2/2 Money

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Maya era stesa sul suo letto, quel letto che aveva insistito per tenere nella sua camera, nonostante ora potessero permettersene un'altro. Non voleva cambiarlo, non quando poteva ancora usarlo.
Le sembrava di sentire il profumo di tutti i suoi ricordi stesa in quel modo, con lo sguardo rivolto al triste soffitto bianco.
Il miraggio all'ordine del giorno era il denaro, filo conduttore di tutti i miraggi che aveva preso in considerazione fino ad all'ora.
I sogni, la famiglia, necessitano entrambi di denaro e Hollywood è il suo regno.
Anzi, si può dire che esso regni ovunque, che la frivolezza e il lusso siano presenti in ogni territorio.

"Il denaro è solo della carta su cui contiamo." aveva detto Matthews un giorno a lezione "Una carta che provoca guerre"
A quell'affermazione Maya aveva risposto ingenuamente "Sono al sicuro", nessuno poteva rubarle ciò che non aveva.
Ma era proprio questo a farglielo pensare come un miraggio, i suoi genitori ora guadagnavano più di quanto facessero prima, Maya ne era felice naturalmente, ma più le cose diventavano perfette più le sembrava che tutto cadesse a pezzi.

"Tu non sopravvivi, tu fiorisci" le aveva detto Farkle, pensando a quanto la sua situazione fosse diversa.
Maya, ricordandosi di quelle parole, guardò verso il suo armadio. Quello era nuovo, aveva deciso che era il momento di cambiarlo, ma dentro quel nuovo oggetto c'era lo stesso vestito che indossava quel giorno, quando il padre di Farkle pensò di aver perso tutto.
Un vestito che le aveva regalato Shawn.
Era un pò rovinato e le andava leggermente stretto, aveva dei vestiti più comodi e nuovi, ma continuava a indossarlo. Quel giorno aveva detto a Farkle di apprezzare queste piccole cose, di custodirle. E lei continuava a farlo.

"Quando non hai denaro, riconosci a cosa ti sarebbe utile" le sembrava di rivedere se stessa dire quelle parole in quel momento, guardando verso il soffitto.
Era bianco, completamente, ma questo l'aiutava a visualizzare meglio quella scena.
Si guardò attorno, la sua camera attuale era completamente diversa dalla precedente. Non c'erano buchi nei muri e nemmeno crepe, sembrava essere completamente perfetta, eppure lei si sentiva davvero fuori luogo.

Per qualche secondo si concentrò su una frase che le era stata detta quel giorno in cui il suo modo di vivere il denaro influenzò quello degli altri.
"In non investo nelle idee, io investo nelle persone con belle idee"
Con quale criterio si decide se un'idea sia bella o meno? Normalmente ce ne si accorge dal risultato finale, ma come decidere se prenderla davvero in considerazione senza conoscerne le conseguenze che essa potrebbe portare? Quanto si è disposti a rischiare?
Maya aveva rischiato tutto con la sua idea di dare quelle foto, ma a che scopo? Era davvero una buona idea?

Il suo cellulare vibrò una volta, facendo aprire gli occhi di Maya di scatto, poi una seconda, alla quale lei cedette, alzando il capo dal suo cuscino.
Strabuzzò gli occhi leggendo il mittente.
"Che cosa vorrà Josh?" sussurrò sorpresa. L'ultima volta che le aveva scritto era stata mesi e mesi prima e dopo la loro ultima conversazione aveva completamente represso la possibilità che lui volesse parlarle.
Aspettò qualche secondo, indecisa sull'apire o no la conversazione.
Ticchettò leggermente con le unghie sullo schermo del cellulare, a ripetizione, fin quando quel suono non si fece troppo fastidioso persino per lei.

"Cosa raffigura la prossima foto?" era l'esatto messaggio.
Non poteva credere che fosse così sfacciato, non aveva il diritto di intromettersi, così decise di non rispondere.
Ormai non sarebbe più riuscita a rilassarsi stesa sul letto, quindi si alzò, decisa a preparare la foto successiva.
Inizialmente aveva pensato di consegnarla al signor Minkus, non sapeva esattamente perché aveva pensato fosse giusto, ma era stata la prima persona a venirgli in mente.
Poi la sua indecisione sul da farsi riguardo al destinatario l'aveva portata a prendere un'altra decisione, di cui sarebbe stata ad ogni modo soddisfatta.
Quella foto non aveva un destinatario preciso, l'avrebbe lasciata su una panchina della metropolitana quella sera stessa, prima di andare a casa Matthews, dove Riley l'aveva invitata a dormire.
La foto raffigurava una semplice banconota verde da un dollaro, a tono con il colore del prato di un parco vicino.
Aveva scelto quello sfondo per non destare alcun sospetto, insomma se avesse scattato la foto a casa sua qualcuno avrebbe potuto riconoscerla.
Controllò di nuovo il cellulare per verificare che Josh non le avesse scritto altro. Non sapeva come sentirsi riguardo a quel messaggio, non sapeva che cosa pensare, ma infondo sperava che lui le scrivesse altro.
Niente, non aveva neanche dato accenno a scrivere altro.
Maya scrollò le spalle, lo avrebbe visto quella sera.
Sperava non le facesse altre domande sulle foto in presenza di altri, le dava fastidio lui li avesse capito, non riusciva a capacitarsi del fatto che tutte le sue attenzioni nel non farsi riconoscere fossero state vane davanti a Josh.
"Miraggio, miraggio, miraggio" aveva scritto prepotentemente e velocemente sulla parte inferiore della foto, con un pennarello indelebile.
Lasciò asciugare la scritta per qualche secondo, ancora indecisa sul rispondere a Josh.
In quel momento dava al ragazzo tutte le colpe per ogni cosa, non doveva intromettersi, non doveva provare a farle cambiare idea e se non voleva aspettarla prendere una decisione erano fatti suoi.
Voleva essere lasciata in pace, anche da lui.

Afferrò la foto e la ripose nella tasca posteriore del suo jeans, dirigendosi verso la porta di casa dopo aver afferrato uno zaino in cui aveva riposto l'occorrente per dormire da Riley.
Sua madre non sarebbe arrivata prima delle nove, così le lasciò un messaggio e si decise ad uscire di casa.
Le strade erano abbastanza vuote, i bambini avevano già fatto il loro giretto al parco, i lavoratori erano ancora in servizio e i ragazzini cominciavano a scendere in strada.
Era un'atmosfera che le metteva tranquillità, il tipico pomeriggio primaverile in cui tutto sembrava regolare.
La regolarità era una cosa che annoiava tremendamente Maya, ma allo stesso tempo il fatto che le cose non sembrassero avere intenzione di cambiare per un pò la tranquillizzava, non le piacevano i cambiamenti, per quanto la sua vita invece fosse in cambiamento costante, per quanto lei stessa lo fosse.

Scese gli scalini che conducevano alla stazione della metropolitana, rischiando di inciampare come ogni volta sul penultimo gradino scheggiato della scalinata.
Era un pò che rifletteva su come lasciare in giro la foto senza dare nell'occhio, ma decise di improvvisare al momento qualcosa a seconda dell'affluenza di persone e della situazione.

Appena il mezzo raggiunse la stazione Maya alzò lo sguardo verso esso, giocherellando nervosa con il bordo inferiore della maglia che stava indossando, sperava davvero di non dare nell'occhio.
Una volta afferrato il palo d'acciaio a cui reggersi Maya decise di fare la sua mossa. Afferrò la foto -nascondendola sotto la vecchia felpa che reggeva in mano- e aspettò l'arrivo alla stazione successiva, che causò confusione di gente che saliva e scendeva e uno scossone, del quale Maya approfittò, facendo cadere la sua felpa sul pavimento, insieme alla foto.
Sussurò un "Oops" Per poi riprendere l'indumento dal pavimento e allontanarsi leggermente.
Cercò di non tenere lo sguardo costantemente fisso sul pavimento, non voleva qualcuno capisse l'avesse messa lei, ma non potè far a meno di mordersi il labbro inferiore incuriosità vedendo qualcuno raccogliere la foto dal pavimento.
Temeva nessuno lo avrebbe fatto, dal momento che poteva tranquillamente sembrare un inutile volatino pubblicitario, quindi fu molto sollevata nel notare che qualcuno lo fece.
Osservò di sfuggita i suoi lineamenti. Era un ragazzo, il primo ragazzo a 'ricevere' una delle sue foto.
Maya sorrise entusiasta all'espressione confusa del ragazzo, anche se non ne aveva esattamente motivo.
Non aveva mai visto la reazione di uno dei suoi destinatari e pensava che non lo avrebbe rifatto, così continuò a guardarlo finchè il ragazzo non alzò lo sguardo sentendosi osservato, costringendola ad abbassare il capo.
Le sarebbe piaciuto sapere cosa pensava in quel momento, avrebbe voluto conoscere i suoi pensieri, positivi o negativi che fossero.

Percorse il tragitto fino a casa Matthews soddisfatta della sua azione, convinta che sarebbe servita a qualcosa.
La sua espressione e il suo modo di comportarsi in quel momento trasmettevano allegria, che si dissolse al suo incontrare lo sguardo di Josh oltre la porta.
Lui aprì lentamente, sorpreso di vederla nonostante sapesse del suo imminente arrivo.
Lei si limitò a rivolgergli uno sguardo prima di entrare.
"Maya" la fermò lui, cogliendo l'occasione di poterle parlare per un momento da solo "Perché non mi hai risposto?"
"Perché non sono problemi tuoi" gli fece notare, posando il suo zainetto sul divano "Avevi detto che non mi avresti aspettata, quindi dovresti smetterla di farmi pensare il contrario." affermò, prima di salire in camera di Riley senza dargli il tempo di rispondere.
"Ehi Riles" la salutò calorosamente.
La brunetta rispose con un sorriso, mentre alzava le ultime cose dal pavimento di camera sua.
"Pronta?" le chiese "Spero tu abbia portato tutto, libro di matematica compreso" le puntò un dito contro "Dobbiamo studiare per lunedì"
Maya alzò gli occhi al cielo "Ho lasciato tutto di sotto, vado a prendere lo zaino" fece un cenno verso la porta.
Sperava davvero di non incontrare di nuovo Josh, non aveva voglia di continuare quella conversazione.
Sospirò sollevata quando si accorse che non era lì, così si diresse verso il divano, afferrando il suo zaino per portarlo di sopra.
Appoggiò l'oggetto sul letto di Riley per poterci guardar meglio dentro e poi controllò di aver preso tutto.
Alzò un sopracciglio notando che c'era una foto nel suo zaino, era sicura di aver lasciato la foto scattata alla banconota in metro e che le altre fossero chiuse nello scatolo a casa sua, eppure era lì, una foto chiaramente scattata con una polaroid.
Si sorprese nel vedere una foto che ricordava di non aver mai scattato, era lei, appoggiata al bordo della sua finestra qualche giorno prima.
Anche questa polaroid portava una scritta: "Niente di tutto questo è un miraggio. -J"

my corner
niente, non so cosa ho scritto, fate finta abbia senso.

Mirage ➳ JoshayaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora