9. 𝓝𝓸𝓿𝓮

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«Aiden è stato gentile a offrirti il suo aiuto no?» Allison ha deciso che crearmi una vita amorosa meno monotona è l'obbiettivo della settimana, da quando le ho rivelato ciò che ha fatto Aiden quella notte non la smette di alludere a quanto saremmo perfetti insieme.
Neanche Mark riesce a fermarla e contenere le sue fantasie.
«Si è stato gentile ma non ho bisogno di una mano da Aiden.» sbuffo arresa, cerco di risponderle in modo gentile cercando di farle capire che non provo niente e non ho bisogno di nessun aiuto, o meglio ne avrei bisogno ma piuttosto che chiedere a Aiden mi taglierei una gamba.

Mai e poi mai.

«Che materia hai ora?» cerco di cambiare discorso. «Penso poesia.» è stata una giornata piuttosto pesante, ho bisogno di riposare e di sentire solo il dolce suono del silenzio.
Psicologia è una tortura, la professoressa è il diavolo in persona.
«Tu invece?!»
«Applicazione sociale.» una noia. «Difficile?»
«No però parliamo dell'evoluzione degli effetti della società sulla società più giovane, in sistesi come le generazioni si influenzano tra di loro.»
«Hai studiato?» Mark sorride. «Può darsi.» l'ho letta un paio di volte e prendere appunti durante le lezioni mi permette di stabilire le parole chiave nella mente.

Sono un po' nervosa in realtà.

La campanella suona proprio in quell'istante. «Ci vediamo dopo ragazzi.» devo correre.
Sono in ritardo di cinque minuti per fortuna nemmno il professore è puntuale, solo pochi istanti dopo un vecchietto col bastone fa capolino dalla porta dirigendosi verso la cattedra.
Qualcuno alle mie spalle trattiene una risatina in effetti la prima impressione è molto strana.

«Tu laggiù..» indica il ragazzo qualche fila dietro di me. «..vieni qua davanti a esporre gli argomenti dell'anno scorso così ti passa la voglia di ridere.» alzo un sopracciglio divertita.
Mentre il mio compagno di corso si appresta svogliato a raggiungere la lavagna interattiva il professore si presenta. «Sono il signor Montgomery, spero che sia chiaro a tutti che nelle mie lezioni non c'è tempo da perdere..» lancia una lunga occhiata al biondo. «..se terrete a mente questo andremo molto d'accordo. Prego, esponi.»

Dopo quell'inconveniente inizia la vera lezione e come sospettavo si rivela un uomo intelligente, carismaco e ricco di cultura e pensieri propri, brillante e saggio che sa il fatto suo.
Ha un modo insolito di spiegare ma è molto efficace per me e la mia povera testa confusa.

Metà della lezione passa in un soffio e me ne accorgo solo quando qualcuno bussa alla porta. «Prego.»
«Mi scuri signor Montgomery.»
«Louisa, che piacere.» la professoressa diventa rossa come un peperone prima di contenersi e assumere la sua solita espression sprezzante.

«Stamane mi sono dimenticata di ricordarvi che martedì prossimo effettueremo il primo test, mi raccomando ragazzi.»

Vorrei urlare per la frustrazione, proprio adesso si deve inventare il test?

Montgomery scuote la testa divertito. «Vedo che ti piace ancora torturare i tuoi alunni..» ridacchia prima di farle segno di uscire dall'aula. «..grazie dell'interruzione Louisa.»

Psicologia mi sta rovinando il resto della lezione, non so se sono pronta ad affrontare il primo test e questo mi riempie di ansia e strees.
Vorrei mordicchiarmi le pelliccine delle unghie da quanto sono nervosa ma è meglio cercare di mantenere la calma.

Cazzo il primo test di psicologia!

«Tutto bene?» non ho toccato cibo, sto solo giocherellando con una delle penne e la forchetta.
«Stavo solo pensando..» scuoto le spalle distratta.
«Ormai si è raffreddata quella pasta.» Allison mi sorride.
«Sono terrorizzata dal mio primo test..» prendo un profondo sospiro attirando lo sguardo di Allison e Mark su di me. «..psicologia.» ammetto.

IL MIO CASO PSICOLOGICO PERSONALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora