0.9

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Mi sto sempre più affezionando all'anonimo, nonostante non riesca ad associargli un viso.
La mia vita sta andando, non so come, ma sta andando.
"Ehi Mir! Quelle sono le mie patatine!"
Urlo in preda all'ira, ma insomma, non si toccano le mie patatine.
"Eddai May, è una patatina!"
"Può essere anche una, non si tocca la mia patatina! E ora ridammela!"
"Mi dispiace ma l'ho appena leccata tutta, ah!"
Sto per ribattere ma Alex si intromette.
"Ragazze, scusate ma il vostro discorso sta prendendo una via perversa."
Con lo sguardo mi giro verso Ryan che ride sotto i baffi, la sua fossetta viene alla luce e io mi sciolgo.
"Mh e va bene Mir! Prendile tutte, io me ne vado."
Mi alzo e mi dirigo in bagno, ma prima noto che Ryan mi sta seguendo.
Cosa vuole? Non può starmi vicino, non reggerei a lungo.
"May, aspetta!"
Prendo un forte respiro e mi giro.
Lui prende la mia mano e mi trascina dentro un'aula, per fortuna vuota, e mi mette davanti al muro.
Lui è di fronte a me, sento il suo respiro. Chiudo gli occhi per bearmi, dopo tanto tempo, di questo ritmo lento ma dolce.
Mi sono innamorata persino del suo modo di respirare.
"Quindi- comincia a parlare piano e io non mi sento molto bene- la tua patatina non si tocca."
Mi soffia sulle labbra, e io dall'imbarazzo mi gratto la guancia, che credo stia diventando rossa.
"N-no cioè s-solo che odio quando prendono il mio cibo."
Sussurro anche io, presa dal momento.
Le sue labbra sono molto vicine alle mie, il mio cuore sta accelerando il battito e credo di avere un infarto.
"Non ti dava fastidio, quando lo facevo io, Piccola May, anzi, ti piaceva quando toccavo la tua patatina."
Lui è così, diretto e senza ritegno, al contrario mio.
Lui è troppo vicino e io non devo cedere, per quanto voglia, non può farmi ancora del male.
"Scusami Ry, devo andare."

Mi allontano ed esco dall'aula.
Troppo vicini per il mio cuore.

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