Clarke era rilassata, forse leggermanete brilla, e stava ridendo quando le he caduto il mondo addosso in pochi secondi.
Aveva appena chiuso al telefono con Raven - non poteva raggiungerli perché aveva un appuntamento con Wick - quando Jasper gli aveva passato la bottiglia di Moonshine. Era contro le regole della casa bere quella roba, ma Jasper aveva detto che un solo sorso non le avrebbe fatto nulla. Però quell'unico sorso le aveva fatto diventare la testa leggera.
Tutti i suoi amici erano brilli quanto lei, se non di più. L'unico che sembrava prendere le redini della situazione era Bellamy, calmo e pacato come suo solito.
- Questa roba è davvero forte! - disse con voce troppo alta.
- Infatti ora la porto via. - disse Bellamy sequestrando la bottiglia e lanciandole uno sguardo che Clarke pensò fosse arrabbiato.
Il ragazzo sparì nella cucina in un batter d'occhio e Clarke fece un sospiro profondo.
- Si preoccupa tanto. È un bravo fratello. - borbottò Octavia al suo fianco. Anche lei troppo brilla per dire qualcos di concreto o mantenere la testa dritta.
Clarke annuì, incapace di dire una singola parola, quando le squillò il telefono. Il numero sul display diceva che era Raven così accettò la chiamata e si portò il cellulare all'orecchio.
- Che c'è? Wick ti ha dato buca? - chiese ridendo sotto i baffi. Capitava che Wick arrivasse in ritardo.
- Pronto? - la voce oltre la cornetta non era quella di Raven. Dal timbro doveva essere un uomo sulla quarantina. Ma perché il suo tono era rammaricato? - Lei deve essere il fidanzato della ragazza. - Clarke scattò a sedere, spalle tese e ginocchia molli. Immediatamente una paura accecante la assalì. Cosa poteva essere successo di così grave da essere chiamati da uno sconosciuto? Clarke si sentiva la testa leggera e ovattata, ma non per l'alcol.
- No... sono la sua migliore amica. Le è successo qualcosa? - tutti intorno a lei si zittirono, persino il battito del suo cuore, in attesa della risposta. A Clarke sembrarono passare minuti in attesa mentre il cuore le pompava sangue nelle orecchie e l'unica cosa che sentiva era il suo respiro nervoso, agitato.
- Mi dispiace, signorina, ma la sua amica... la sua amica ha avuto un incidente. Una macchina deve aver sbandato e la sua amica èstata investita in pieno. Sulla fiancata della macchina c'è un enorme buco. - iniziò a spiegare ma Clarke non lo ascoltava nemmeno. Qualcuno oltre la cornetta, un altra voce estranea, in lontananza, disse qualcosa. - I paramedici chiedono il suo nome.
Clarke rimase in silenzio per un attimo, chiusa nell'attimo, nella paura di perdere la sua migliore amica. Il terrore e la sorpresa le avevano serrato la mascella e non sentiva più le dita molli attorno al cellulare.
- Raven, Raven Reyes. - la sua stessa voce le uscì distante e vuota. Sentì quello scoppio, qurl senso di allarme, dentro di se. Qualcosa le scattò e prima ancora che potesse accorgersene stava camminando nervosamente per la stanza, ormai completamente sobria, il volto bagnato dalle lacrime. Il sangue le pompava nelle vene ad una velocità assurda e le sue gambe molli provavano a reggerla mentre girava per la stanza. - Dove... dove la stanno portando? - la sua voce usciva forte e scossa. - Quale ospedale. - sentiva gli occhi dei suoi amici addosso. Stavano vedendo la sua parte vulnerabile e in questo momento non le importava.
- Il Mercy.
Clarke chiuse la chiamata e si voltò trovando lo sguardo di Octavia. Si portò le mani tremanti ai gomiti e Octavia si alzò per abbracciarla. La strinse forte e un senso di calore, di comprensione, la avvolse. Possibile che quella ragazza potesse farla sentire così in un momento del genere? Clarke nascose il volto nella sua spalla.
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Online Dating || Bellarke
FanfictionIl profilo di Octavia era chiaro e deciso. Aveva 19 anni appena compiuti, era dell'Ariete, studiava giurisprudenza, le piaceva fare escursioni, andare in barca, uscire la sera, fare sport e mangiare bene, era un'amica leale e la sua immagine di prof...