Epilogo

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[Luke]


Ero finalmente in salvo, dopo due anni  in quell'isola dimenticata da Dio. 

Di quel giorno ricordo solamente che osservavo il mare dall'alto, meravigliandomi di quanto enorme e profondo fosse, senza rendermi conto che quella sensazione di meraviglia sarebbe diventata disperazione. 

Ad un tratto vidi un buco enorme e le persone che veniva risucchiate fuori dall'aereo come se niente fosse, neanche il tempo di pensare che venni risucchiato fuori dall'aereo anch'io.

Quando caddi in acqua riuscì a riemerge solo per vedere l'aereo esplodere, salì su un pezzo d'ala dell'aereo che galleggiava, scoppiando a piangere. Ero scampato a morte certa ma non sapevo che quello che avrei passato si sarebbe avvicinato molto alla morte.

Sentii una donna urlare, non tanto lontana da me, così la raggiunsi nuotando con le braccia facendola salire su quel pezzo d'ala. Anche lei era scossa e pronta a piangere. 

Non ho idea di quanti giorni passarono ma entrambi individuammo una piccola isola.

Non riuscivo a credere che quello che guardavo qualche tempo fa nei film sarebbe capitato a me, a me e una donna che cercava solo di raggiungere suo marito e suo figlio.

Allora pensai subito alla mia famiglia, a Michael, Ashton, Calum.

Io e Amber eravamo convinti che prima o poi ci avrebbero trovato, che saremmo tornati io dalla mia famiglia e lei dalla sua, volevo credere che sarebbe successo, dovevo credere che sarebbe successo. 

Ma i mesi passavano e non si vedeva nemmeno una barca passare, arrivammo ad un punto in cui entrambi non ci parlavamo, perchè entrambi avevamo una sola domanda, più speranza che domanda, ma non avevamo una risposta. 

All'improvviso Amber si ammalò, e avevo paura che lei morisse senza aver visto i suoi cari e nessuno dovrebbe morire così. Con un filo di voce mi fece promettere che se io ce l'avessi fatta in qualche modo, avrei dovuto dire a suo marito che non aveva più una moglie, a suo figlio che non aveva più una madre.

Quando morì tra le mie braccia la mia speranza di poter andare via da quell'isola morì con lei, non smisi di stringere il suo corpo anche se per me era solo una persona comune con cui stavo cercando di sopravvivere, una persona con cui avrei condiviso l'esperienza più brutta che una persona possa anche solo immaginare.

Ormai avevo perso la speranza quando vidi una barca molto lontana, urlai con tutto il fiato che avevo, finalmente vedevo una piccola speranza di poter tornare alla mia vita, dalla mia famiglia, dai miei amici, dal mio ragazzo.

Quando salì in quella barca scoppiai a piangere, mi chiesero subito quale fosse il mio nome e, insieme al mio, diedi pure il nome della donna che stava con me.

Trovarono il loro corpo e lo portarono sulla barca, meritava una degna sepoltura.

Ricordo pochissimo del viaggio, ricordo tutto prima che svenissi.

Non capii se stavo ancora dormendo quando aprì gli occhi e mi ritrovai in una stanza completamente bianca, e da quello che era presente in quella stanza mi trovavo in un ospedale.

Un ospedale vuoto e bianco, mi alzai e uscii dalla stanza, alla fine del corridoio c'era una luce quasi accecante, ma calda e accogliente. Mi incamminai verso di essa quando alla mia destra si sentii il tipico suono delle porte di un ascensore che si aprono.

Quando mi voltai vidi Michael uscire da quelle porte, e quando lo vidi le mie gambe diventarono gelatina, tremavano e già piangevo. Lui si avvicinò e diede le spalle alla luce per guardarmi negli occhi. Mi disse una cosa prima di prendere la mia mano e consegnandomi una cosa.

Si avvicinò al mio viso e mi diede un lungo bacio a stampo. 

<< Ti amo. >> sussurrò sulle mie labbra e giuro di aver sentito il suo respiro scontrarsi contro le mie labbra.

Lasciò la mia mano e mi sorrise, si voltò verso la luce che proveniva dalla fine del corridoio e si incamminò.

Urlai il suo nome ma lui non si voltava indietro, così aprì la mia mano e quello che trovai fu incredibile.


Ad un tratto aprì gli occhi, vidi il soffitto bianco e le pareti blu.

<< Stavo solamente sognando. >> mormorai, portando una mano sull'occhio per strofinarlo quando notai che stavo tenendo il mio telefono in mano.

Mi misi seduto e mi alzai, accesi il telefono e trovai una marea di messaggi nella segreteria così decisi di ascoltarli tutti.

Portai il telefono all'orecchio e passai davanti alla stanza che stava accanto alla mia, quando sentii un medico dire queste esatte parole.

<< Ora del decesso: 14:45. >> 

Quando si spostò vidi Michael, mi cadde il mondo addosso mentre dal telefono sentii la sua voce.

"Sono Luke, probabilmente sono con Michael, lasciate un messaggio dopo il beep. 

Beep. 

Ehi piccolo, sono io, Michael."



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