Capitolo 3

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3.


Il sole brillava alto, nel cielo di un azzurro intenso, illuminando la mulattiera terrosa che stavano percorrendo a dorso di cavallo.

L'aria frizzante proveniente dai Monti Urlanti era solo un pallido esempio di ciò per cui, quelle vette impervie e inquietanti, erano diventate famose.

Il Bacio dei Monti Urlanti.

Sapeva, per bocca degli zii, di venti gelidi che spiravano tra quei monti impervi e dalle vette seghettate, tali da terrorizzare anche il più intrepido dei viaggiatori.

Per cause di forza maggiore, lo zio e la zia ne aveva provato sulla pelle tutta la loro micidiale forza distruttrice.

Naell aveva sempre amato le storie di zio Aken, di quando aveva viaggiato per settimane tra le montagne assieme a una donna e al suo lupo, così da salvare l'intero regno dalla minaccia dell'odiato Vartas.

All'epoca, era stata troppo piccola per comprendere il sottofondo agrodolce delle sue parole.

Da quando, però, era diventata abbastanza grande per capire certe sfumature, il ricordo delle parole di zio Aken le aveva fatto capire quanto avesse amato quella donna-lupo in particolare.

Vedere Eikhe a palazzo, riunita allo zio e finalmente felici insieme alla famiglia riunita, era stato una sorpresa più che lieta, per lei, che aveva sempre amato moltissimo il fratello di suo padre.

L'idea di rivederlo assieme alla sua famiglia e ai gemelli, che aveva visto l'ultima volta l'anno addietro, la riempiva di una gioia immensa, di certo non quantificabile.

A capo di quella spedizione di cinquanta soldati c'erano suo fratello Staryn, un sedicenne alto e dinoccolato dall'aria da studioso e la timidezza quasi cronica.

Al suo fianco procedeva Meyor, allievo prediletto dello zio e suo grande amico, oltre che sottotenente del Primo Cavalleria di Enerios.

Gli uomini sedevano ritti sulle selle dei loro stalloni, protetti da leggere tuniche di pelle dalle lunghe maniche, che ricoprivano quasi interamente la cotta di maglie di ferro che portavano al di sotto.

Non che temessero attacchi tra quei territori a loro ameni, ma la prudenza non era mai troppa.

Anche lei, pur essendo donna, indossava una cotta di maglie, sotto la tunica colorata, così come pesanti stivali di cuoio alti al ginocchio al posto dei più eleganti e raffinati stivaletti di pelle che soleva usare a cavallo.

In quanto principessa, Naell avrebbe potuto scegliere di percorrere il lungo tragitto che separava Rajana da Hyo-Den sui comodi cuscini di una portantina, ma si era rifiutata categoricamente.

La sola idea di presentarsi al cospetto della famiglia di Aken su quel lussuoso quanto inutile attrezzo, l'aveva disgustata.

Aveva quattordici anni, non novanta, e poteva benissimo cavalcare come gli altri!

Certo, i primi giorni erano stati tremendi.

Ricordava più che bene il dolore agli arti e al fondo schiena, ma non aveva voluto cedere di un passo dai suoi intenti.

Soprattutto, però, non aveva voluto la sella all'amazzone che, per quanto bella, era scomoda e prevedeva che lei indossasse un vestito lungo.

Una gonna.

Rabbrividendo alla sola idea, Naell si guardò intorno per scacciare l'orrenda sensazione provata al solo pensare a quell'ammasso di stoffe, sottogonne, guardinfanti e nastri di cui era composto un abito da principessa.

La Profezia di Haaron - Cronache di Enerios Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora