Quando la mattina dopo mi sveglio, mio padre è in camera che mi sta fissando. Salto su appena lo vedo:<<Papà! Che stai facendo? Non eri a Philadelphia?>>
Lui si alza dalla poltrona su cui era seduto e viene da me:<<La mamma mi ha raccontato cos'hai fatto ieri sera, con Thomas.>>
Alzo gli occhi al cielo, ma non sono neanche così sorpresa.
<<Rym, lo capisci che noi abbiamo dovuto farlo?>>
Lo interrompo:<<Papà, risparmiatelo! Ci ha già pensato la mamma a farmi sentire un impiastro! Ho capito di aver sbagliato, ma non puoi biasimarmi: siamo passati da Brooklyn al Bronx proprio quando la mia "terapia" stava funzionando. E venire qui ha rivoltato tutto, e non certo in meglio>> con mio padre è più facile parlare che con mia madre, <<Però so che quello che ho fatto è sbagliato. Ma ho rimediato: gli ho chiesto scusa e l'ho aiutato nel guasto della casa. Non dirmi che non riesci a capirmi, papà, tu hai vissuto in quella casa per anni! E io ancora non riesco a capacitarmene! Proprio non ti capisco!>>
Papà mi sta fissando con uno sguardo sereno:<<Tesoro, a me non importa poi molto di quella casa perché l'unica cosa che mi importa veramente siete tu e la mamma. E mi importa soltanto avervi con me. Non importa dove. Mi importa con voi.>>La biblioteca oggi è meno affollata del solito. Ho restituito l'ombrello al signor Brown, e lui non mi ha fatto particolari domande. Tutto sarebbe perfetto se non fosse per una cosa: Thomas è qui.
Non credo che mi abbia notata, ma io sì. Ed è anche terribilmente sexy. Non l'avevo notato prima. Anzi, non l'avevo notato con nessun ragazzo.
Sta mettendo in ordine dei libri, ma lo sta facendo da prima che arrivassi. Il che vuol dire una sola cosa: il lavoro di cui parlava con la madre al telefono, era questo. Decido di andare da lui, non so esattamente perché. Eppure, ci vado.
In un primo momento, fingo di non vederlo. Ma poi divento davvero ridicola, così... <<Ciao>> gli dico.
Lui mi riconosce immediatamente:<<Ciao! Emmery, giusto?>>
<<Sì>> rispondo, <<Volevo sapere come stesse il tuo piede. Sai, i sensi di colpa...>> "Non sei proprio riuscita a tirare fuori niente di meglio, eh?" Mi conferma il mio subconscio.
Thomas ride:<<No, tranquilla, sto bene. Piuttosto, anche io volevo rivederti.>> Mi lascia stupita.
<<Ho trovato una foto in casa. Ti ritrae e... ho pensato che magari la rivolevi indietro. Sarei venuto questa sera a casa tua, ma visto che sei qui...>>
Per qualche secondo, non so cosa dire. E non dico niente.
Poi lui si tira fuori una fotografia dalla tasca dei pantaloni e me la porge.
Sono io. Che a cinque anni faccio il mio primo saggio. Sto eseguendo un antrelassé quasi perfetto.
<<Grazie>> sussurro.
Per un attimo lo guardo, e vedo un ragazzo innocente e adorabile che si è appena trasferito in un altro continente. Ma poi, vedo invece la persona che ha rubato la mia casa e che molto probabilmente si impossesserá anche di quella nel Bronx. Ma io non glielo permetterò. Ci può giurare.
Inizia pure a correre, ragazzo italiano. Il traguardo è ancora lontano.

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FanfictionEmmery Gallagher è una ragazza di New York. Gli unici suoi amici sono i libri, la danza, e il suo istruttore Sebastian. In città arriva Thomas Bocchimpani, un'italo-americano che ama cantare, e che trova lavoro nella biblioteca che frequenta sempre...