Capitolo 1

509 33 0
                                    



1.

Il compromesso è l'arte della leadership

e i compromessi si fanno con gli avversari,

non con gli amici."
(Nelson Mandela)


La notte era serena, stelle lucenti scintillavano nel cielo e la luna era alta sull'orizzonte e velata di radi cirri, quasi stesse sonnecchiando sotto leggere coltri di seta.

Tutto sembrava tranquillo, fatta eccezione per le persone che si trovavano nello studio di re Ruak di Enerios.

Quello stesso giorno, sul fare del meriggio, l'amato fratello e la sua famiglia al gran completo, erano infine giunti a Rajana dopo un lungo viaggio, iniziato dalle montagne di Karton.

Ogni cosa si era svolta con semplicità, e la sorpresa aveva colmato i cuori della famiglia reale quando, nel rivedere Eikhe dopo tanto tempo, Ruak aveva scoperto della nascita di due gemelli.

Renke si era dichiarata entusiasta dei nipoti e così i cugini che, tra timidi cenni di saluto e qualche battuta smozzicata, alla fine erano riusciti a intendersi alla grande.

I lupi erano stati il vero punto focale dell'intera visita, e Renke aveva praticamente sequestrato Luak, il lupo di Eikhe, per sommergerlo di coccole.

La sua padrona, alla fine, aveva dovuto lasciar fare la regina, con un gran sorriso e un sospiro di rassegnazione misto a divertimento.

Vantandosi con la cognata, Melantha aveva ammesso con Renke di essere quasi riuscita a padroneggiare il linguaggio dei lupi.

Questo aveva apparentemente fatto indispettire la regina di Enerios ma, come Eikhe aveva subito compreso, quell'apparente dispetto si era rivelato essere un gioco che, a quanto pareva, era solito tra di loro.

Le due cognate si volevano bene, e pavoneggiarsi simpaticamente agli occhi l'una dell'altra doveva essere una consuetudine.

A quella tarda ora, comunque, né lupi né principesse erano desti per simili giochi.

Le famiglie di Melantha, Ruak e Aken stavano riposando nelle loro stanze, mentre i due fratelli si confrontavano finalmente su ciò che era avvenuto in quei due anni di separazione.

Seduto su una poltrona, le gambe allungate e intrecciate alle caviglie, Aken assentì a ogni parola del fratello e plaudì silenzioso la sua scelta di scendere a patti con il consiglio.

Avere l'esercito dalla propria parte non sarebbe mai bastato, visto il potere di certe nobili famiglie di Enerios e facenti parte del Consiglio della Corona.

Senza rischiare un vero e proprio colpo di Stato, Ruak non avrebbe ottenuto nulla, se non l'essere macchiato indelebilmente del marchio dei traditori.

Accordarsi con il consiglio per far abdicare il re in favore del figlio, aveva salvato la situazione agli occhi del popolo, che non era stato costretto a odiare il sovrano, né la sua casata.

Cosa potesse voler dire, a lungo termine, essere stati costretti a cedere a simili accordi, era ancora difficile da stabilire, ma tant'era.

Per salvare Enerios dalla follia di Arkan, e permettere quindi ad Aken ed Eikhe di rientrare in seno alla loro famiglia, si era dovuti giungere a tanto.

Alla fine, sospirando, Ruak si versò un po' di liquore ambrato nel suo bicchiere panciuto, lo scolò e, con voce leggermente tremante, mormorò: "Alcune volte, la notte, lo sogno ancora mentre mi ingiuria nella Sala del Consiglio. Dèi! Aveva quasi la bava alla bocca per l'ira."

La Profezia di Haaron - Cronache di Enerios Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora