Gli stringe più forte la mano, e si abbandona contro il suo petto: casa.
Sono immobili da forse un paio di minuti. Dato che la porta non è chiusa a chiave chiunque potrebbe entrare e vederli così, eppure a Claudio non interessa. Non ha nessuna intenzione di muoversi, di staccare gli occhi da quelli di Mario che di rimando sta fissando il suo riflesso. Da quanto tempo non si sentiva così bene, così... completo?
L'immagine di fronte a lui fa riaffiorare un ricordo: si trovavano a Verona, nel bagno di casa sua, proprio in quella stessa posizione. Mario indossava l'accappatoio e lui un asciugamano stretto in vita, erano appena usciti dalla doccia. Non ricorda l'argomento della conversazione, solo che ad un certo punto si era zittito perché il suo interlocutore aveva semplicemente smesso di rispondergli, lo stava guardando incantato attraverso lo specchio. Curioso, gli aveva sfiorato la guancia con la sua, barba contro barba, ridestandolo dai pensieri che lo avevano catturato.
– Comunque con 'sti capelli sei proprio bono! – gli aveva detto l'altro, senza la minima traccia di pudore.
Claudio non era riuscito a resistere, era scoppiato a ridere all'istante. Poi si era girato per avvolgergli le braccia attorno al collo, spostando molto poco casualmente l'accappatoio fino a far cedere il nodo mal fatto.
– Però così mi metti in imbarazzo, poi non parlo più. – aveva risposto Claudio, in realtà tutt'altro che imbarazzato, ricordando una conversazione che sembrava risalire a secoli prima.
Alla sua risposta per le rime, Mario aveva gettato la testa indietro ridendo sonoramente, e le sue mani erano andate a stringergli i fianchi nudi per attirarlo a sé. Prima di uscire da quella stanza avevano fatto scorrere l'acqua della doccia ancora una volta, molta acqua...A quel ricordo Claudio si fa scappare una piccola risata, che si tramuta in sorriso, un po' malinconico ed un po' imbarazzato. Scorge la curiosità negli occhi di Mario, che inclina la testa in una muta richiesta di spiegazioni, sorridendo confuso. Glielo deve dire? La situazione è ancora incerta, loro sono incerti, può permettersi di condividere quel ricordo senza generare imbarazzo e magari rischiare di allontanarlo da sé? Potrebbe inventarsi qualcosa di plausibile, e magari rimandare ad un altro momento meno delicato... O potrebbe semplicemente smetterla di pensare, fidarsi di lui, anzi fidarsi di loro, e parlargli senza freni.
– Con 'sti capelli sei proprio bono! – gli dice con un sorrisetto sbieco.
Mario lo guarda ancora più confuso, probabilmente più dal suo pessimo tentativo di accento romano che dalla frase. Ma bastano pochi istanti ed inizia a ridere anche lui: ha capito, si ricorda. Claudio comprende di aver fatto bene a non dar retta ai pensieri che affollano la sua testa e a parlargli direttamente dal cuore, e si sente sollevato.La sua risata è contagiosa: più Mario si lascia andare, più a lui vien voglia di ridere, ridere con la bocca, ridere con gli occhi, ridere e sentirsi leggero. Ridere con lui, quanto gli è mancato! Nei mesi che avevano trascorso lontani gli è capitato veramente di rado di sentirsi così: la testa svuotata dai pensieri e riempita solo dal suono delle risate. È accaduto qualche volta con i suoi amici, ma anche allora, nonostante l'euforia e l'allegria del momento, in fondo alla sua mente qualcosa gli suggeriva un'assenza, ed il sorriso non riusciva a raggiungere gli occhi. Quel vuoto ora non lo sente: si sente pieno, completo.
Lentamente la risata si spegne, ma i loro sorrisi ed i loro occhi, ancora incatenati, no. Ed ancora una volta le parole di Mario lo spiazzano, ancora una volta un significato più profondo si nasconde dietro ad una sua frase banale:
– Peccato che qui non c'è la doccia come a casa.A casa. Non «a casa tua». A casa. Sentirlo parlare con tanta naturalezza di casa propria come se fosse ancora la loro, consapevole che di sicuro ha usato quelle parole deliberatamente, gli riscalda il cuore e suscita un brivido che gli percorre tutto il corpo. Mario si deve essere accorto di quel fremito, perché porta le loro mani unite di fronte a lui, il suo braccio libero al fianco opposto e lo stringe a sé in un abbraccio. Claudio non riesca a parlare, semplicemente si appoggia a lui guancia contro guancia, l'altra mano a chiudere saldamente i loro corpi stretti.
È sempre stato refrattario alle sdolcinatezze: quando ha sentito per la prima volta la frase «Lui è la mia casa», pronunciata da un'amica mentre parlavano di relazioni, a stento si è trattenuto dal levare gli occhi al cielo. Eppure con Mario è così che si è sempre sentito, anche se probabilmente non lo ammetterebbe mai ad alta voce, se non forse a lui, dovesse rivelarsi particolarmente persuasivo. Ovunque si trovino, nel momento in cui entrano in contatto, fisicamente oppure con uno sguardo, Claudio si sente bene, in pace, al sicuro, libero di essere se stesso. Si sente a casa.
– Dove ci sei tu per me è casa.
Capisce di non averlo solo pensato quando gli occhi che lo stanno fissando dallo specchio si sgranano e le sopracciglia si sollevano in segno di sorpresa. A quanto pare Mario non ha avuto bisogno di essere persuasivo, non gli è servito neanche chiederle, quelle parole, a dirla tutta, gli sono uscite di bocca naturalmente mentre le pensava. Mario sposta la testa fino a sfiorargli l'orecchio con la punta del naso, il respiro che gli si infrange leggero sul collo, e ciò non fa che aumentare lo stato di confusione di Claudio: sente la testa leggera, riesce a concentrarsi solo sui loro corpi a contatto e sulle due perle nere riflesse di fronte a lui.
– E comunque in appartamento c'è una doccia, non è molto grande ma ci possiamo adattare...
«Facciamo progressi Sona!». Il suo tentativo di mascherare l'imbarazzo della prima frase ha finito per peggiorare la situazione, dato che ora il rossore sulle gote di entrambi si nota nonostante l'abbronzatura. Eppure non si sente a disagio, semplicemente non sono più abituati a giocare tra loro in questo modo, a pungolarsi a vicenda.Ad entrambi scappano un sorriso ed un lieve sbuffo, e si stringono un po' di più.
– Oddio – pronunciano all'unisono.-----
Buonasera a tutti!
Eccovi un altro capitolo, un po' più veloce. Siamo più o meno a metà...
Un po' di malinconia e un po' di risate ripensando a "casa", si stanno sciogliendo e riavvicinando sempre più... Scappa anche qualche mezza citazione, qualche volta a me, qualche volta a loro ;-)
Grazie a chi legge, a chi vota, a chi lascia qualche parola... Grazie a tutti!

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Attraverso lo specchio
FanfictionIl gruppo dell'agenzia The One Celebrity sta trascorrendo una settimana in Puglia per partecipare ad un contest di MTV. Una sera, durante una cena in Salento iniziata nel peggiore dei modi, Claudio e Mario si riscoprono tramite gli sguardi, attraver...