosa hai?" trovò il coraggio di chiederle.
"Che cosa hai tu, piuttosto. Sei sempre stato il ragazzo che ammiravo che camminava sempre a testa alta e c'era per gli amici" si fermò di colpo "Avevi detto che avevamo una speranza, sono mesi che non ti fai sentire o te ne stai zitto quando ci vediamo"
"Beh mi pare che per te valga lo stesso, non so più dove sia la Maya a cui avevo dato una chance." sputò.
"Stai scherzando spero." alzò un sopracciglio "Sei ridicolo Josh, le cose stanno cambiando, ho un padre adesso, ho cambiato casa e tra poco dovrò decidere cosa fare del mio futuro"
"Non volevi entrare in una scuola artistica?" incrociò le braccia.
"No, non più almeno. I sogni sono infantili, come tutti gli stupidi discorsi sul fatto che per noi ci fosse una speranza. Sul fatto che a te importasse di me"
"Ma ti senti quando parli? Credi davvero che non mi importi di te? Cavolo Maya io ho capito dietro a cosa ti stai nascondendo, so tutto quello che ti sta succedendo e capisco che sia difficile, ma non puoi prendere ogni cosa per il peggio. Non posso stare qui ad aspettare che tu ti chiarisca le idee" Sbuffò esasperato.
Maya batte più volte il piede sulla strada in modo nervoso, poi si voltò verso l'entrata della metropolitana.
"Da qui proseguo da sola, dì pure a Riley che nessuno mi ha rapito o spaventato a morte durante al tragitto"
Josh le afferrò il polso "Fa come ti pare, ma hai bisogno di parlarne con qualcuno."
"Di cosa?" alzò gli occhi al cielo per l'ennesima volta.
"Te l'ho detto che ho capito dietro a cosa ti nascondi" esitò prima di pronunciare la frase successiva
"Devi parlare con qualcuno del fatto che tu veda tutto come un miraggio"

Mirage ➳ JoshayaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora