– Ho bisogno di una famiglia io!
Mentre osserva il volto dell'uomo attraverso lo schermo del cellulare, innumerevoli pensieri girano vorticosamente nella testa di Claudio: immagini, ricordi, parole vengono richiamati alla mente da quelle frasi.
«Famiglia». Nel suo rapporto con Mario, fin da subito era riuscito a riconoscere quello che per lui è sempre stato il significato più puro di famiglia: qualcuno accanto a lui nella quotidianità, qualcuno con cui svegliarsi la mattina, con cui condividere momenti come una spesa, una gita al lago, un'uscita con gli amici, oppure trascorrere le festività. I litigi non erano infrequenti, ed erano scatenati dai motivi più disparati, a volte seri a volte banali, ma ogni volta riuscivano a ritrovarsi. Ogni volta, fino al momento in cui quella corda tesa, lisa da insinuazioni, parole non dette e parole di troppo, si era spezzata, e con essa anche i loro cuori.
Gli ritorna alla mente il quadretto che alcuni ragazzi hanno regalato loro ad un evento organizzato in Sicilia, pochi giorni prima che ufficializzassero la separazione: un piccolo panda ed una piccola scimmia disegnati, e la scritta «Famiglia Claudio Sona e Mario Serpa». Nonostante in quel periodo la situazione tra loro non fosse delle migliori, pochi secondi dopo averlo ricevuto in dono aveva già deciso dove collocarlo, e si era immaginato la reazione di Mario nel trovarsi davanti quella parola, «Famiglia», associata ai loro nomi. Purtroppo non ha più avuto modo di farlo, non ne ha avuto il tempo, ed ora giace in uno scatolone in armadio in compagnia di tanti altri ricordi...
Sentendolo parlare di bambini riaffiora il ricordo di una scena accaduta alcuni mesi prima al bar: una signora era passata a salutarli, ed aveva portato con sé la figlia di pochi anni. Ricorda con una fitta al cuore il battibecco divertito tra lui e Mario su chi dovesse tenere in braccio la piccola, su come tenerla, su chi dovesse fare la foto con lei per primo... E la povera madre non sapeva se intenerirsi e lasciarla con loro ancora qualche minuto oppure portarla via fintanto che era in tempo. Quel giorno, per la prima volta, il pensiero di loro due genitori aveva fatto capolino nella sua mente. Nulla di concreto, la loro storia ancora agli inizi mancava di basi solide per poter anche solo pensare tanto in grande, ma da allora era capitato ad entrambi di fare delle allusioni alla questione, per lo più scherzose: «Se tuo figlio prende da te sono guai!», «Ricordami di non farti mai avvicinare ad un passeggino!», «Vera è un bel nome per una bambina, a te piace?»...
Ripensa ai due eventi di beneficienza presso i centri di accoglienza a cui ha partecipato nei mesi precedenti, e riconosce che quelle giornate trascorse con i bambini hanno apportato in lui un cambiamento interiore. La gioia provata nel riuscire a guadagnarsi un loro sorriso, a conquistare la fiducia anche dei più diffidenti fino a farsi abbracciare, ha aperto per lui le porte al desiderio di adottare, un giorno, un bambino senza famiglia. In passato, con l'accettazione della propria omosessualità era giunta anche la consapevolezza che costruirsi una famiglia come quella in cui era cresciuto sarebbe stato impossibile: se mostrarsi mano nella mano con il proprio compagno significava ricevere occhiatacce, commenti poco velati o addirittura insulti, non credeva che sarebbe mai riuscito, per esempio, a sedere al tavolo di un ristorante con un marito e dei figli. Ora il mondo è diverso: la lotta per il riconoscimento della parità per gli omosessuali nel diritto di famiglia sta portando conquiste sempre più importanti, e Claudio si permette, talvolta, di immaginare quella vita che da ragazzo si era visto negata. In fondo è l'amore che crea una famiglia, indipendentemente dall'identità sessuale dei suoi componenti.
Si ridesta di soprassalto quando una mano gli si appoggia sulla spalla. Nasconde rapidamente il cellulare in tasca per evitare che qualcuno scopra cosa, o meglio chi, sta fissando da probabilmente qualche minuto.
– Qua stai? Mi sfasci un'anca e poi scappi, non si fa Sona!
Si rilassa quando scopre che si tratta di Mario, il quale lo sta osservando con un sorriso divertito, il capo inclinato che gli fa pendere tutto il ciuffo sulla destra.Claudio, ancora scosso dai suoi stessi pensieri, non proferisce parola, mentre l'altro tenta invano di sistemarsi quel ciuffo, proprio come gli ha appena visto fare in video. Ad un certo punto, senza nemmeno preoccuparsi di controllare che qualcuno li possa scoprire, alza le mani e porta la sinistra ai propri capelli mentre insinua la destra tra quelli di Mario, li tira dolcemente portandogli in alto il capo in un gesto che ha compiuto tante volte, e lo guarda rapito.
Fin dal principio attraverso quel contatto visivo erano stati in grado di dirsi tanto, tutto, a volte forse troppo: non solo occhi dentro occhi ma anima dentro anima. «C'hai gli occhi che parlano» è forse una delle più belle frasi che gli abbia rivolto durante il loro periodo di conoscenza. Anche quando non riesce a trovare le parole, o quando le parole giuste le avrebbe ma qualcosa dentro gli impedisce di pronunciarle, loro con uno sguardo si comprendono, parlano. Quanto accaduto quella sera ne è la dimostrazione: Claudio ha capito che Mario aveva bisogno di lui, Mario ha capito che Claudio voleva aiutarlo, tutto dagli occhi.
Incuriosito dal suo atteggiamento, Mario cerca di capire cosa gli stia passando per la testa:
– A cosa stai pensando?
– A niente.
– Dai, dimmelo...
Ma in fondo certe cose è bello anche dirle.
– A noi... E che a casa ho uno scatolone da svuotare ed un quadro da appendere.---
Eccoci...
Confesso che è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere, lo sono stati soprattutto i pensieri riguardo il conflitto tra desiderio e possibilità di creare una famiglia. Ho la stessa età di Claudio, e fatico a realizzare che la famiglia sarebbe potuta essere una realtà a me preclusa soltanto perché qualcun altro ha deciso chi è giusto e chi è sbagliato amare. Ma c'è speranza nel futuro...
Chiarisco – anche se spero non sia necessario: non oso pretendere che questi siano i pensieri di Claudio, sono i miei immedesimata in lui.
Detto questo, ci siamo quasi: -1!
Arriverà 'na gioia? ;-)Grazie a chi c'è sempre e a chi è appena arrivato!
Marta
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Attraverso lo specchio
FanfictionIl gruppo dell'agenzia The One Celebrity sta trascorrendo una settimana in Puglia per partecipare ad un contest di MTV. Una sera, durante una cena in Salento iniziata nel peggiore dei modi, Claudio e Mario si riscoprono tramite gli sguardi, attraver...