Capitolo 2

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I passi erano sempre più vicini e gli eroi sapevano che se avessero fatto il minimo movimento le torrette li avrebbero crivellati di proiettili. Robin si girò lentamente e sussultò quando vide che la persona dietro di loro era proprio il loro più grande nemico: Deathstroke. Anche gli altri si voltarono e quando videro l'uomo si prepararono a combattere.
Nightwing: Slade. Quindi ci sei tu dietro al rapimento dei nostri amici?
Deathstroke: Ti importa?
Cyborg: Sì, toglici questa curiosità.
Deathstroke: D'accordo. È vero, sono stato io a catturarli e a segregarli qui sotto. Ero certo che voi quattro avreste abboccato, sciocchi come siete.
Robin: Che la furia di Rā's al Ghul, Testa del Demone, possa piombare su di te.
Deathstroke: Caro Damian. Non temo né te né tuo nonno.
Raven: Ora basta, sono stufa di queste chiacchiere. "Azarath Metrion Zinthos"!
Dalle braccia di Raven apparvero delle coltri violacee che avvolsero tutte le torrette, disintegrandole. Nightwing ne approfittò e cercò di colpire Deathstroke, ma questi schivò prontamente il colpo, per poi contrattaccare con un pugno in pancia. Dopodiché afferrò la sua spada e ingaggiò un duello con Robin, che si destreggiava magnificamente nella lotta con la sua katana. Cyborg corse verso i suoi compagni e li liberò, cosicché potessero essere d'aiuto nel combattimento. Deathstroke fece una capriola all'indietro, schivando un fendente di Robin, e gli sparò a un braccio con la sua pistola. Il ragazzino cadde a terra, ferito. L'uomo stava per sparare nuovamente, ma Raven si inginocchiò vicino all'amico e protesse lui e se stessa in una cupola magica impenetrabile. Cyborg sparò un raggio col suo braccio cannone, colpendo Deathstroke a una gamba, ma questi si rialzò e, con un salto carpiato, sferrò un forte calcio in faccia all'eroe. Starfire si librò in aria e tentò di colpire l'avversario con i suoi dardi stellari, ma non lo prese neanche una volta. Blue Beetle, usufruendo di una zampa del suo Scarab, trafisse il nemico a una spalla, ma questi reagì afferrando il ragazzo e sbattendolo contro una parete. Fu il turno di Beast Boy che si trasformò in una tigre e provò ad azzannare Deathstroke, ma non ci riuscì e venne sconfitto. Nightwing lanciò un batarang esplosivo contro l'uomo, sbalzandolo contro un muro. Starfire, con la sua superforza, staccò un pezzo di pavimento e lo lanciò contro il nemico, causandogli qualche danno. Egli si rialzò e puntò il suo fucile d'assalto contro gli eroi, che non si mossero.
Deathstroke: Non ve la caverete sempre contro di me. Presto troverò il modo di stroncarvi.
Nightwing: Chissà quanto presto sarà questo "presto".
Beast Boy: Si spera il più tardi possibile.
Cyborg: Naturalmente.
Deathstroke: Perdonatemi, ma devo congedarmi. Ho altre questioni urgenti a cui devo badare.
Starfire: Abbiamo appena cominciato. Sei già stanco?
Deathstroke: Se intendi stanco di voi, allora sì. Sono molto stanco.
Robin: Noi... T... Ti... Fermeremo... Slade.
Deathstroke: No, se ora vi uccido tutti.
Deathstroke sparò a tutti quanti con il fucile. I proiettili erano vicinissimi, ma Raven si alzò di scatto e fece apparire dal suolo un gigantesco corvo mistico che fece agli eroi da baluardo. Le pallottole vennero risucchiate tutte dall'incantesimo della ragazza, che cadde fra le braccia di Starfire, poiché la creazione di quello scudo le era costata molta energia.
Deathstroke: Sei proprio una streghetta ficcanaso, Raven.
Raven: Scusa, ma detesto quando qualcuno cerca di uccidere i miei amici. Ti ricordo che sono io quella che ha bandito Terra in un'altra dimensione.
Deathstroke: Ah già. Povera Terra. Era una grande alleata.
Blue Beetle: Ti spiacerebbe andartene? Dobbiamo tornare a casa. Abbiamo un amigo ferito.
Deathstroke: Per questa volta vi lascio andare. Ma la prossima non sarò così clemente.
Deathstroke si allontanò con fare altezzoso mentre i Titani, con la tecnologia di Cyborg, si teletrasportarono alla Titan Tower per riposarsi e medicare Damian. Jaime e Raven rimasero con lui, mentre il resto del gruppo si radunò in soggiorno per rilassarsi e riordinare le idee.
Nightwing: Che giornata, ragazzi.
Beast Boy: Puoi dirlo forte.
Starfire: Se penso a quanto siamo stati stupidi a farci catturare così da Slade...
Cyborg: No, Kory. Non devi colpevolizzarti.
Starfire: Ah, non dovrei? Si è preso gioco di noi e ci ha presi in ostaggio con un maledetto stratagemma.
Beast Boy: Se solo fossimo stati più attenti...
Nightwing: Andiamo, Gar, non ti ci mettere anche tu. Non è colpa vostra. Qui l'unica persona da accusare è Slade.
Più tardi anche Blue Beetle e Raven si unirono al gruppo nella stanza, sfiniti. Si sedettero accanto agli altri e sospirarono.
Cyborg: Come sta Damian?
Blue Beetle: No sé. Mi sono addormentato.
Raven: I suoi valori sono totalmente nella norma. Ho rimarginato la ferita con la magia e ora credo stia dormendo. Ha perso molto sangue, ma sono sicura che si riprenderà.
Starfire: Oh, grazie al cielo. Per un attimo ho temuto il peggio.
Beast Boy: Però credo sia meglio che uno di noi lo tenga d'occhio durante la notte.
Nightwing: Ci daremo i turni.
Cyborg: Buona idea. Chi va per primo?
Raven: Di certo non Jaime. Lui sta già russando.
Nightwing: Vado io, ma prima mi tolgo questa tuta. È scomodo tenerla tutto il giorno. Ti strizza proprio il...
Starfire: Ehm ehm...
Dick andò in camera sua per cambiarsi e così fecero anche gli altri. Dopodiché il ragazzo entrò nella stanza di Damian e si sedette accanto al suo letto, mentre gli altri andarono a dormire. Dick rimase lì per una cinquantina di minuti, per poi darsi il cambio con Cyborg, il quale restò nella stanza sempre intorno ai cinquanta minuti. Stava per uscire e andare a chiamare qualcun altro, ma qualcosa lo bloccò. Non riusciva a muoversi e in un primo momento credette che i suoi circuiti fossero andati in tilt, ma ben presto capì di essersi sbagliato. Percepì sul collo uno strano tepore che lo trascinò all'indietro. Cyborg cominciò a gridare, ma era come se ci fosse una forza che soffocava la sua voce, però l'uomo riuscì comunque a mormorare la parola "aiuto". Robin, ancora debole, lo sentì e uscì dalla stanza sguainando la spada. Si addentrò nei bui corridoi della torre, pronto a infilzare tutto ciò che si fosse rivelato ostile. All'improvviso un'ombra corse verso di lui molto velocemente e Damian, non essendo sicuro di chi fosse, vi scagliò contro un fendente. Quella persona era Raven che, grazie alla sua prontezza di riflessi, vanificò il colpo con una barriera.
Raven: Sei impazzito?
Damian: Scusa, non ti avevo riconosciuta. Sai, io attacco subito quando vedo qualcuno che non mi sembra di conoscere.
Raven: Buono a sapersi. Vuoi spiegarmi perché sei in piedi? Mi sembrava che fossi ferito un attimo fa.
Damian: Perdere sangue non è niente in confronto a perdere una battaglia.
Raven: L'hai imparato da tuo nonno?
Damian: Può darsi.

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